SCHEDA FILM

Le avventure galanti del giovane Molière

Anno: 2007 Durata: 120 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Laurent Tirard

Specifiche tecniche:(1:2.35), SCOPE

Tratto da:-

Produzione:FIDÉLITÉ PRODUCTIONS, FRANCE 2 CINÉMA, FRANCE 3 CINÉMA, WILD BUNCH, CANAL+, TPS STAR

Distribuzione:BIM

ATTORI

Romain Duris nel ruolo di Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière
Fabrice Luchini nel ruolo di Sig. Jourdain
Laura Morante nel ruolo di Elmire Jourdain
Édouard Baer nel ruolo di Dorante
Ludivine Sagnier nel ruolo di Célimène
Fanny Valette nel ruolo di Henriette Jourdain
Gonzague Requillart nel ruolo di Valère
Gilian Petrovski nel ruolo di Thomas
Sophie-Charlotte Husson nel ruolo di Madeleine Béjart
Anne Suarez nel ruolo di Catherine de Brie
Annelise Hesme nel ruolo di Marchesa du Parc
Luc Tremblais nel ruolo di Gros-René
Philippe Du Janerand nel ruolo di Bonnefoy
Isabelle Caubère nel ruolo di Toinette
Pierre LaPlace nel ruolo di Cyrano
Wilfred Benaiche nel ruolo di Jean Poquelin
Arie' Elmaleh nel ruolo di Maestro di danza
Eric Berger nel ruolo di Maestro di pittura
François Civil nel ruolo di Louis Béjart
Gonzague Montuel nel ruolo di Valère
Jean-Michel Lahmi nel ruolo di Pinel
Marie Gili-Pierre nel ruolo di Geneviève
Mélanie Dos Santos nel ruolo di Louison Jourdain bambina
 
 

MONTAGGIO

Deseine, Valérie
 

SCENOGRAFIA

Dupertuis, Françoise
 

TRAMA

Francia 1644. Molière è un giovane commediografo ridotto in miseria e perseguitato dai creditori. Messo in prigione, potrebbe riguadagnare la libertà grazie all'aiuto del sig. Jourdain, un uomo molto ricco, sposato e con due figlie, che vuole essere addestrato ad interpretare un atto unico da lui scritto per sedurre una bella nobildonna. Tredici anni dopo, Molière è un autore di successo con un proprio teatro donatogli dal Re. Un giorno, una giovane donna si reca da lui e gli chiede di seguirla per incontrare sua madre...

CRITICA

"Magari in Francia questo 'Molière in love' potrà disturbare l'ortodossia accademica; a noi, protetti dall'extraterritorialità, risulta piacevole il tono disinvolto di una commedia dove il futuro drammaturgo interagisce con quelli che diventeranno personaggi del suo teatro, mentre la sceneggiatura cita liberamente le future battute delle commedie (un private-joke non sempre agevole da decifrare, ma neppure riservato agli studenti in corso). Le cose vanno un po' meno bene quando Tirard pretende di filosofeggiare sull'eterno parallelismo tra vita e palcoscenico, o s'immalinconisce per raccontare l'amore impossibile tra Molière e la bella signora Jourdain." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 aprile 2007) "Incredibile ma vero. Un film in costume francese, per giunta dedicato a una gloria nazionale, che non passa in rassegna tutti i cliché del cinema di argomento teatrale, non si limita a mettere in fila una serie di numeri d'attore, ma diverte, avvince, commuove. Dribblando l'accademismo in agguato dietro imprese di questo tipo con una specie di uovo di Colombo: raccontare Molière come un personaggio di Molière. Partendo dal famoso buco dei 22 anni, periodo su cui i biografi tacciono, per immaginare che il giovane teatrante abbia incontrato di persona tipi e ambienti destinati a vivere per sempre nelle sue commedie. Naturalmente è solo un espediente da non prendere alla lettera. Sappiamo bene che considerare ogni opera il riflesso di una vita vissuta è improprio e riduttivo. Ma drammaturgicamente funziona benone e la regia di Tirard ha il merito di non prendersi mai troppo sul serio, senza peraltro trascurare un solo dettaglio. (...) Il trucco, la finzione, il travestimento e il suo corrispettivo più diffuso, il recitare, sono del resto il cardine dell'intero film. Non a caso fra tante mascherate la Elmire della Morante è l'unica a non recitare mai. Salvo quando nasconde il marito sotto il tavolo per sbugiardare il suo corteggiatore, ma cambia di colpo idea scoprendo che quel finto prete è il vero autore della commedia che tanto l'ha colpita. Ci volevano tutta la grazia e la forza della Morante per esprimere la vulnerabilità e il coraggio di questa donna matura alle prese con un amore inatteso, che finirà per schiudere anche la sua vera vocazione a Molière. Chiudendo su una nota malinconica questo film leggero e pensoso, colto e immediato, come oggi non ce n'è quasi più." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 aprile 2007) "Ai francesi piacciono i film sul XVII secolo, perché è l'epoca della loro potenza mondiale. L'Italia era invece, allora, come oggi è l'Irak. La presenza di Laura Morante nel film ha fatto però distribuire anche nelle nostre sale l'opera di Laurent Tirard, in originale 'Molière', col titolo ritoccato nelle 'Avventure galanti del giovane Molière'. Ma il problema è: quanti italiani sanno chi era costui? Uno su cento? E questo film interesserà solo quell'uno, anzi chi ama non solo il teatro, ma quello francese, perché il film è a sua volta molto teatrale e ha come sola dote l'interpretazione di Fabrice Luchini (il borghese Jourdain). Nella parte di Molière, Romani Duris allinea invece molte smorfie. Saranno giustificate, ma sono anche stucchevoli. Ludivine Sagnier è una bella nobildonna di ieri, antipatica come una borghese di oggi." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 6 aprile 2007) "'Le avventure galanti del giovane Molière' è l'ennesimo divertissement pseudostorico condito di riferimenti letterari e senno di poi. Nei panni di Molière c'è Romain Duris, attor giovane della scena francese straordinario in 'Tutti i battiti del mio cuore' ma, nella sua sicumera d'oltralpe, anche più irritante di Mr. Bean, almeno per chi scrive." (Paola Casella, 'Europa', 6 aprile 2007) "Il kolossal stile impero, dove Luigi XIV fa una comparsata plaudente, è una variopinta ma manieristica e lunga variazione sul tema degli equivoci d'amore. In cui Fabrice Luchini è bravissimo a fare il mercante che rinsavirà dopo umiliazioni e Laura Morante è una spiritosa signora, capace d'esser brillante nel Seicento col senno d'oggi. Romain Duris fa il teatrante e continua a farci sentire tutti i battiti del suo cuore e ci offre un ritratto fuori schema e passionale. Certo sarebbe stato più interessante un film su Molière, i trionfi e i patteggiamenti piuttosto che una elegante, buffa ma sterile summa dei suoi personaggi nella dolce vita francese prima della rivoluzione." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 6 aprile 2007) "Il film è un gioco di teatro nel teatro, o di cinema nel cinema, non lontano dagli esperimenti di Tom Stoppard (autore di quel bizzarro 'contro-Amleto' che è 'Rosencrantz e Guildenstern sono morti') e, come quelli, molto 'di testa' e lievemente intellettualistico. Ciò non toglie che lo si veda con piacere, grazie alla grinta di Romain Duris (Molière), alla classe di Laura Morante (la moglie di Jourdain) e soprattutto al funambolismo di Fabrice Luchini (lo stesso Jourdain), un borghese ben poco gentiluomo antenato di tutti i miliardari che oggi vogliono essere contemporaneamente premier, operaio, allenatore di calcio, chansonnier...." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 6 aprile 2007)

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