LAUREL CANYON - DRITTO IN FONDO AL CUORE2002

SCHEDA FILM

LAUREL CANYON - DRITTO IN FONDO AL CUORE

Anno: 2002 Durata: 103 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35MM (1:1,85)

Tratto da:-

Produzione:ANTIDOTE FILMS - KULESHOV PRODUCTIONS

Distribuzione:IIF (2004)

TRAMA

Sam, giovane e serio studente di medicina trasloca a Los Angeles insieme alla sua fidanzata, anche lei studentessa saggia e perbene, per vivere presso la madre nel quartiere di Laurel Canyon. E' allora che cominciano le complicazioni: Jane, la madre di Sam, è una produttrice discografica libera e indipendente che sta cercando di lanciare un gruppo rock e dorme con il cantante. Lei vive la sua libertà al ritmo del rock'n'roll...

CRITICA

"Si ribaltano i ruoli. Nel film di Lisa Chodolenko 'Laurel Canyon' visto 2 anni fa a Cannes, interpretato dalla bravissima Frances McDormand i genitori sono hippies e i figli borghesini integrati. Non è la prima volta, ma qui la citata McDormand ne fa di tutte e di più, compreso il corteggiare la futura nuora, nei panni di una spregiudicata produttrice discografica che vive col suo giovane playboy rockstar in una villa nella via di Hollywood del titolo. Quando arriva il figlio laureando psichiatra con la fidanzatina per bene è come se scoppiasse la bomba sociologica ed edipica dell'anno, con buon peso moralistico e vecchi stereotipi sulla cultura sesso droga e rock 'n roll. Finale: è necessario tradire e tradirsi. La storia dello show business che dà scandalo è vecchiotta, ma regge sulle spalle dell'ottimo cast che esegue con piacevole superficialità il ben orchestrato melodramma." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 7 febbraio 2004) "Diretto dalla losangelina Lisa Cholodenko con mano ferma ma senza guizzi, 'Laurel Canyon' è abbastanza ovvio come studio d'ambiente, e non scegliendo un punto di vista preciso non va fino in fondo a nessuno dei protagonisti. A controbilanciare le tentazioni della Beckinsale c'è infatti Natascha McElhone, la bella dottoressa che sembra far vacillare il rigido Sam. Ma anche qui, malgrado i risvolti ironici, il film non esce dai binari di uno script solido quanto prevedibile. Fino all'inatteso finale in piscina, primo vero momento di cinema, che sembra quasi venire da un altro film." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 marzo 2004) "Robetta di scarto che, chissà perché, dobbiamo continuare a sciropparci magari scalzando qualche buon film europeo meno pompato." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 20 marzo 2004)

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