L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza2006

SCHEDA FILM

L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza

Anno: 2006 Durata: 104 Origine: BRASILE Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Cao Hamburger

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:GULLANE FILMES, CAOS PRODUÇÕES, MIRAVISTA, GLOBO FILMES, LEREBY, TELEIMAGE, LOCALL

Distribuzione:LUCKY RED (2008)

ATTORI

Michel Joelsas nel ruolo di Mauro
Germano Haiut nel ruolo di Shlomo
Paulo Autran nel ruolo di Nonno Mótel
Daniela Piepszyk nel ruolo di Hanna
Simone Spoladore nel ruolo di Bia
Caio Blat nel ruolo di Ítalo
Liliana Castro nel ruolo di Irene
Eduardo Moreira nel ruolo di Daniel
Gabriel Eric Bursztein nel ruolo di Bóris
Felipe Hanna Braun nel ruolo di Caco
Haim Fridman nel ruolo di Duda
Hugueta Sendacz nel ruolo di Eidel Schwestern
Silvio Boraks nel ruolo di Rabbino Samuel
David Kullock nel ruolo di Hazã
Einat Falbel nel ruolo di Madre di Hanna
Abrahão Farc nel ruolo di Anatol
Fábio Ferreira Dias nel ruolo di Robson
Rodrigo dos Santos nel ruolo di Edgar
Sérgio Siviero nel ruolo di Carlão
Edu Guimaraes nel ruolo di Alfredo
Fredy Delatolas nel ruolo di Ianis
Christian Duurvoort
Lili Angel
Mala Tencer
Malvina Klinow
 

MUSICHE

Villares, Beto
 

MONTAGGIO

Rezende, Daniel
 

SCENOGRAFIA

Amarante, Cássio
 

COSTUMISTA

Camargo, Cristina

TRAMA

Brasile, 1970. Il mondo è in subbuglio per la guerra in Vietnam e la crescente ondata dittatoriale nei paesi del Sud America, ma per il dodicenne Mauro la preoccupazione principale è la nazionale di calcio brasiliana che sta per affrontare il mondiale di calcio in Messico. Tuttavia, gli avvenimenti del suo paese influenzeranno prepotentemente la vita del ragazzo, costretto a lasciare la tranquilla cittadina di Belo Horizonte per trasferirsi nel quartiere Bom Retiro di San Paolo, a casa di suo nonno, dopo che i suoi genitori, militanti di sinistra, abbandonano il Brasile per motivi politici. Purtroppo il nonno muore poco prima dell'arrivo del nipote e al suo arrivo Mauro si ritrova solo, senza sapere come rintracciare la famiglia. Dopo l'iniziale riluttanza, a prendersi cura di lui ci penserà Shlomo, il responsabile della sinagoga, ed il ragazzo entrerà così in contatto con il variopinto e multiculturale universo del quartiere composto da ebrei, italiani, greci e arabi insieme ai quali condividerà anche la sua passione calcistica e sperimenterà le gioie e i dolori dell'ingresso nell'età adulta...

CRITICA

"Con il calcio e con delicata ironia ci si prende gioco della persecuzione nel film in concorso alla Berlinale 'L'anno che i miei genitori andarono in vacanza', del brasiliano Cao Hamburger. Di padre ebreo berlinese e madre italiana il regista ricorda la dittatura militare in Brasile di Emilio Garrastazu Médici sullo sfondo dei mondiali di Messico '70, quando l'Italia perse in finale contro il Brasile." (Salvatore Trapasi, 'Il Giornale', 10 febbraio 2007) "Viene dal Brasile questo film sensibile e gentile nei modi di Truffaut, in cui si parla di questioni grosse mescolate ai goal dei Mondiali di calcio '70, con una sceneggiatura bilanciata tra il sommerso del dolore politico e quello che galleggia nel quotidiano, mixando argutamente sport e politica. (...) Film romanzo di formazione adolescenziale, datato anni 70 e presentato con successo alla Berlinale 07, opera seconda di un autore di tv, Cao Hamburger, specialista di infanzie, che non fa sconti ideologici alla dittatura ma insegue il sogno dell'infanzia e ne analizza i piccoli grandi traumi in modo personale, attraccando il racconto al fantastico cordone ombelicale di un decenne appassionato di vita e pallone. Un racconto fatto di memorie e rimpianti, non sempre immune da qualche sentimentalismo, ma godibile nel rapporto tra nonno e nipote secondo i modelli anche del nostro neorealismo." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 giugno 2008) "'L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza' è un film che sarebbe facile etichettare di formula se non fosse semplicemente, bonariamente irresistibile. Questione di feeling, come sempre. Ovvero di casting, di finezza del tocco, di un senso dei dettagli che dà scatto e spessore a ogni momento della strana estate di Mauro, perso come un astronauta dimenticato nello spazio in un polveroso quartiere ebraico di San Paolo, abitato quasi solo da anziani che parlano yiddish; mentre lui, di madre cristiana, non è nemmeno circonciso, come scopre sgomento il vecchio signore che lo prende in casa dopo la morte repentina del nonno... Diretto da un regista esperto in tv per l'infanzia, popolato da ragazzini (e soprattutto ragazzine) portentosi per simpatia ed espressività, 'L'anno in cui i miei...' schiva con eleganza e struggimento tutte le trappole dei film sospesi al punto di vista rivelatore (e un po' facile) del bambino. E conferma il momento di grazia del cinema brasiliano. Specie quando non tambureggia sul Grande Tema ma riscopre con garbo le sue molte anime." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 giugno 2008) "Iniziazione alla vita, all'amore e alla consapevolezza che il mondo degli adulti non è poi così realtà altra, 'L'anno in cui...' rispetta tutte le convenzioni del cinema ad altezza bambino. Michel Joelsas (Mauro) sarebbe piaciuto al Visconti di 'Morte a Venezia': occhi azzurri, dolcezza nello sguardo, innocenza d'animo. Il bimbo palleggia in casa rompendo vetrinette, si lancia la palla in aria e si tuffa per riprenderla mimando le gesta del portiere verdeoro Felix, si isola dal mondo circostante pensando che l'unica gioia possa derivare dal telefono che non vuole suonare. Ma è il richiamo dello svezzamento adolescenziale a riportarlo 'dans la rue' ad osservare i prodromi della violenta repressione militare nella vicina sede universitaria covo di comunisti. Hamburger, forte di un'ambientazione d'epoca di classe, fa trapelare lo spettro innocuo del comunismo clandestino e il fantasma barbaro di un tragico epilogo militaresco." (Davide Turrini, 'Liberazione', 5 giugno 2008)

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