SCHEDA FILM

La villa del venerdì

Anno: 1991 Durata: 99 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:Tratto dal romanzo omonimo di Alberto Moravia

Produzione:METROFILM, P.A.C. PRODUZIONI ATRAS CONSORZIATE SRL

Distribuzione:UIP - SUPER VIDEO EXTRA, EDEN VIDEO

TRAMA

Il giovane soggettista cinematografico Stefano e sua moglie Alina, che non possono avere figli, si amano sinceramente, ma hanno fatto il patto d'essere una "coppia aperta"; cioè di potersi tradire liberamente. Anche se Stefano ha qualche rapida e occasionale avventura, è soprattutto la donna, irrequieta e insoddisfatta, a cercare altre emozioni, e perciò, divenuta l'amante del musicista Paolo, comunica al marito che ha deciso di dividere la settimana fra lui e l'altro, raggiungendo questi nella sua villa il venerdì, per tornare poi a casa la domenica sera. Pur soffrendo profondamente, Stefano, che ama moltissimo la moglie, accetta la sua decisione, ma da quel momento è tormentato da tutte le pene della gelosia, anche perchè, al ritorno, Alina gli racconta, con molti particolari, come si sono svolti i rapporti con l'amante. Una sera Alina torna molto turbata: il suo incontro con Paolo le ha procurato emozioni nuove ed esaltanti, perchè l'uomo l'ha picchiata brutalmente (cosa che Stefano non aveva mai fatto) il che ha reso per lei il successivo amplesso più elettrizzante. Stefano è sconvolto: ossessionato dal legame di Alina con Paolo, non riesce più a lavorare, e inutilmente cerca di allacciare a sua volta una relazione con un'amica di famiglia, Luisa. Nessun'altra donna esiste per lui, il suo pensiero fisso è la moglie, che segue di nascosto fino alla villa di Paolo, spiandola dalla finestra. Dopo aver tentato invano di invertire le parti, immaginando d'esser lui l'amante di Alina (e Paolo il marito), arriva addirittura a progettare di uccidere la donna con la pistola, ma poi rinuncia. Intanto Alina, quando il suo rapporto sadomasochista con Paolo è giunto al culmine (tanto che lei ha sul corpo segni di frustate a sangue) capisce improvvisamente che fra lei e l'amante c'è ormai odio, e ne ha paura. Tronca perciò la relazione con Paolo, e torna dal marito, decisa a restare sempre con lui, del quale ora apprezza l'amore.

CRITICA

"Tratto da un'opera di Moravia, questo film risente delle caratteristiche dello scrittore, nelle descrizioni di malsani e spesso assurdi rapporti amorosi fra i personaggi, che passano da momenti di disinvoltissimi adulteri a brani di violento sadomasochismo. Ma, anche volendo prendere per credibile tale vicenda e il suo lieto fine si resta colpiti dalla fastidiosa falsità delle tre figure principali, che sembrano solo manichini: la Pacula (Alina), che si spoglia troppo, ma freddamente; Sands (Stefano) sempre più inespressivo, e incapace di esprimere sia il suo tormento per la gelosia che il suo amore; Karyo (Paolo), pianista violento e fatale. Quanto al regista Bolognini, anche se evita particolari troppo volgari, delude profondamente per la vacuità complessiva del film." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 113, 1992)

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