Anno: 1981 Durata: 115 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Mauro Bolognini
Specifiche tecniche:TECHNICOLOR
Tratto da:-
Produzione:MANOLO BOLOGNINI PER OPERA FILM PRODUZIONE (ROMA), MARGARET MENEGOZ PER LES FILM DU LOSANGE, GAUMONT, FR 3 (PARIGI)
Distribuzione:GAUMONT
Isabelle Huppert | nel ruolo di | Alphonsine Plessis |
Gian Maria Volonté | nel ruolo di | Il padre di Alphonsine |
Fabrizio Bentivoglio | nel ruolo di | Dumas figlio |
Fernando Rey | nel ruolo di | Stackelberg, il produttore |
Carla Fracci | nel ruolo di | Margherita Gauthier |
Clio Goldsmith | nel ruolo di | Costance |
Bruno Ganz | nel ruolo di | Il marito, conte di Perregaux |
Mario Maranzana | nel ruolo di | Dumas padre |
Paola Borboni | nel ruolo di | Una parente nobile |
Yann Babilée | nel ruolo di | Agenor |
David Jalil | nel ruolo di | Maxence |
Fabio Traversa | nel ruolo di | Un sacerdote |
Mattia Sbragia | ||
Olga Karlatos |
Precocemente avviata alla prostituzione dal padre, Alphonsine Plessis arriva a Parigi decisa a conquistare un posto fra i ricchi. Diventa subito l'amante di un giovane conte, ma lo abbandona ben presto per il vecchio e danaroso produttore Stackelberg. Poi lascia il suo protettore e sposa il conte De Perregaux, oppiomane e appassionato dell'Algeria. Partito per l'Africa l'uomo lascia ad Alphonsine, che ha cambiato il suo nome in Marie Duplessis, la più ampia libertà. La donna trasforma allora il suo salotto parigino in un punto d'incontro di gaudenti e dissoluti.
"(...) La contrapposizione del mito alla cronaca, della leggenda alla verità storica è esibita esplicitamente dal film, che si apre e si chiude con la rappresentazione del dramma di Dumas figlio (...), attraverso una sceneggiatura che ricostruisce dettagliatamente le fasi della vita della protagonista. (...) Tutta questa dimensione cronachistica fuoriesce attraverso le pieghe della narratività sotto forma di segni 'forti', di particolari ad effetto. (...) Resta la dimensione di una tragedia quotidiana che nasce dall'interazione degli eventi, fissata sul volto impassibile di Isabelle Huppert sul quale trascorrono sfruttamenti, sofferenze, ingiustizie, senza lasciare tracce che non siano quelle interiori di un indurimento progressivo e di un'accettazione passiva della propria condizione di prostituta: indubbiamente la meno affascinante e la più stilizzata Signora dalle camelie vista sullo schermo. (...) La recitazione di Gian Maria Volonté consegna alla figura del padre-protettore il senso di una lacerazione tra sentimento e cinismo, tra l'amore per la figlia e lo sfruttamento del suo corpo." (C. Camerini, 'Rivista del Cinematografo', 5, maggio 1981).
Incasso in euro