Anno: 1988 Durata: 103 Origine: USA Colore: C
Genere:DOCUMENTARIO
Regia:Errol Morris
Specifiche tecniche:(1.37:1)
Tratto da:-
Produzione:MARK LIPSON PER AMERICAN PLAYHOUSE
Distribuzione:-
Randall Adams | nel ruolo di | Se stesso |
David Harris | nel ruolo di | Se stesso |
Gus Rose | nel ruolo di | Se stesso, detective della omicidi |
Jackie Johnson | nel ruolo di | Se stessa, detective della omicidi |
Marshall Touchton | nel ruolo di | Se stesso, detective della omicidi |
Dale Holt | nel ruolo di | Se stesso, investigatore |
Sam Kittrell | nel ruolo di | Se stesso, detective |
Hootie Nelson | nel ruolo di | Se stesso, amico di David Harris |
Dennis Johnson | nel ruolo di | Se stesso, amico di David Harris |
Floyd Jackson | nel ruolo di | Se stesso, amico di David Harris |
Edith James | nel ruolo di | Se stessa, avvocato difensore |
Dennis White | nel ruolo di | Se stesso, avvocato difensore |
Don Metcalfe | nel ruolo di | Se stesso, giudice |
Emily Miller | nel ruolo di | Se stessa, testimone oculare |
R.L. Miller | nel ruolo di | Se stesso, testimone oculare |
Michael Randell | nel ruolo di | Se stesso, testimone oculare |
Elba Carr | nel ruolo di | Se stessa, impiegata da Fas-Gas |
Melvyn Carson Bruder | nel ruolo di | Se stesso, avvocato al processo d'appello |
Adam Goldfine | nel ruolo di | Randall Adams |
Derek Horton | nel ruolo di | David Harris |
Ron Thornhill | nel ruolo di | Robert Wood |
Marianne Leone | nel ruolo di | Teresa Turko |
Amanda Caprio | nel ruolo di | Sig.ra dei popcorn |
Michael Nicoll | nel ruolo di | Agente all'interrogatorio |
Michael Cirilla | nel ruolo di | Agente all'interrogatorio |
Phyllis Rodgers | nel ruolo di | Stenografa |
Dallas. Due balordi, Randall Adams e David Harris, dopo una serata passata tra birra, marijuana e cinema vengono coinvolti in una sparatoria ai danni di un poliziotto che rimane ucciso. Il film mostra le prove, molte delle quali inconsistenti, esibite dagli agenti di polizia - messi sotto pressione per la veloce risoluzione del caso - che hanno fatto condannare Adams al braccio della morte. Attraverso la messa in scena dell'omicidio, il documentario accusa la giustizia americana di essere troppo sommaria e per questo di condannare troppo spesso alla pena di morte degli innocenti.
"Fin dai titoli di testa siamo avvertiti che 'La sottile linea blu' è tutto vero tranne la ricostruzione del delitto. Ma i mezzibusti che sfilano a raccontare pirandellianamente le loro diverse verità (poliziotti, avvocati, giudici, testimoni, imputati) si direbbero dei tipici caratteristi da film americano; e la sensazione è accentuata dal doppiaggio italiano, che omologa voci e intonazioni. E allora delle due l'una; o questi personaggi, contro ciò che afferma il cartello sono interpretati da professionisti. O è proprio vero, come diceva Shakespeare, che il mondo è un teatro e tutti gli uomini sono attori." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 3 Marzo 1990) "Grazie a una serie di sconnessioni temporali nella costruzione narrativa, Morris impagina il suo materiale (interviste, testimonianze e la ricostruzione finta del delitto) con la sagacia di un giallista provetto anche se, a lungo andare, anche per la piattezza televisiva delle immagini, il procedimento risulta meccanico e ripetitivo. La verità è che la naturale destinazione di 'La sottile linea blu' non è il grande, ma il piccolo schermo. Inoltre, in film di questo genere il doppiaggio rivela clamorosamente la sua vera natura di artificio." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 6 Marzo 1990) "Ci sono due ottimi motivi per andare a vedere 'La sottile linea blu' dell'americano Errol Morris: il primo è che si tratta di un riuscitissimo esempio di film-verità, il secondo è che la pellicola ha salvato dalla sedia elettrica un uomo, Randall Dale Adams, che per un'allucinante serie di accidenti e per l'accanimento di un pubblico ministero ottuso, ha sfiorato da vicino l'orrore dei 2300 volts. (...) Grazie a questo film che ha smosso l'opinione pubblica americana ed entusiasmato i critici, il caso è stato riaperto e Adams liberato. Un'impresa che ad Errol Morris è riuscita non solo grazie alle prove da lui raccolte (erano le stesse prodotte in giudizio dai due avvocati difensori) ma soprattutto per la straordinaria abilità con cui ha girato questo documentario-inchiesta, capace di catturare lo spettatore come un thriller sofisticato." (Vice, 'Il Giornale', 7 Marzo 1990)
Incasso in euro