SCHEDA FILM

LA PORTATRICE DI PANE

Anno: 1949 Durata: 96 Origine: ITALIA Colore: -

Genere:DRAMMATICO

Regia:Maurice Cloche

Specifiche tecniche:-

Tratto da:DAL ROMANZO OMONIMO DI XAVIER DE MONTEPIN

Produzione:EXCELSA FILM (ROMA) - OMNIUM-INTERNATIONAL FILM (PARIGI)

Distribuzione:MINERVA FILM

ATTORI

Carlo Ninchi nel ruolo di Jacques Gareau
Carlo Simoncelli
Diana Lante
Franco Pesce
Gabriel Cattand nel ruolo di Georges
Giovanna Galetti
Giulio Battiferri
Irene Genna
Jacky Flint nel ruolo di Lucie
Jean Tissier nel ruolo di Maestro Soliveau
Nerio Bernardi
Nicole Francis nel ruolo di Mary Gareau
Philippe Lemaire nel ruolo di Ing. Lucien Labrau
Riccardo Foti
Roberto Bruni nel ruolo di Avv. Segoya
Vivi Gioi nel ruolo di Jeanne Fortier
Wanda Capodaglio
 
 
 

SCENOGRAFIA

Maroulis, Leonida

TRAMA

Giacomo Garaut, meccanico nell'officina Labroue, innamorato d'una vedova, Giovanna Fortier, per fare rapidamente fortuna, tenta di rubare i documenti relativi ad un'invenzione. Sorpreso, pugnala il padrone e dà fuoco all'officina. Quando Giovanna si rifiuta di fuggire con lui, Giacomo fa in modo che la vedova sia creduta colpevole dei di lui delitti; mentre egli riesce a dileguarsi. Arrestata, separata dai suoi due figlioli, Giovanna, pel dolore, impazzisce. Suo figlio Giorgio, affidato al pittore Castel, può attendere agli studi e dedicarsi, a Parigi, all'avvocatura. La figlia Lucia, venuta anch'essa a Parigi, vive facendo la sarta. Ricuperata la ragione, Giovanna evade dal carcere e viene a Parigi. Intanto Giacomo Garaut, cui l'invenzione rubata ha fruttato la fortuna, ritorna in Francia sotto falso nome, con la figlia Mary, e il destino lo mette a contatto coi figli delle sue vittime. Luciano Labroue, figlio dell'antico padrone, diventa direttore delle officine di Giacomo ed ama, riamato, la di lui figliola. Giacomo tenta invano di spezzare il cerchio, che gli si stringe intorno. Egli viene smascherato ed arrestato, sua figlia muore di dolore nell'apprendere i di lui delitti. Giovanna può riunirsi ai suoi figli e perdona all'uomo, che le ha fatto tanto male.

CRITICA

"Ennesima riduzione cinematografica del celebre romanzo di Xavier Di Montepin, riesce, per merito del regista Maurice Cloche, a mantenere un tono di narrazione dignitosa, pur non uscendo dai binari della corrente produzione commerciale". (G. Santarelli, "Rivista del Cinematografo", n. 3 del 1951).

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