Affetti e dispetti2009

SCHEDA FILM

Affetti e dispetti

Anno: 2009 Durata: 94 Origine: CILE Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:Sebastián Silva

Specifiche tecniche:HD

Tratto da:-

Produzione:GREGORIO GONZÁLEZ

Distribuzione:BOLERO FILM (2010)

ATTORI

Catalina Saavedra nel ruolo di Raquel
Claudia Celedón nel ruolo di Pilar
Mariana Loyola nel ruolo di Lucy
Alejandro Goic nel ruolo di Mundo
Anita Reeves nel ruolo di Sonia
Delfina Guzmán nel ruolo di Nonna
Andrea García-Huidobro nel ruolo di Camila
Mercedes Villanueva nel ruolo di Mercedes
Agustín Silva nel ruolo di Lucas
Darok Orellana nel ruolo di Tomás
Sebastián La Rivera nel ruolo di Gabriel
Luis Dubó nel ruolo di Eric
Luis Muñoz nel ruolo di Raúl
Andreína Olivarí nel ruolo di Javiera
Gloria Canales nel ruolo di Mamma di Lucy
Luis Wigdorsky nel ruolo di Papà di Lucy
Juan Pablo Larenas nel ruolo di Rodrigo
 
 

MONTAGGIO

Fillios, Danielle
 

SCENOGRAFIA

González, Pablo

TRAMA

Raquel fa la cameriera in casa dei Valdes da ben 23 anni e, dopo tanto tempo, non li considera più come i suoi datori di lavoro, ma come la sua famiglia. Quando comincia ad avere attacchi di emicrania sempre più forti e frequenti, la signora Valdes decide di cercare un'altra cameriera per sgravarla del lavoro, ma Raquel non accetta alcuna intrusione e fa di tutto per far fuggire a gambe levate tutte le nuove arrivate. Dopo il licenziamento dell'ennesima cameriera, la signora Valdes rinuncia al suo proposito, ma quando Raquel è costretta a prendersi un periodo di malattia, assume Lucy, una signora di campagna che contagia tutta la famiglia con la sua allegria. Una volta rimessasi in forze, Raquel ingaggia la sua battaglia personale contro Lucy, ma questa reagisce con ironia e gentilezza. Incredibilmente, per la prima volta nella sua vita, Raquel sente che qualcuno le vuole bene e la ricopre di attenzioni. Il ritorno di Lucy in campagna rivoluzionerà di nuovo la vita di tutti...

CRITICA

"Se non ci si fa influenzare troppo da un manifesto fintamente simbolico (quella testa da scimmione accanto al volto della protagonista è un innocuo gioco da ragazzi che nel film appare in pochissime scene) e da un titolo altrettanto fuorviante (soprattutto il sottotitolo 'la nana' che non riguarda la dimensione di nessuno, ma indica in spagnolo la professione della protagonista: tata, collaboratrice domestica, cameriera), ecco, se si dimenticano queste tipiche 'turbate' da distributore, il film di Sebastiàn Silva può rivelarsi una delle piccole belle sorprese di questa striminzita stagione cinematografica estiva, (Siamo tornati ai livelli anoressici del passato per titoli e uscite. Colpa solo del mondiale?) Premiato al Sundance e al Torino Film Festival (miglior film straniero alla manifestazione statunitense, miglior attrice in entrambi), 'Affetti&Dispetti' è invece una bella riflessione sugli eccessi dell'affetto e su una sbagliata concezione del senso del dovere, i due cardini su cui la tata Rachel ha costruito il suo orgoglio professionale e la sua identità di donna. (...) Il merito maggiore del film, però, è quello di saper tenere sempre un tono simpaticamente leggero e spensierato, sia quando segue con occhio curioso le tattiche messe in campo da Rachel per battere le concorrenti, sia quando racconta un mondo di valori e di comportamenti totalmente diversi da quelli fino ad allora frequentati dalla tata. Non c'è mai la tentazione della lacrima o del melodramma, anche quando la storia potrebbe giustificarlo. E la simpatia evidente del regista per la sua protagonista non gli impedisce di mettere bene in evidenza le sue responsabilità nell'accettare (e in parte costruire) la gabbia di doveri e di costrizioni in cui ha vissuto per tanti anni." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 24 giugno 2010) "Premiato al Sundance 2009, con la terrificante protagonista Catalina Saavedra che ha bissato a Festival di Torino, il cileno 'Affetti e dispetti' è un ottimo esempio di cinema indie dal palato globale: altrove raccontata secondo canovaccio della perfìdia e di machiavellismo, questa governante si divide tra ironia e 'discorso di classe', alto e basso, ricchi e servitù. Il risultato? Una commedia drammatica e irresistibile, con spunti di denuncia civile, presentimenti horror e gran parte del merito alla Saavedra, capace di affezionare e tenere sulla corda: sfodererà sorriso o coltello? Se la sua metamorfosi è mostruosa, il film rimane delizioso." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 24 giugno 2010) "Il titolo italiano farebbe pensare a una sciocca commediola, di quelle che arrivano sugli schermi estivi, invece 'Affetti e dispetti' (in originale 'La nana', ovvero 'La tata') è la storia tutt'altro che banale di Raquel una governante al servizio da 20 anni di una famiglia alto borghese di Santiago del Cile. (...) Diretto da Sebastian Silva, il film non imbocca il tema un po' scontato delle differenze di classe per aprirsi a una prospettiva decisamente più ampia e interessante. Complice una nuova amica, la donna riuscirà a liberarsi della corazza di diffidenza che l'ha trasformata in una creatura scontrosa riscoprendo la gioia di vivere." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 25 giugno 2010) "Molto riuscito questo ritratto di cameriera prigioniera del suo ruolo sociale che il regista cileno Sebastian Silva, ben coadiuvato dallo sceneggiatore Pedro Peirano, ha imbastito sul filo dell'allarme temperando le note cupe con l'arma di una sottile ironia. Senza cadere nel patetico o scivolare nella violenza, anche grazie alla recitazione asciutta ed essenziale di Catalina Saavedra: straordinaria attrice che di Rachele riesce a fare personaggio emblematico e al contempo autentico essere umano." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 25 giugno 2010) "Silva non demanda alcun pietismo al molo della protagonista, ma lascia Saavedra col suo insuperabile tono dimesso davanti all'obiettivo di un algido digitale. Per raccontarci, in fondo, che dopo la scomparsa della lotta di classe, è scomparso pure il concetto di classe. Ma lo sfruttamento, nonostante l'ipod e il jogging, rimane." (Davide Turrini, 'Liberazione', 25 giugno 2010) "Il film è ben recitato, ma conferma che gente senza interesse ispira storie senza interesse." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 25 giugno 2010)

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