LA MIA VITA SENZA ME2003

SCHEDA FILM

LA MIA VITA SENZA ME

Anno: 2003 Durata: 101 Origine: CANADA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, SENTIMENTALE

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:ESTHER GARCIA E GORDON MC LENNAN PER EL DESEO D.A., S.L.U., MILESTONE PRODUCTIONS, ANTENA 3, VIA DIGITAL, ALLIANCE ATLANTIS

Distribuzione:WARNER BROS. ITALIA (2004)

TRAMA

Nei dintorni di Vancouver Ann vive in una roulotte nel cortile della casa di sua madre che odia il mondo. Suo padre ha passato in prigione gli ultimi dieci anni. Suo marito è spesso disoccupato e lei, a ventitrè anni, per far mangiare tutti i giorni le sue due bambine, la notte fa le pulizie in quella università che non ha potuto frequentare la mattina. Ma un giorno un controllo medico cambia completamente la sua vita e all'improvviso Ann ha l'impressione di essersi risvegliata da un sogno.

CRITICA

"'La mia vita senza me' di Isabelle Coixet, coproduzione ispanocanadese, è più eccentrico che emozionante come l'altra opera della regista catalana 'Le cose che non ti ho mai detto'. Se la regia è esteriore (flou e ralenti a non finire), a dare sostanza c'è la divina Sarah Polley. Questa ventiseienne canadese scoperta da Gilliam ('Le avventure del Barone di Munchausen') e lanciata da Egoyan ('Exotica', 'Il dolce domani') rifiuta grandi occasioni ('Quasi famosi') e fa politica attiva prendendosi le manganellate ai cortei. Sceglie ruoli masochisti, ma quando è inquadrata irradia di luce schermo e spettatori. 'La mia vita senza me' non avrebbe alcun senso senza Sarah Polley. Il film è lei." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 6 febbraio 2004) "Anziché tradurre un soggetto potenzialmente così macabro in contabilità dei sentimenti, raccontando gli ultimi giorni di una mammina-coraggio da santino, Coixet sceglie una messa in scena tutta in ritegno, ellittica, largamente venata di malinconia ma dove è la vita a vincerla sulla morte. Anne fa ciò che fa conscia di non avere tempo a disposizione; mai, però, come se fosse l'ultima volta. Intorno a Sarah Polley, perfetta, circola un piccolo mondo di personaggi secondari ben schizzati e interpretati dagli attori giusti. Tra cui molte spettatrici riconosceranno l'emergente sex-symbol Mark Ruffalo, in trasferta dalle torbide atmosfere di 'In the cut'." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 febbraio 2004)

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