La mandragola1965

SCHEDA FILM

La mandragola

Anno: 1965 Durata: 103 Origine: FRANCIA Colore: B/N

Genere:COMICO, COMMEDIA

Regia:Alberto Lattuada

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:ispirato alla commedia omonima (1518) di Niccolò Macchiavelli

Produzione:ALFREDO BINI PER ARCO FILM (ROMA), LUX DE FRANCE (PARIS)

Distribuzione:TITANUS - CD VIDEOSUONO

ATTORI

Rosanna Schiaffino nel ruolo di Lucrezia
Philippe Leroy nel ruolo di Callimaco
Jean-Claude Brialy nel ruolo di Ligurio
Romolo Valli nel ruolo di Messer Nicia Calpucci
Totò nel ruolo di Fra' Timoteo
Armando Bandini nel ruolo di Siro
Nilla Pizzi nel ruolo di Sostrata
Pia Fioretti nel ruolo di La francesina
Donato Castellaneta nel ruolo di L'uomo-donna
Ugo Attanasio nel ruolo di Lo stregone
Mino Bellei nel ruolo di Avventore dell'osteria
Jacques Herlin nel ruolo di Frate predicatore
Luigi Leone
Renato Montalbano
Walter Pinelli
 
 
 

MONTAGGIO

Baragli, Nino
 

SCENOGRAFIA

Egidi, Carlo
 

COSTUMISTA

Donati, Danilo

TRAMA

Callimaco, un nobile giovanotto fiorentino, vive in Francia dove trascorre le sue giornate in cerca di nuove avventure sentimentali in compagni dei suoi amici perdigiorno. Attratto dalla fama della bellezza di Lucrezia, la moglie del notaio Nicia Calfucci, Callimaco decide di tornare a Firenze per provare a sedurla. Quando viene a sapere che il povero Nicia, preoccupato per la mancanza di un erede, è disposto a sperimentare ogni tipo di rimedio per guarire la presunta sterilità della moglie, Callimaco mette in atto un piano diabolico. Con l'aiuto di Ligurio, si spaccia per un luminare francese e propone a Nicia il suo infallibile rimedio. Per sconfiggere la sterilità, Lucrezia dovrà soltanto ingerire una pozione a base di mandragola. C'è un'unica controindicazione: il primo uomo che le si avvicinerà troverà la morte a causa degli influssi malefici della pianta. Che male ci sarebbe se il primo uomo fosse uno sconosciuto vagabondo passato lì per caso?

CRITICA

"Il film, che si ispira molto liberamente al testo di Machiavelli, non soltanto fallisce nel tentativo di evocare il clima e l'ambiente della Firenze cinquecentesca, frettoloso, opaco e approssimativo com'è, ma disperde in trovate banali la feroce satira del Machiavelli, ne trascura le implicanze morali, politiche e sociali, privando la (...) vicenda del suo unico nerbo." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 59, 1966) "Se la materia è boccaccesca; se il tema è comico e triviale, lo spirito del lavoro è ben diverso e il riso che ne scaturisce è amaro, anzi agghiacciante (...). Lattuada, regista colto e raffinato (...) si è accostato al testo col debito rispetto e ha crcato visibilmente di arginare (...) le tentazioni suggerite dalle situazioni (...) che potevano farlo scivolare nella pochade in costume." (Giulio Cattivelli, 'Cinema Nuovo', febbraio 1966).

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