Anno: 2008 Durata: 105 Origine: FRANCIA Colore: B/N
Genere:DRAMMATICO
Regia:Philippe Garrel
Specifiche tecniche:-
Tratto da:-
Produzione:RECTANGLE PRODUCTIONS, STUDIOURANIA
Distribuzione:-
Louis Garrel | nel ruolo di | François |
Laura Smet | nel ruolo di | Carole |
Clémentine Poidatz | nel ruolo di | Eve |
Olivier Massart | nel ruolo di | Padre di Eve |
Juliette Delègue | nel ruolo di | Nathalie |
Cedric Vieira | nel ruolo di | Amico di François |
Emmanuel Broche | nel ruolo di | Amico di François |
Eric Rulliat | nel ruolo di | Marito di Carole |
Grégory Gadebois | nel ruolo di | Amico di Carole |
Jérôme Robart | nel ruolo di | Amico di François |
Nathalie Juliette | nel ruolo di | Delegata |
Vladislav Galard | nel ruolo di | Amico di Carole |
Un giovane fotografo sta per sposarsi ma il giorno del matrimonio vede apparire nello specchio una terribile visione. La sua ex ragazza, che dopo essere stata da lui abbandonata si è suicidata, torna nel mondo dei vivi per guastargli la festa.
"Fedele e coerente alla linea di un cinema avulso dalla contemporaneità rimane Philippe Garrel. 'La frontiere de l'aube' è L'ultimo lungometraggio di un autore che ha iniziato la sua attività nell'anno di grazia 1968 e da lì non si è mai più spostato. Noi ci accodiamo controcorrente alla schiera di chi lo ha applaudito. Garrel ha voluto raccontare alla sua maniera (bianco e nero, dialoghi essenziali al confine col ridicolo, spazio e tempo del racconto dilatati, infrazioni alle regole tradizionali dell'inquadratura come faceva la Nouvelle Vague) la tragica storia d'amore tra il fotografo François e l'attrice Carole. Una tranche de vie pennellata dell'essenzialità del quotidiano, resa cupa e dolente dall'innesto di un subconscio che non lascia tregua, quando il ragazzo vorrà rifarsi una vita dopo la violenta morte di lei." (Davide Turrini, 'Liberazione', 23 maggio 2008) "Garrel è un po' come gli americani vedono i francesi: molto intellettuali, molto alcol, molte turbe psicologiche, lunghi silenzi, frasi a effetto... Nel film c'è tutto questo, solo che il Garrel regista non è una caricatura oltreoceano del francese tipo, essendo invece parigino al cento per cento. Qualcosa non torna... (...) Naturalmente Garrel non è uno stupido, è un regista di buone letture e di molte riflessioni, spiega bene il senso di ciò che ha voluto mostrare sullo schermo, è capace di teorizzare sul cinema e sulla vita. Il problema è che il confine fra il poeticamente sublime e il ridicolo è sottilissimo e lui lo attraversa senza rendersene conto" (Stelio Solinas, 'Il Giornale', 23 maggio 2008) "Il francese Philippe Garrel, idolo della cupola parigina, dirige l'efebico figlio Louis (uno dei sessantottini di 'Dreamers') in 'La frontière de l'aube' che racconta 'come se fosse vera' una storia d'amore dai risvolti soprannaturali. Confortato dalla scelta del bianco e nero, lo scapigliato maestro gioca con un'infinità di influssi che vanno dal Polanski di 'Rosemary's baby' a 'Alphaville' di Godard; ma, forse perché gli interpreti esagerano con l'aria sonnambolica e l'incarnato spettrale, il film prende un'andatura involontariamente ridicola." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 23 maggio 2008)
Incasso in euro