La forza del passato2002

SCHEDA FILM

La forza del passato

Anno: 2002 Durata: 98 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Piergiorgio Gay

Specifiche tecniche:35 MM (1:1,85)

Tratto da:romanzo omonimo di Sandro Veronesi (ed. Bompiani)

Produzione:ALBACHIARA, ISTITUTO LUCE

Distribuzione:ISTITUTO LUCE

ATTORI

Sergio Rubini nel ruolo di Gianni Orzan
Bruno Ganz nel ruolo di Bogliasco
Sandra Ceccarelli nel ruolo di Anna Orzan
Mariangela D'Abbraccio nel ruolo di Madre di Matteo
Valeria Moriconi nel ruolo di Madre di Gianni
Giuseppe Battiston nel ruolo di Portiere di notte/Soldato
Aleksander Krosl nel ruolo di Arkady Fokin
Barbara Cerar nel ruolo di Ragazza che suona alla porta
Sebastiano Moise nel ruolo di Gianni Orzan bambino
 

SOGGETTO

Veronesi, Sandro
 
 

MUSICHE

Quintorigo
 
 

SCENOGRAFIA

Comencini, Paola
 

COSTUMISTA

Sartori, Francesca

TRAMA

Affermato scrittore di libri per bambini, il quarantenne Giovanni Orzan è felicemente sposato ed ha un figlio di otto anni. Una sera, mentre si trova a passeggio per le vie della città, viene avvicinato da Gianni Bogliasco, un vecchio amico di suo padre - un generale dell'esercito morto anni prima - con il quale Giovanni non ha mai avuto un buon rapporto. Bogliasco racconta allo scrittore una strana storia: la storia di un generale (il padre di Giovanni, appunto) che in realtà è una spia del Kgb. Inoltre lo scrittore viene a sapere di essere stato tradito dalla moglie Anna. Dopo queste rivelazioni, il mondo di Giovanni crolla in soli quattro giorni.

CRITICA

" 'La forza del passato' di Piergiorgio Gay, dal bel romanzo omonimo di Sandro Veronesi, elabora uno spunto paradossale. Sergio Rubini, scrittore di successo per l'infanzia, non ha ancora finito di seppellire il padre che viene avvicinato da una misteriosa figura apparentemente farneticante. Secondo quell'individuo male in arnese, che guida auto rubate e ha una pistola nei calzoni, il padre di Rubini non era un generale rigido e conservatore, ma una spia del Kgb... Ed è solo l'inizio delle rivelazioni che il povero scrittore dovrà sopportare. Peccato che prendendo alla lettera questo apologo sul dolore di crescere e di cambiare, molto suggestivo sulla pagina, il film ne faccia un aneddoto laborioso e un poco esangue. Del torinese Gay, appartato e sensibile, allievo di Olmi, preferivamo i vibranti 'Tre storie' e 'Guarda il cielo'. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 13 settembre 2002) "Tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, il film di Gay, che aveva esordito con il notevole 'Tre storie', è francamente e purtroppo una delusione. (...) Tutto e tutti guardati con stanchezza da una macchina da presa che inventa poco cinema". (Bruno Fornara, 'Film tv', 17 settembre 2002) "Grandi speranze, gravi delusioni. Sulla carta sembrava bella l'idea che Piergiorgio Gay, un giovane regista cresciuto alla scuola di Olmi, portasse sullo schermo un originale romanzo contemporaneo, 'La forza del passato' di Sandro Veronesi. E invece, perduto in una trama difficile, Gay appiattisce tutto e non crea atmosfera. Lo spostamento dell'azione da Roma a Trieste è inutile. Le citazioni frizzanti del romanziere sono cancellate. Restano, scialbi e inerti, i dialoghi fra i due protagonisti: Sergio Rubini (il figlio sconvolto) affonda alla prima smorfia; Bruno Ganz (il messaggero misterioso) si difende meglio ma alla fine naufraga anche lui". (Claudio Carabba, 'Sette', 27 settembre 2002)

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