SCHEDA FILM

La fortuna di essere donna

Anno: 1956 Durata: 100 Origine: FRANCIA Colore: B/N

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:GIANNI HECHT LUCARI PER DOCUMENTO FILM (ROMA), LE LOUVRE FILMS (PARIGI)

Distribuzione:LUX FILM - CD VIDEOSUONO

TRAMA

Antonietta, bella ragazza di famiglia modesta, scopre la propria effigie sulla copertina di una rivista: la posa in cui il fotografo, a sua insaputa, l'ha ripresa, è alquanto spregiudicata. Il suo fidanzato vorrebbe far causa al fotografo; ma costui le racconta di aver lanciato, per mezzo delle fotografie, molte ragazze, che son divenute indossatrici e dive del cinematografo. Antonietta si lascia convincere dalla spregiudicata eloquenza del giovane Corrado, si fa fare una serie di fotografie in costume da bagno e poi passa una notte con lui. In realtà i due giovani incominciano ad essere reciprocamente innamorati; ma Corrado non lo vuol confessare neppure a se stesso e fa il cinico per posa. Antonietta, per provocarlo, rendendolo geloso, si lascia corteggiare dal conte Senetti, specializzato nel lancio di "stelle". Questi le insegna le buone maniere, le fa avere in prestito abiti di lusso e giunge fino a regalarle una pelliccia di visone. Corrado comincia ad essere geloso, tanto più che Antonietta gli fa, a bella posta, dei racconti esagerati, magnificando le sue avventure e le promesse fortune. Antonietta chiede al conte di sposarla, e quello promette; ma, ad un pranzo, ella si trova di fronte alla legittima moglie di Senetti ed è Costretta a restituire anche la pelliccia. E' una dolorosa, ma salutare delusione, che la induce a rinunciare a quel mondo, che non fa per lei. Ripiega su Corrado, che del resto ama; lui ricambia in fondo il sentimento di lei, ma non vorrebbe ammetterlo. Dopo una serie di schermaglie, il duello si conclude con un affettuoso abbraccio, che prelude a un matrimonio.

CRITICA

"'La fortuna di essere donna' è una satira dell'arrivismo, dell'equivoco mondo che circonda gli aspiranti divi, della superficialità e del cinismo di certa gioventù attuale." (Angelo Solmi, 'Oggi, 16 febbraio 1956)

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