La fiamma sul ghiaccio2006

SCHEDA FILM

La fiamma sul ghiaccio

Anno: 2006 Durata: 104 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Umberto Marino

Specifiche tecniche:35MM

Tratto da:-

Produzione:ALESSANDRO JACCHIA E MAURIZIO MOMI PER ALBATROSS AMP

Distribuzione:ALBATROSS

ATTORI

Raoul Bova nel ruolo di Fabrizio
Donatella Finocchiaro nel ruolo di Caterina
Paolo Calabresi nel ruolo di Fratello di Caterina
Simona Nasi nel ruolo di Assistente sociale
Max Giusti nel ruolo di Mario
Lucia Antonia nel ruolo di Alda
Francesca Vettori nel ruolo di Monia
Stefano Corsi nel ruolo di Orlando
Paolo Sena nel ruolo di Tossico
 

SOGGETTO

Marino, Umberto
 

SCENEGGIATORE

Marino, Umberto
 
 

SCENOGRAFIA

Serafini, Enrico
 

COSTUMISTA

Serafini, Enrico

TRAMA

Caterina è una barbona con problemi psicologici che, avendo incontrato Fabrizio se ne innamora vedendo in lui la proiezione del suo uomo ideale. Nel tentativo di riuscire a conquistarlo, comicia a seguirlo e prova in ogni modo ad entrare in contatto con lui. Fabrizio, però, è colpito da una sindrome autistica per cui è incapace di provare sentimenti. Lei, nella speranza di vedere ricambiato il suo amore, lo spinge a sospendere l'assunzione dei farmaci e ad andare con lei in pellegrinaggio ad un santuario. Fabrizio non guarisce, ma i due riescono finalmente a comunicare. Subito dopo, però, lui viene colpito da una crisi violenta e quando si risveglia dopo essere stato sedato, neanche la riconosce più. A quel punto, anche Caterina, fugge disperata.

CRITICA

"(...) Può funzionare un amore così? No, ci dice il film, ma proprio per questo è amore vero. Niente di nuovo, quindi. Così come non lo sono le riprese con i giardini in fiore o i flashback. Stupisce, invece, Raoul Bova, credibilissimo in questo ruolo, che interpreta con tenacia e senza sbavature. Il miglior lavoro della sua carriera, assieme all'idraulico di 'Cominciò tutto per caso', sempre diretto da Marino che, giustamente, cerca (e trova) in Bova l'anima limpida di un ragazzo per bene, invece di quella del sex-symbol o del poliziotto." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 10 marzo 2006) "Film coraggioso e curioso, alla David e Lisa, che parla dei fattori umani in bilico tra ragione e follia. L'impossibile storia d' amore (il titolo ossimoro lo spiega) tra un prof. di matematica che ha perso gli affetti e la voglia di voler bene e una clochard disturbata-estroversa. Attrazione fatale, per lei. Che lo segue, lo induce in tentazione, va con lui a chiedere la grazia, tentazione melò mistica di un film che parte usando molta musica ed incubi metafisici ad personam. Umberto Marino racconta alzando volentieri il volume una storia che sembra metafora di un oggi in cui è difficile capirsi. Bova si trasforma totalmente, è bravissimo e costruisce a tutto tondo un infelice vero ma che non fa pietà; Donatella Finocchiaro è di un verace psico-folklorismo; Max Giusti dimostra che non è solo un comico. Gioca forte l'immaginazione: c'è un finale da musical di Minnelli, botta di fastosa malinconia." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 10 marzo 2006) "Film di interesse nazionale: un marchio che equivale a una garanzia. Di stangata, nel senso di bidone. Non si sottrae alla regola, ben conosciuta dal pubblico più scafato, 'La fiamma sul ghiaccio', titolo metaforico di un dramma ambizioso e inconcludente, che ha penato due anni prima di trovare un (eroico) distributore. (...) Se le anime semplici possono anche sciogliersi, ma è un'impresa disperata, gli altri hanno due soluzioni: o imprecano per un cinema italiano che va immancabilmente a rovistare nella desolazione, o sghignazzare davanti al Raoul Bova artistico di complemento. Nonostante gli encomiabili sforzi, come quando si arrabbia con chi arriva con 'sette o otto secondi di ritardo', è più ridicolo che commovente nell'involontaria (?) parodia di Dustin 'Rain Man' Hoffman." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 10 marzo 2006) "Quando un divo accetta di interpretare personaggi trasfigurati, menomati o malati e per giunta perdenti, di solito rischia (in termini di gradimento) perché sfida le aspettative del pubblico di massa che lo vuole sempre e comunque glamorous e vincente. Dopo il Dustin Hoffman di 'Rain Man', il Robert De Niro di 'Risvegli', l'Al Pacino di 'Profumo di donna', il Mel Gibson di 'L'uomo senza volto', anche il nostro Raoul Bova ha deciso coraggiosamente di misurarsi con un personaggio e una storia ben diversi dal suo standard. (...) La brava Donatella Finocchiaro, anche lei costretta ad imbruttirsi, interagisce con efficacia con Bova che ha metabolizzato le patologie autistiche in stile Actor's Studio e la coppia riesce a trasmettere il dramma di due solitudini e a rendere tangibile il degrado fisico e morale. Fabrizio e Caterina risultano però troppo isolati dal contesto e al film manca quello sguardo estremistico di certo cinema francese capace di proiettare la disperazione sugli ambienti e sulle cose." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 17 marzo 2006) "Umberto Marino, che da commediografo e sceneggiatore firmò, all'inizio degli anni Novanta successi come 'Italia - Germania 4 - 3' e 'La stazione', ha realizzato un film, 'La fiamma sul ghiaccio', che vuole raccontare la straordinaria e impossibile storia d'amore tra due persone sofferenti di disturbi mentali. (...) Audace nello spunto il film si disperde nelle derive oniriche. Ammirevole l'applicazione di Bova sulle orme di Dustin Hoffman in 'Rain Man' e di Tom Hanks in 'Forrest Gump'." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 24 marzo 2006)

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