Anno: 1949 Durata: 95 Origine: ITALIA Colore: -
Genere:DRAMMATICO
Regia:Vittorio Cottafavi
Specifiche tecniche:-
Tratto da:romanzo "Itala gens" di Franco Navarra Viggiani
Produzione:FRANCO NAVARRA VIGGIANI PER ORSA FILM
Distribuzione:ENIC
Gino Cervi | nel ruolo di | Luigi Manfredi |
Maria Denis | nel ruolo di | Maria |
Leonardo Cortese | nel ruolo di | Giuseppe Manfredi |
Luigi Tosi | nel ruolo di | Giovanni |
Carlo Campanini | nel ruolo di | Zio di Maria |
Danielle Benson | nel ruolo di | Caterina |
Fulvia Mammi | nel ruolo di | Norina |
Arnaldo Mochetti | ||
Barbara Vassarotti | ||
Carlo Mariotti | ||
Daniela Benucci | ||
Diego Muni | ||
Dina Romano | ||
Gaio Visconti | ||
Giampaolo Rosmino | ||
Giovanni Lovatelli | ||
Gustavo Serena | ||
Lorena Berg | ||
Maurizio Di Nardo | ||
Nando Bruno | ||
Tino Buazzelli |
Giuseppe, il minore dei tre figli di Padron Luigi Manfredi, un onesto agricoltore, si è arruolato come carabiniere. Giuseppe è fidanzato con Maria e la sposa prima di partire per la prima guerra mondiale. Il ragazzo però muore in combattimento, lasciandola la moglie e un figlio, Luigi. Il bambino cresce nella casa del nonno e mostra fin da ragazzo la tendenza a seguire la carriera paterna. La madre ne ha paura e persuade il nonno e lo zio parroco a metterlo in seminario. Ma non è possibile opporsi alla vocazione di Luigi, che finisce per arruolarsi nell'Arma. Passano gli anni: scoppia la seconda guerra mondiale. Luigi si batte valorosamente in Africa, viene rimpatriato per malattia e, promosso brigadiere, viene mandato a comandare una stazione, nelle vicinanze del suo paese. Dopo l'8 settembre, Luigi resta al suo posto, cercando di tutelare gli interessi dei connazionali. Nella zona vengono uccisi due soldati tedeschi: dieci paesani sono presi come ostaggi. Luigi si presenta al comando tedesco: si dichiara responsabile dell'uccisione e affronta la fucilazione per salvare gli ostaggi.
"Completamente negativo, in ogni senso è "La fiamma che non si spegne", sull'arma dei carabinieri, che certo meritava un omaggio più sincero e umano. Eroismi e sacrifici, patria amore e famiglia, si trovano in questo film nelle lora accezioni più false e retoriche [...]. Il regista (l'anonimo Cottafavi) e i suoi degni collaboratori cercano fra l'altro di fare un'apologia del fascismo". (Guido Aristarco, "Voce Adriatica", 3 settembre 1949). "Dal punto di vista artistico e tecnico il film ha notevoli pregi e riesce interessante, malgrado qualche lungaggine". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 26, 1949).
Incasso in euro