La famiglia Savage2007

SCHEDA FILM

La famiglia Savage

Anno: 2007 Durata: 114 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO

Regia:Tamara Jenkins

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:FOX SEARCHLIGHT PICTURES, LONE STAR FILM GROUP, THIS IS THAT PRODUCTIONS, AD HOMINEM ENTERPRISES

Distribuzione:20TH CENTURY FOX ITALIA (2008) - DVD: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

ATTORI

Laura Linney nel ruolo di Wendy Savage
Philip Seymour Hoffman nel ruolo di Jon Savage
Philip Bosco nel ruolo di Lenny Savage
Peter Friedman nel ruolo di Larry
Gbenga Akinnagbe nel ruolo di Jimmy
Cara Seymour nel ruolo di Kasia
Alyssa Waldrip nel ruolo di Faith
David Zayas nel ruolo di Eduardo
Debra Monk nel ruolo di Nancy
Guy Boyd nel ruolo di Bill
Hal Blankenship nel ruolo di Burt
Joan Jaffe nel ruolo di Lizzie
Margo Martindale nel ruolo di Roz
Michael Blackson nel ruolo di Howard
Salem Ludwig nel ruolo di Sig. Sperry
Sidné Anderson nel ruolo di Simone
Tonye Patano nel ruolo di Sig.na Robinson
 

SCENEGGIATORE

Jenkins, Tamara
 

MUSICHE

Trask, Stephen
 

MONTAGGIO

Kates, Brian A.
 

SCENOGRAFIA

Stewart, Jane Ann
 

COSTUMISTA

Robinson, David C.

TRAMA

I fratelli Wendy e Jon Savage hanno abbandonato molto presto la casa paterna ed ognuno di loro conduce ormai un'esistenza lontana dai legami familiari. Wendy vive nell'East Village dove cerca in ogni modo di realizzarsi come sceneggiatrice, ma in realtà si arrangia per sbarcare il lunario, ed è coinvolta in una relazione senza futuro con un vicino di casa 'molto sposato'. Jon, invece, è un professore universitario che insegna drammaturgia e che sta scrivendo un libro su Brecht. Il loro ultimo desiderio sarebbe proprio quello di tornare a vivere una situazione familiare da cui sono precocemente fuggiti, ma una telefonata in cui vengono informati della demenza senile del padre ormai giunta ad uno stato gravemente avanzato li fa ricongiungere con l'anziano genitore. Ben presto, Wendy e Jon verranno proiettati in un passato che credevano dimenticato per sempre, ma allo stesso tempo impareranno a confrontarsi l'uno con l'altra e a scoprire ognuno la propria vera natura.

CRITICA

"Potrebbe essere uno di quei film educati e ovvi che arrivano in serie dall'America delle Università e delle fondazioni culturali (i due protagonisti, come forse l'autrice, vengono da lì). Invece è una commedia agra piena di intelligenza e di annotazioni esatte, servita a meraviglia da tre attori formidabili (Laura Linney, anche candidata all'Oscar, Philip Seymour Hoffman e il monumentale Philip Bosco nel ruolo acrobatico del padre morituro che i figli non perdonano, anche se ora è soprattutto lui a non perdonare loro). La cosa più bella è forse il campionario di eufemismi, perifrasi, piccole ipocrisie con cui fratello e sorella mascherano continuamente, a se stessi prima che agli altri, smacchi e delusioni." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 gennaio 2008) "Sorella e fratello, due adulti immaturi che si proteggono dalla vita rifugiandosi all'ombra dell'arte. (...) Nonostante la drammaticità della situazione La famiglia Savage è un piccolo romanzo di crescita che l'autrice Tamara Jenkins ha scritto e diretto in una chiave di sottile malinconia venata di humour e senza mai cadere nel sentimentalismo. Eppure si tratta di un film intimista, giocato proprio sulla forza dei sentimenti che legano i fratelli fra loro a al genitore. Un'affettività suggerita con grazia minimalista dalla regista e con ricchezza di sfumature dagli interpreti, entrambi straordinari, anche se solo la Linney è stata candidata all'Oscar." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 1 febbraio 2008) "Ci voleva la "botta di vecchiaia" di papà per far crescere i due figli. Acido lui, avvizzita lei: non c'è che dire, i due fratelli Savage, Jon e Wendy, non se la passano bene. Entrambi sulla quarantina, vivono in città diverse degli States e non si sentono quasi mai. (...) Chi si prenderà cura di quel vecchio orso che si è sempre disinteressato dei suoi due figli? Wendy e Jon, è ora di diventare adulti: e proprio la malattia di papà, con il suo contorno di angosce, li costringerà a guardare in faccia i lati meno felici della vita. Si può fuggire, si può fare finta di niente, ma si può pure prendere consapevolezza che le cose cambiano." (Luigi Paini, 'Il Sole 24 Ore', 3 febbraio 2008 "La famiglia Savage si concentra, con toni particolarmente sommessi, sulla vecchiaia quando diventa demenza, e usiamo questa parola in senso tecnico. A soffrirla è un uomo che ha da poco perso la compagna di secondo matrimonio. I figli del primo lo devono ora accudire uscendo, giocoforza, dall'avvitamento nevrotico delle loro vite fallimentari. (...) Sul film aleggia un'atmosfera cupa di irrimediabile impossibilità a cambiare le cose della vita. La Jenkins, già regista in 'L'altra faccia di Beverly Hills', riesce a raccontare la mestizia della borghesia media americana in modo notevole. Basta guardare come dipinge l'interno delle case dei due fratelli, così desolanti e desolate, puro paesaggio di anime in pena." (Dario Zonta, 'L'Unità', 25 gennaio 2008)

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