La donna di nessuno2007

SCHEDA FILM

La donna di nessuno

Anno: 2007 Durata: 97 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, THRILLER

Regia:Vincenzo Marano

Specifiche tecniche:SUPER 35

Tratto da:liberamente tratto dal racconto «Histoire d'une prostituée» di Clara Dupont-Monod

Produzione:LES FILMS DE L'ASTRE, FILMEXPORT GROUP, TF1 FILMS PRODUCTION, CANAL +

Distribuzione:FILMEXPORT

ATTORI

Laurent Lucas nel ruolo di Martin Delvaux
Hélène de Fougerolles nel ruolo di Jeanne
Thierry Frémont nel ruolo di Grégoire
Candice Hugo nel ruolo di Sarah Rousseau
Anna Galiena nel ruolo di Zia Louise
Christine Citti nel ruolo di Fauconnier
Cyrielle Clair nel ruolo di Camille
Bernard Verley nel ruolo di Richard Gallager
Carole Bianic nel ruolo di Mélanie
Magaly Berdy nel ruolo di Procuratore Joasse
Elisabeth Commelin nel ruolo di Marie Greffière
Jacques Zabor nel ruolo di Padre di Camille
Nicolas Briançon nel ruolo di Lucas
Marc Quentin nel ruolo di Duval
Kevin Ceccarelli nel ruolo di Olivier
 
 

MONTAGGIO

Stéphanie Gaurier
 

SCENOGRAFIA

Fournier, Yves
 

COSTUMISTA

Sophie de Kerguidan

TRAMA

Sarah è una prostituta di lusso. Delvaux è un giudice arrivista. Jeanne è una giornalista incorruttibile. I destini di queste tre persone si incroceranno sullo sfondo di un'inchiesta della polizia relativa al presunto suicidio di una testimone chiave per un processo. Amori, passioni e tradimenti condurranno tutti i protagonisti a vivere un doloroso e drammatico epilogo.

CRITICA

"Vincenzo Marano confeziona un film formattato per il piccolo schermo e interpretato (oltre che dalla nostra Anna Galiena) da un cast di attori francesi dalle belle facce e dal talento, perlopiù, trascurabile. Con un'avvertenza. Inizia con un omicidio: in realtà, volge subito al melodramma passionale: basato sull'assunto, di per sé accettabile ma poco motivato, che il personaggio di Sarah, donna di tutti, si tormenti per non essere amata da nessuno."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 giugno 2009) "E' noto che Alfred Hitchcock per scrivere un copione con il suo collaboratore di turno ci lavorava un anno, e anche più, mettendosi ogni giorno a tavolino con la regolarità di un impiegato. Non so quanto abbiano impiegato i tre autori di 'La donna di nessuno', basandosi su un racconto di Clara Dupont-Monod, ma certo se si concedevano i tempi supplementari, il film veniva meglio. Perché il funzionamento di un congegno a sfondo poliziesco, questo l'abbiamo capito, dipende in primo luogo da come è scritta la sceneggiatura. Qui è evidente che le ambizioni risultano spropositate." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 26 giugno 2009) "'La Donna di nessuno' mescola bene ambienti alto borghesi di una Parigi bene, tutta vetrate dall'ottantesimo piano e tendaggi da milioni di euro, con una certa audacia nella rappresentazione erotica. Risente però di una spersonalizzazione della regia e di una generica messa in scena televisiva, dove l'unico obiettivo sembra la soluzione dell'enigma e dove l'enfatizzazione dell'invadente contributo sonoro carica la suspense come il settimo cavalleggeri. Non aspettatevi la densità della serie tv 'Engrenages'. Semmai qualche scivolone alla Commissario Cordier." (Davide Turrini, 'Liberazione', 26 giugno 2009) "Di produzione franco-italiana a prevalente componente transalpina, il thriller si avvale di una regia nostrana, quella di Vincenzo Marano, che esordisce nel lungometraggio dopo una lunga militanza parigina in forme diverse di cinema. Ma il risultato è esangue e il film non decolla anche se alcuni fra gli attori fanno del loro meglio." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 26 giugno 2009) "La trama non sarà originalissima, ma la tenuta drammaturgia del film non è malvagia. Le scene d'atmosfera funzionano, meglio dei dialoghi, a volte un tantino didascalici. I legami con l'attualità italiana, al di là della battuta iniziale, sono probabilmente casuali, ma fa comunque impressione vedere un film che ricostruisce in Francia uno scandalo politico-sessuale simile a quello che sta squassando l'Italia; il gap appare fortissimo, sinistro, come a dire che in Francia anche le squillo e i loro 'utilizzatori finali' sono comunque assai più signorili che in Italia. E' solo un'illusione: ma che cos'è il cinema se non illusione?." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 26 giugno 2009)

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