LA COMMEDIA DI DIO1995

SCHEDA FILM

LA COMMEDIA DI DIO

Anno: 1995 Durata: 165 Origine: PORTOGALLO Colore: C

Genere:GROTTESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:-

Produzione:G.E.R. GRUPO DE ESTUDIOS E REALIZALOES - JOAQUIM PINTO

Distribuzione:MIKADO FILM - MONDADORI VIDEO

TRAMA

João De Deus è l'anziano uomo di fiducia di Dona Judite, proprietaria di una fabbrica di gelati con relativo negozio, il "Paradiso", a Lisbona. Maniaco delle norme igieniche, l'uomo sottopone le dipendenti a meticolosi quanto ambigui controlli: quando Judite gli presenta Rosarinho, una ragazza di campagna, costei attira l'attenzione del vecchio satiro che colleziona, in un album, peli pubici femminili. La ragazza soggiace in vari modi alla morbosa influenza del vecchio che, dopo evoluzioni natatorie in piscina con le impiegate dell'azienda finisce per abusare turpemente di lei. Frattanto Judite organizza una fusione con un produttore francese di gelati ed alla festa João tiene un polemico discorso di inaugurazione servendo un gelato al probabile socio, che lo trova orribile, scatenando le ire di Judite: costei si presenta però da lui a tarda notte, annunciandogli che il nuovo partner, evidentemente non solo commerciale, l'ha delusa e che è riassunto. Tornato in negozio, viene a prendere un gelato la figlia di un macellaio, la quindicenne Joaninha, che l'uomo irretisce ottenendo un incontro serale a casa sua. Durante il pranzo rimpinza la ragazza e le fa fare un bagno nel latte: costei accusa mal di pancia e João la fa sedere su una sorta di cornucopia piena di uova fresche, a suo dire per alleviarle i dolori. Ma una vicina riferisce tutto al macellaio che non gradisce affatto le attenzioni di João per la sua creatura e la mattina, dopo aver minacciato di evirarlo lo malmena mandandolo all'ospedale. Una volta uscito, João torna alla gelateria ma scopre che è stata trasformata in un lussuoso e asettico shop all'americana e che Judite è in società con un italiano. Giunto a casa, João trova tutto distrutto: anche il suo album di ricordi piliferi è stato bruciato.

CRITICA

Esposto all'ultima mostra veneziana, "La commedia di Dio" ebbe il secondo premio dalla giuria ufficiale, ne buscò due altri paralleli (il Pasinetti del Sindacato giornalisti cinematografici e quello di "Filmcritica"), risultò in testa alle preferenze dei collaboratori del mensile "Cineforum" con l'altissima media di 4,41 davanti a "Clockers" di Spike Lee (3,71) e a "La cerimonia" di Chabrol (3,71). Anche perché costretto dal basso costo, l'eccentrico Monteiro pratica l'estetica moderna ed europea della durata: rari e minimi movimenti della cinepresa che è spesso ferma, intenta a inquadrature frontali di lunga durata; montaggio ridotto all'indispensabile; rari e brevi interventi di musica classica (Haydn soprattutto, Monteverdi, Strauss). A Venezia chi scrive s'era lamentato dell'abuso di quest'estetica, di eccessi che sconfinavano nel sadomasochismo, cimentando la pazienza dello spettatore e danneggiando il film che ha per epicentro una gelateria del centro e per protagonista un raffinato gelataio, fumatore forsennato, che colleziona peli pubici femminili in un "libro dei pensieri", inizia al sesso le sue giovanissime commesse e impartisce loro puntigliose lezioni di igiene esterna, intima e mentale. (Il Giorno, Morando Morandini, 10/4/96) Nell'enigmatico film, premiato a Venezia con l'argento, João César Monteiro, interprete e regista, insinua l'elegia di una resistenza alla modernità che include l'erotismo come espressione di pulsione individuale. Al rallentatore, le risate arrivano; scatta in finale una bizzarra solidarietà con il satiro mortificato. Lungo quasi tre ore, il film premia la pazienza confermando il talento di Monteiro, un Woody Allen di Lisbona che gioca al ribasso più dell'imbranato di Manhattan, introducendo con Claudia Teixeira una bellezza da continuare a filmare prima che il tempo ne appanni il fulgore. (Corriere della Sera, Tullio Kezich, 4/4/96) "La commedia di Dio è un film strano, lungo (tre ore), raccontato secondo ritmi e modi inusuali; racconta un'ossessione, quella di João, erotomane dai tempi lenti e dalle idee fisse. Nel territorio erotico, il film non concede gran che al voyeurismo, e molto a quell'occhio più potente che è la fantasia. Ma ha un'eleganza impeccabile e riesce anche a far scattare le risate, intriso com'è di uno humour eccentrico e imprevedibile. Insomma, è un film da scegliere sapendo che si va incontro a delle sorprese, ma preparati anche a qualche piccolo choc per i tempi e il linguaggio. Che Monteiro sia un autore stravagante i cinefili lo sanno da lunga pezza, così come lo sanno gli spettatori di Venezia, dove già "Ricordi della casa gialla" - un'altra commedia, un'altra bizzarria con risvolti autobiografici - gli ha conquistato sette anni fa un altro Leone d'argento". (La Repubblica, Irene Bignardi, 5/4/96)

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