Ciliegine2012

SCHEDA FILM

Ciliegine

Anno: 2012 Durata: 85 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Laura Morante

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:FRANCESCO GIAMMATTEO, PHILIPPE CARCASSONNE, BRUNO PESERY PER NUTS & BOLTS PRODUCTIONS, MAISON DE CINEMA, SOUDAINE COMPAGNIE IN ASSOCIAZIONE CON MANGOUSTE PRODUCTION, COFINOVA 7

Distribuzione:BOLERO FILM

ATTORI

Laura Morante nel ruolo di Amanda
Pascal Elbé nel ruolo di Antonie
Isabelle Carré nel ruolo di Florance
Samir Guesmi nel ruolo di Maxime
Patrice Thibaud nel ruolo di Hubert
Frédéric Pierrot nel ruolo di Bertrand
Vanessa Larré nel ruolo di Valerie
Georges Claisse nel ruolo di Psicanalista
Nadia Fossier nel ruolo di Mathilde
Yves Verhoven nel ruolo di Victor
Elisabeth Catroux nel ruolo di Fabienne
Emmanuelle Galabru nel ruolo di Béatrice
Frédéric Moulin nel ruolo di Bruno
Mathilda Vives nel ruolo di Claire
Louis-Charles Finger nel ruolo di Léo
José Fumanal nel ruolo di François
Sandrine Le Berre nel ruolo di Anne-Lise
Ennio Fantastichini nel ruolo di Sig. Faysal
 
 

COSTUMISTA

Cannizzaro, Agata

TRAMA

Amanda soffre di 'androfobia', una vera e propria paura degli uomini che l'ha spinta a distruggere sistematicamente ogni possibile storia seria. In occasione dell'ultimo dell'anno Florence, la migliore amica di Amanda, che vorrebbe tanto vederla felice e sistemata, la invita a passare il Capodanno insieme. Amanda accetta solo dietro la rassicurazione che i presenti saranno tutti in coppia e che l'unico single, Maxime, è gay. Tuttavia, Maxime deciderà all'ultimo di raggiungere il suo partner ad Amsterdam e al suo posto verrà Antoine, un altro collega che si è da poco separato dalla moglie. Durante la serata, Amanda è vittima di un equivoco: convinta che Antoine sia gay, è con lui tenera, gentile e indulgente. Florence si rende conto del malinteso, ma il marito psicanalista la dissuade dal disingannare l'amica...

CRITICA

"Erano anni che Laura Morante pensava a realizzare, per lo meno scrivere, un film suo. E' arrivata al traguardo di 'Ciliegine' (...) attraverso varie peripezie della sceneggiatura scritta con Daniele Costantini. Le quali solo alla fine si sono risolte nella produzione e ambientazione francese, e nell'affidamento all'attrice del doppio ruolo di interprete e regista. In ogni caso l'esito non tradisce alcuna incertezza, si potrebbe dire che non sembra un'opera prima. (...) Laura Morante la definisce una parodia della commedia romantica, consapevolmente compiaciuta dei relativi stereotipi. Sottolineando come abbia ricercato un tono non ironico (che, come lei stessa giustamente aggiunge, implica un atteggiamento critico) ma un po' buffo (tutti i riferimenti psicanalitici lo sono) e un po' fiabesco. (...) Solido cordone di collaborazioni artistiche italiane (musica di Piovani, fotografia di Calvesi, montaggio di Esmeralda Calabria), atmosfera e attori tutti francesi tranne lei, e infine un pizzico di commedia sofisticata all'anglosassone - non realistica, non sociale, ma con lo sguardo più maliziosamente che ingenuamente rivolto ai temi della guerra trai sessi - nella variante pazzerella della 'screwball comedy' anni Trenta. Sinceramente il punto debole sono le interpretazioni maschili." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 13 aprile 2012) "Debutto francese con amarcord di Resnais e Rohmer, per la Morante regista di una commedia sentimentale graziosa e un po' vezzosa, dove Amanda ha difficoltà con gli uomini, è un mix tra la Littizzetto e Lella Costa. (...) Prendendo il ritmo delle nevrosi, è carino: è il pregio e il limite." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 13 aprile 2012) "Con un titolo così, il rischio di rigetto era grande. Ma le 'Ciliegine' di Laura Morante nelle multiple vesti di sceneggiatrice, regista, protagonista e coproduttrice non risultano melense, a patto di simpatizzare per l'identikit cinematografico della stessa. Sia pure intrisa d'atmosfere parigine, la commedia incentrata sul ravvedimento dell''androfoba' Amanda a opera di un bell'uomo tanto sensibile da essere creduto gay rievoca tutte, ma proprio tutte le prerogative della 55enne musa del cinema italiano e in particolare di Moretti. (...) Un pot-pourri volutamente lezioso, soprattutto adatto a un pubblico femminile schiavo dei girotondi del cuore; ma i siparietti parodistici, le battute, i quiproquo, le illusioni favolistiche e le punzecchiature freudiane si mantengono su un livello elegante, del tutto estraneo alle nostrane pesantezze." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 13 aprile 2012) "Si sta sempre più diffondendo la voga degli attori che diventano registi, restando più d'una volta anche davanti alla macchina da presa per il gusto di continuare a recitare. Oggi tocca alla nostra Laura Morante che, per dirigere il suo primo film, se n'è andata in Francia predisponendo un'edizione originale in francese dal titolo 'Cérises sur le gateau', da tradursi ovviamente, completando il titolo italiano, 'Ciliegine sulla torta'. (...) Una commedia degli equivoci che finisce per estendersi anche agli amici dei due, prima a loro volta ignari, poi, dopo aver capito i retroscena, pronti a escogitare rimedi anche con stratagemmi piuttosto pittoreschi. Laura Morante, che si è scritta questa storia insieme con Daniele Costantini, anche suo consulente tecnico per l'occasione, si è mossa con scioltezza fra tutte le maglie dell'intreccio, accettando le tensioni psicologiche, ma anche i giochi di un piacevole umorismo, specie quando gli equivoci si intensificano e i personaggi, soprattutto quelli di contorno, vi inciampano arrivando in ritardo ai chiarimenti. Solide le tecniche, dalla fotografia di Maurizio Calvesi alle musiche di Nicola Piovani, e solida, solidissima l'interpretazione di Laura Morante al centro dell'intrigo. Con modi fini e tanto sincerissimo calore." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 13 aprile 2012) "L'analisi del poster del film ciliegine è un buon modo per entrare in questo esordio alla regia di Laura Morante. Incorniciati dalla porta-finestra di un tipico caffè parigino, quello con i tavolini di legno tondi a definire una calda atmosfera romantica, si vede un uomo e una donna nella loro mezza età mentre guardano con aria stupita e forse sognante qualcosa al di là del vetro, ma in alto. Sul tavolino di legno tondo un piccolo calice di vino rosso, bevuto a metà, rischiarato dalla tremolante luce di una candela. Quest'uomo (Pascal Elbé) e questa donna (Laura Morante) non lo sanno ancora, ma si stanno innamorando e il contesto da perfetta commedia romantica che abbiamo appena descritto, dovrebbe certo aiutarli a capire che della loro storia d'amore si tratta. Eppure non è così semplice, almeno non lo è a Parigi, soprattutto se abbiamo a che fare con uomini e donne di una borghesia intellettuale spocchiosa e un po' nevrotica che cerca il suo centro e l'affermazione della propria felicità incurante di tutto il resto, diremmo del mondo intero. (...) Tutto quel che accade (non molto) è il lento sciogliersi della nevrosi nell'amore. Perfetta fotografia di gruppo generazionale narcisistica che guarda, anche se ironicamente, alla psicoanalisi, pur se ludica, come faro per trovare la via d'uscita. Morante alla regia fa il verso alla commedia romantica e al cinema francese, ma senza mai prenderne le distanze, e quel che sembra una parodia si trasforma in una imitazione mal riuscita." (Dario Zonta, 'L'Unità', 13 aprile 2012) "E brava la neoregista Laura Morante, ormai francese ad honorem, che dirige se stessa con sensibilità in una garbata commedia sentimentale. (...) La storiella fila via con agilità, ma la trovata della presunta omosessualità non regge. Altro difetto: la Morante attrice è afflitta da un insopportabile birignao." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 13 aprile 2012) "Una graziosa ciliegina francese colorata da Schulz che strizza l'occhio a Woody Allen. Onore al merito alla regista esordiente Laura Morante, inspiegabilmente snobbata dai produttori italiani, mentre la Francia (guarda caso) le ha spalancato le porte. (...) Un piccolo film, realizzato 'in punta di piedi', che senza aspirare al capolavoro, rivela con levità un dolore comune a molti, e con grazia si tiene lontano da ogni forma di presunzione." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 12 aprile 2012)

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