La buona uscita2015

SCHEDA FILM

La buona uscita

Anno: 2015 Durata: 97 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Enrico Iannaccone

Specifiche tecniche:DCP

Tratto da:-

Produzione:ENRICO IANNACCONE, LUCIANO STELLA PER MAD ENTERTAINMENT IK MEDIA, ALTRE STORIE, IN COLLABORAZIONE CON ZAZEN FILM

Distribuzione:MICROCINEMA (2016)

ATTORI

Marco Cavalli nel ruolo di Marco Macaluso
Gea Martire nel ruolo di Lucrezia Sembiante
Andrea Cioffi nel ruolo di Andrea Macaluso
Enzo Restucci nel ruolo di Mario Minale
Pino Iadanza nel ruolo di Pino Bertrand
Gennaro Maresca nel ruolo di Marito di Lucrezia
Luca Saccoia nel ruolo di Pescatore
Peppe De Vincentis nel ruolo di Commissario Peppe De Vincentis
Rita Corrado nel ruolo di Orsacchiottina
Pasquale Fernandez nel ruolo di Figlio del salumiere
Umberto Longobardi nel ruolo di Uomo con valigetta
Giovanna Viggiano Rossi nel ruolo di Signora con chihuahua
Gianluca Cammisa nel ruolo di Corridore sogno
Francesca Romana Bergamo nel ruolo di Barista
 
 

SCENEGGIATORE

Iannaccone, Enrico
 

SCENOGRAFIA

Marangolo, Alessandro
 

COSTUMISTA

Francesca Balzano

TRAMA

Storia grottesca e "feroce" della giovane borghesia napoletana, ricca e strafottente, cinica e asociale. Un mondo solitario e narciso che consuma cibo e piaceri senza alcuna relazione umana reale con il resto delle persone. Anzi usa le persone. L'unica che sembra accorgersi dell'aridità che la circonda è Lucrezia Sembiante, una professoressa di 60 anni ninfomane, che sebbene terrorizzata dalla vecchiaia e dalla solitudine, dopo l'ultimo incontro con lo storico "amico di letto" Marco Macaluso, un felice e spregiudicato imprenditore, cerca di ribellarsi. Questa scelta la costringerà ad affrontare con maggior violenza la natura delle sue paure e delle sue scelte.

CRITICA

"Se riferissimo a un amico la trama sospesa tra il noir e il grottesco di «La buona uscita», siamo sicuri che ne sarebbe giustamente attratto. Purtroppo, però, l'opera prima di Enrico Iannaccone (...) si scontra con il tipico problema dei cineasti troppo colti (o troppo cinefili, fa lo stesso), quello del soffocamento della forza comunicativa e la congruità del senso causati dalla predominanza della pretensione dello stile sulla concretezza della messinscena. La parabola (...) si contorce dall'inizio alla fine tra estenuanti/ammiccanti puntini sospensivi che congelano quello che è congelato in partenza. Il protagonista Macaluso (...) interpretato dallo sconcertante Cavalli, per colpa delle battute che gli sono messe in bocca tra una goduriosa spaghettata e un funereo amplesso, sembra sempre sul punto di scoppiare in una risata autosfottente; mentre la pur brava Martire, sperduta tra i filosofemi tra il ninfomaniaco alla von Trier e il pantagruelico alla Ferreri, proprio non ce la fa a trasmettere lo struggimento che gli eleganti piani sequenza di Iannaccone pretenderebbero. «La buona uscita», certo, non è un punto d'arrivo e la scommessa dell'investimento è giustificata dall'intensa colonna sonora e le ambientazioni estranee sia ai cliché gomorriani che ai presepi sianeschi; però in futuro occorrerà distinguere la caricatura dallo straniamento." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 maggio 2016)

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