La bella scontrosa1991

SCHEDA FILM

La bella scontrosa

Anno: 1991 Durata: 124 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Jacques Rivette

Specifiche tecniche:-

Tratto da:liberamente ispirato a una novella di Honoré de Balzac

Produzione:PIERRE GRISE PRODUCTIONS, GEORGE REINHART PRODUC.

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA (1991)- COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO (EFFETTO CINEMA)

ATTORI

Michel Piccoli nel ruolo di Edouard Frenhofer
Emmanuelle Béart nel ruolo di Marianne
Jane Birkin nel ruolo di Liz
David Bursztein nel ruolo di Nicolas
Gilles Arbona nel ruolo di Porbus
Marianne Denicourt nel ruolo di Julienne
Bernard Dufour nel ruolo di Mano di pittore
Marie Belluc nel ruolo di Magali
Marie-Claude Roger nel ruolo di Françoise
 
 
 

TRAMA

L'ultimo quadro che il pittore sessantenne Frenhofer ha dipinto - senza peraltro terminarlo - risale a dieci anni prima. Da allora la passione coniugale per colei che aveva posato (sua moglie Liz) si è spenta, l'estro creativo sembra se non morto, almeno assopito. Ma ora il Maestro vorrebbe portare l'opera a compimento e l'opportunità gliela offre Balthazar Porbus, un mercante d'arte pronto a comprare l'opera, senza averla vista. A questo scopo gli presenta come possibile modella Marianne, accompagnando la bella ragazza (ed il suo giovane compagno Nicolas, pittore di buon avvenire) nella antica dimora situata nelle campagne del Sud della Francia. In un certo senso Nicolas, che ammira sinceramente il Maestro, gli "presta" Marianne (che protesta) ma Frenhofer accetta e tenta la prova. Le pose cominciano: il pittore sembra aver ritrovato la vena creatrice; Marianne, sempre nuda, ne è spossata; la moglie da parte sua è lieta che il coniuge si senta di nuovo ricco di idee. Poi la gelosia comincia ad allignare nella donna e nello stesso Nicolas, che va e viene da Parigi, mentre il mercante (che era stato prima di Frenhofer l'amante di Liz) prova un singolare piacere alla idea che la figura di quel quadro - a suo tempo battezzato "La bella scostante" - avrà ora un volto. Marianne, sulle prime un po' rigida, sollecita poco a poco l'impegno del Maestro, senza il minimo imbarazzo spogliandosi e posando per lui. Nulla accade tra i due. Finchè il maestro sovrappone sulla tela ai tratti appena delineati del viso di Liz quelli di Marianne. La sua angoscia di artista è superata e vinta. Nessuno però dovrà vedere il quadro. L'attesa, i sentimenti, la vita saranno travolti dall'opera faticosamente compiuta e per i diritti stessi dell'arte. E mentre la giovane Marianne abbandona l'innamorato e se ne va, il Maestro prende mattoni e calce e mura il ritratto della "Bella" nel vano di una parete del suo studio. Balthazar comprerà un altro quadro (uno studio del dorso di Marianne accosciata, priva del capo), Liz sarà liberata dalla presenza di una giovane donna seducente e pericolosa. Solo Marianne, insospettatamente maturatasi nella fatica, non potrà sottrarsi alla impressione di aver esibito in un gioco crudele la propria nudità e di essere la sola perdente.

CRITICA

"Il film di Rivette ha due ore centrali di bellezza ineguagliabile." (Alberto Pesce, 'La Rivista del Cinematografo'). "Molto bello 'La belle noiseuse' di Jacques Rivette. Se gli attori sono tutti bravi, Michel Piccoli è straordinario." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'). "Le sue 4 ore passano senza guardare l'orologio e senza che nessuno esca dalla sala." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera'). "Grandissimi gli interpreti: Michel Piccoli, Emmanuelle Beart, Jane Birkin." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo') "L'incanto del film, il suo nodo arcano, sta in quella sorta di rapporto medianico nato durante le lunghe sedute di posa, nella sfida fra la realtà e l'idea, nel nostro penetrare come voyeurs nell'officina dell'arte." (Giovanni Grazzini, 'L'Indipendente'). "Rivette ha girato in ordine cronologico. E il risultato, miracoloso, è un film che sembra letteralmente farsi sotto i nostri occhi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'). "Film di grande sapienza narrativa e spettacolare. (...) Il merito di 'La bella scontrosa' è d'aver reso pregnanti dei particolari narrativi trascurati normalmente dal linguaggio cinematografico, ma importanti nel racconto di emozioni sottili del film simili ai segni sulla tela tracciati sullo schermo della mano." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale')

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