La ballata dei lavavetri1998

SCHEDA FILM

La ballata dei lavavetri

Anno: 1998 Durata: 94 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:ALLEGORICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzo "Il polacco lavatore di vetri di Edoardo Albinati

Produzione:PIER FRANCESCO AIELLO PER P.F.A. FILMS, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMAFICTION

Distribuzione:MIKADO (1998) - CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

Alla fine degli anni Ottanta una famiglia polacca arriva a Roma in attesa di ottenere il visto per il Canada. Per la sopravvivenza quotidiana, tutti si ingegnano in piccole attività. Il capofamiglia, Janusz, lava i vetri delle macchine insieme al fratello Zygmunt e al figlio Rafal. Helena, la sua nuova compagna, e la figlia Justyna vengono assunte per lavori domestici da una famiglia. Improvvisamente Janusz scompare senza lasciare traccia di sé. Di fronte a questo episodio, Zigmunt si dà all'alcool e, mentre vagabonda sotto i ponti, vede apparirgli il Papa che gli parla e lo rimprovera. Un altro polacco da tempo a Roma, Pawel, fa entrare Rafal, giovane e introverso, in un giro di piccola delinquenza. Durante uno di questi 'lavoretti', esplodono contrasti e violenza, e Rafal finisce con l'uccidere un boss napoletano. Justyna, mentre torna a casa di sera, viene avvicinata da alcuni ragazzi che le offrono un passaggio. Quando capisce le loro vere intenzioni, Justyna scappa ma cade a terra e muore. Poco dopo ad uno dei suoi inseguitori, il più giovane ed addolorato, riappare in cielo sopra Castel Sant 'Angelo. Intanto Rafal si è rifugiato a casa di una prostituta conosciuta tempo prima. Le deruba un po' di cose e poi va via. Zigmunt, sempre nell'ebrezza dell'alcool, sogna di essere a casa, in un locale dove si mangia e si balla allegramente.

CRITICA

"Quale percorso è più imprevedibile, discontinuo di quello di Peter Del Monte nel cinema italiano dell'ultimo ventennio? Ma, pur tra un 'centro' ('Piccoli fuochi') e un film sbagliato ('Etoile'), Del Monte non ha mai perso la sua identità, la sua personalità d'autore degno come pochi di fregiarsi di questa definizione. (...) In mezzo ai polacchi veri ce n'è uno finto, ma si stenterebbe a scoprirlo se il suo volto non fosse ormai così popolare. Kim Rossi Stuart è il nuovo Mastroianni, duttile, amabile, schivo come lui." (Paolo D'Agostini, 'Annuario Cinema Italiano 1998')

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