K1997

SCHEDA FILM

K

Anno: 1997 Durata: 134 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:LIBRO "PAS DE KADDISH POUR SYLBERSTEIN" DI KONOP

Produzione:ALEXANDRE ARCADY, NEW LIGHT - TF1 FILMS PRODUCTIONS- ALEXANDRE FILMS

Distribuzione:A.B. FILM DISTRIBUTORS - BUENA VISTA HOME ENTERTAINMENT

TRAMA

A Parigi Sam , giovane ispettore di polizia giudiziaria, si trova nel negozio di antiquariato del suo vecchio amico Joseph Katz, commerciante sopravvissuto ai campi di concentramento. Entra nel negozio un turista tedesco e Joseph lo uccide a sangue freddo, dicendo di avere riconosciuto in lui l'SS che cinquant'anni prima aveva massacrato la sua famiglia. Sam rispetta Joseph come un padre, decide di non arrestarlo ma lui poche ore dopo si suicida. Ma le modalità del suicidio non sono chiare. Sam indaga, scopre che l'uomo ucciso da Joseph non era un nazista ma un comunista, ex ministro della Germania Est. La figlia di questi, Emma, si sta battendo in Germania contro i rigurgiti di potere dell'estrema destra, favoriti dalla confusione seguita alla caduta del comunismo. Sembrerebbe schierarsi a fianco di Sam ma potrebbe anche essere la pedina di un doppio gioco. Nel procedere dell'inchiesta, Sam si sposta da Parigi a Berlino, da Amburgo a Gerusalemme, preso di mira da personaggi strani e misteriosi. Scampato a numerosi attentati, Sam riesce a fare luce sui traffici di opere d'arte, sottratte agli ebrei durante la seconda guerra mondiale e sui traffici d'armi che continuano a proliferare nei paesi a regime totalitario. Ricompare Joseph, che non era morto. Emma lo uccide, poi il governo tedesco assume tutto il controllo delle indagini. Alla fine, una voce fuori campo ricorda che nel gennaio '91 gli USA danno il via all'operazione Desert Storm, e un missile iracheno cade su Tel Aviv.

CRITICA

"Da 'K' si percepisce la precisa sensazione di trovarsi di fronte ad un perfetto spy-story, un giallo imbevuto di implicazioni storiche, ma anche morali e estetiche. La solidità narrativa della sceneggiatura è ribadita dalla libera trasposizione del romanzo di Konop, 'Pas de kaddish pour Sylberstein'. L'implicazione storica è nella memoria dell'olocausto, quella morale sull'identità dell'ebreo oggi, quella estetica nel saper riproporre sullo schermo tutto questo. E vi par cosa da poco? (...) Un film ben calibrato, come il gioco di una metafora, e, come questa, soave, toccante, impegnativa, sconvolgente, universale". (Massimiliano Forconi, 'Film')

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