John Q2002

SCHEDA FILM

John Q

Anno: 2002 Durata: 120 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, THRILLER

Regia:Nick Cassavetes

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:BURG/KOULES PRODUCTIONS, EVOLUTION ENTERTAINMENT

Distribuzione:NEXO

ATTORI

Denzel Washington nel ruolo di John Q. Archibald
Robert Duvall nel ruolo di Tenente Frank Grimes
Anne Heche nel ruolo di Rebecca Payne
Ray Liotta nel ruolo di Monroe
Ethan Suplee nel ruolo di Max
Shawn Hatosy nel ruolo di Mitch
Kimberly Elise nel ruolo di Denise Archibald
Eddie Griffin nel ruolo di Lester
David Thornton nel ruolo di Jimmy Palumbo
James Woods nel ruolo di Dr. Turner
Keram Malicki-Sánchez nel ruolo di Freddy
Daniel E. Smith nel ruolo di Mike Archibald
Dina Spybey nel ruolo di Debby Utley
Heather Wahlquist nel ruolo di Julie
Kevin Connolly nel ruolo di Steve Maguire
Larissa Laskin nel ruolo di Dr. Klein
Laura Harring nel ruolo di Gina Palumbo
Martha Chaves nel ruolo di Rosa
Obba Babatundé nel ruolo di Sergente Moody
Paul Johansson nel ruolo di Tuck Lampley
Troy Beyer nel ruolo di Miriam
Troy Winbush nel ruolo di Steve
 

SOGGETTO

Kearns, James
 

SCENEGGIATORE

Kearns, James
 

MUSICHE

Zigman, Aaron
 

MONTAGGIO

Allen, Dede
 

SCENOGRAFIA

Cella, Stefania
 

TRAMA

La vita di John scorre serena e tranquilla tra famiglia e lavoro fino al giorno in cui scopre che il figlio Michael è affetto da una grave malattia. Solo un trapianto di cuore potrebbe salvargli la vita, ma l'assicurazione non copre le spese mediche necessarie. Disperato e pronto a tutto, John prende in ostaggio l'intero reparto di pronto soccorso pur di dare una speranza di salvezza al piccolo Michael.

CRITICA

"Come si riconosce un proletario in un film made in Usa? Dipende. Nelle commedie di solito viene assimilato all'immensa middle class e sfoggia auto, case e vestiti che nella vita reale non si potrebbe lontanamente permettere. Ma se il film ha ambizioni drammatiche, le cose cambiano. Ed ecco che il nostro operaio si ritrova una barba incolta, qualche chilo di troppo e una moglie stressata che gli sta addosso come una furia. Altra variante: se nel dramma c'è una storia d'amore, la moglie sarà comunque attraente o pronta ad esserlo di nuovo. Se invece trattasi di amore filiale, come in questo 'John Q', meglio che sia bruttacchiotta e pure antipatica. Compenserà il fascino in eccesso di Denzel Washington, che malgrado il look da cassintegrato continua a sembrare un semidio caduto in un mélo proletario. E per fugare ogni sospetto di ruffianeria, ecco che anche il bambino in pericolo non sarà angelico e ricattatorio, ma assai ordinario e per giunta maniaco di uno sport non proprio esaltante come il body building. Stabilite queste coordinate, che a Hollywood probabilmente sembrano veriste, la nostra storia può cominciare. Ma senza andare troppo lontano: la sceneggiatura di James Kearns è un incrocio fra 'E.R.' e 'Quel pomeriggio di un giorno da cani'. E la regia di Nick Cassavetes, che col nome che porta e con un film come 'She's So Lovely' alle spalle pareva destinato a ben altro, la illustra senza troppi guizzi e quel che è peggio senza crederci fino in fondo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 maggio 2002) "Per denunciare una realtà così grave Nick Cassavetes usa metodi strappalacrime e ricorre a colpi di scena assurdi, che escludono la possibilità di considerare il suo un film politicamente impegnato (...) Malgrado l'improbo compito, Denzel riesce ugualmente a essere bravo; e se la cavano anche Anne Eche, cinica direttrice ospedaliera, James Woods, grande chirurgo venduto al dio denaro, e Robert Duvall, nel ruolo topico del poliziotto alla vigilia della pensione." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 maggio 2002) "Polpettone americano politicamente corretto, di quelli realizzati con lo stampino. Uno chiude gli occhi, conta fino a tre e si immagina cosa accadrà nella sequenza successiva, il giochetto non viene mai smentito da sorprese e colpi di scena, nonostante dietro la macchina da presa ci sia un figlio d'arte, Nick Cassavetes, che ha qualche ambizione di regia. Certo, in un'ottica americana il tema è scottante: può dirsi civile un Paese in cui si curano solo i ricchi? Peccato che lo sviluppo sia retorico e ricattatorio. Del tutto convenzionale la prova degli attori, a partire dal premio Oscar Washington, che ci mette poco di suo, fino a Robert Duvall, che rifà se stesso in 'Un giorno di ordinaria follia'. Spiace constatare come ultimamente, nel cinema Usa, i cattivi si commuovano sempre più spesso. Dopo l'11 settembre il Male non abita più lì." (Mauro Gervasini, 'Film Tv', 14 maggio 2002) "Nick Cassavets racconta il furore e la violenza di un padre e denuncia le ingiustizie della Sanità americana. (...) Nonostante l'accumulo drammatico, il film non è molto riuscito." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 24 maggio 2002)

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