In nome del Papa Re1977

SCHEDA FILM

In nome del Papa Re

Anno: 1977 Durata: 105 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, STORICO

Regia:-

Specifiche tecniche:VISTAVISION - EASTMANCOLOR

Tratto da:liberamente ispirato al libro "I segreti del processo Monti e Tognetti" (ed. Sanvittore, Milano, 1869)

Produzione:FRANCO COMMITTERI PER JUPPITER GENERALE CIN.CA

Distribuzione:CINERIZ - DOMOVIDEO, DE AGOSTINI, MONDADORI VIDEO

TRAMA

Roma 1867, poco prima della sconfitta di Garibaldi a Mentana. La caserma Serristori viene fatta saltare provocando la morte di 23 zuavi. Vengono arrestati tre giovani rivoluzionari: Gaetano Tognetti, Giuseppe Monti e Cesare Costa. La madre naturale di quest'ultimo, la contessa Flaminia, per salvarlo ricorre a Mons. Colombo di Priverno, giudice della Sacra Consulta o tribunale penale supremo dello Stato Pontificio. Il prelato, già in crisi non di vocazione sacerdotale ma di fiducia nella necessità del potere temporale e, per conseguenza, disposto alle dimissioni, quando viene a sapere dalla donna di avere con lei generato il figlio 19 anni prima in un irripetuto rapporto tra i torbidi del '49, interviene; ottiene la liberazione di Cesarino e finisce per accoglierlo nella propria cantina. Tuttavia, mentre il Tognetti e il Monti verranno condannati a morte e decapitati, il conte Ottavio crede alla diceria universale su di un rapporto amoroso della moglie con il ragazzo; attende questi al varco e lo ferisce mortalmente per vendicare il proprio onore. Mons. Colombo, che ha pronunciato un discorso rivoluzionario in tribunale, incappa nelle ire del "papa nero", il generale dei Gesuiti, e verrà arrestato.

CRITICA

"Film cordiale e sanguigno, "Nel nome del Papa Re "non fa nulla per evitare i facili passi del romanzo d'appendice ottocentesco, da cui anzi Magni, complici i piangenti violini di Trovaioli, sembra determinato a trarre ogni vantaggio emotivo sul pubblico. Ma perchè no, se questo è il verso della medaglia di un'arte popolare e popolaresca il cui rito consiste nel recupero di certi spontanei valori espressivi del linguaggio e dell'anima di una città? Effettivamente Magni compie di nuovo, nell'ambito della sua Roma, opera di appassionato ancorchè smaliziato filologo. E la sua consueta tematica non soffre dall'essere svolta, qui, con un briciolo in più di arrendevolezza nei confronti dei semplici sentimenti." (Guglielmo Biraghi, "Il Messaggero") "Se un pregio ha questo film (...) è che il personaggio, con la sua ricchezza, annulla la storia." (Gianni Rondolino, "Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano", 5, 1978)

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