IN LINEA CON L'ASSASSINO2002

SCHEDA FILM

IN LINEA CON L'ASSASSINO

Anno: 2002 Durata: 81 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:Joel Schumacher

Specifiche tecniche:35 MM, PANAVISION - DELUXE

Tratto da:-

Produzione:FOX 2000 PICTURES, ZUCKER/NETTER

Distribuzione:20TH CENTURY FOX (2003)

ATTORI

Colin Farrell nel ruolo di Stuart Shepard
Kiefer Sutherland nel ruolo di Killer
Forest Whitaker nel ruolo di Capitano Ramey
Radha Mitchell nel ruolo di Kelly Shepard
Katie Holmes nel ruolo di Pamela Mcfadden
Paula Jai Parker nel ruolo di Felicia
Arian Waring Ash nel ruolo di Corky
Tia Texada nel ruolo di Asia
John Enos III nel ruolo di Leon
Richard T. Jones nel ruolo di Sergente Cole
Keith Nobbs nel ruolo di Adam
James MacDonald nel ruolo di Negoziatore
Josh Pais nel ruolo di Mario
Svetlana Efremova nel ruolo di Erica
Amy Kowallis nel ruolo di Reporter
Billy Erb nel ruolo di Lars
Bruce Roberts nel ruolo di Reporter
Colin Patrick Lynch nel ruolo di Tecnico Esu
Dean Cochran nel ruolo di Reporter
Dean Tarrolly nel ruolo di Giornalista Tv
Dell Yount nel ruolo di Fattorino Pizza
Domenick Lombardozzi nel ruolo di Wyatt
Julio Oscar Mechoso nel ruolo di Medico Spagnolo
Kahara Muhoro nel ruolo di Ambulante Nigeriano
Maile Flanagan nel ruolo di Lana
Mary Randle nel ruolo di Centralinista
Paul Fontana nel ruolo di Centralinista
Richard Paradise nel ruolo di Uomo Esu
Seth William Meier nel ruolo di Agente Mcduff
Shu Lan Tuan nel ruolo di Moglie Coreana
Tom Reynolds nel ruolo di Richard
Tory Kittles nel ruolo di Reporter
Troy Gilbert nel ruolo di Tiratore Scelto Esu
Tyree Michael Simpson nel ruolo di Portiere
Yorgo Constantine nel ruolo di Comandante Esu
Zidu Chen nel ruolo di Marito Coreano
 

SOGGETTO

Cohen, Larry
 

SCENEGGIATORE

Cohen, Larry
 

MONTAGGIO

Stevens (II), Mark
 

SCENOGRAFIA

Laws, Andrew
 

COSTUMISTA

Orlandi, Daniel

TRAMA

Se sentissi un telefono pubblico squillare tu che faresti? Risponderesti, non c'è dubbio. Ed è esattamente quello che, un giorno, fa Stuart Shepard, un pubblicitario di basso profilo con una moglie, Kelly, ed una potenziale cliente che potrebbe anche essere la sua amante, Pamela. Stuart risponde a una chiamata in una cabina telefonica dove va tutti i giorni a telefonare alla ragazza che sta corteggiando. Ma compie un grosso errore poiché, dall'altra parte del telefono, c'è un killer che minaccia di ucciderlo se riaggancerà il ricevitore. Inoltre, un improvviso atto di violenza compiuto dallo stesso killer nei pressi della cabina attira l'attenzione della Polizia che scambia il povero Stuart per un pazzo omicida.

CRITICA

"Davanti a un film multifaccia come 'Phone Booth' di Joel Schumacher (tradotto senza molta fantasia come 'In linea con l'assassino') torna in mente il vecchio 'Esercizi di stile' di Raymond Queneau che descriveva in 99 modi diversi la stessa scenetta. Qui però la situazione è tutt'altro che quotidiana e il conflitto in cui si dibatte il malcapitato protagonista ambisce all'epocale. Anzi, non fosse tutto così studiato e ridondante, potremmo crederci (e turbarci) di più. (...) Il congegno narrativo, ammettiamolo , è infallibile. Eppure 'Phone Booth', fermo da un anno per via delle analogie con i cecchini che terrorizzarono Washington, dopo mezz'ora gira in tondo. Colpa della regia frenetica quanto monotona. E abbastanza sciatta da trascurare il perno della faccenda. Posto che l'assassino, invisibile per noi come per Stu, vede tutto, è fondamentale infatti sapere cosa può sentire dalla sua postazione. Mentre le scelte sonore, almeno nel doppiaggio italiano, confondono le piste. E la Grande Metafora delle Colpe Americane si sgonfia fino ad assumere le dimensioni di un super-tv movie". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 27 giugno 2003) "Perfetto esempio di cinema della paranoia urbana, postmoderno ma insieme rispettoso delle unità del teatro classico, 'In linea con l'assassino' è coinvolgente, allarmante e non annoia lo spettatore per uno dei suoi 81 minuti. All'inizio ci si chiede come sia possibile reggere l'idea di partenza per tutta la durata del lungometraggio. Ci pensa Schumacher, mettendoci un omicidio al momento giusto, facendo intervenire il capitano Ramey, portando sulla scena del crimine le due donne del protagonista, moltiplicando i punti di vista sull'azione con la tecnica dello split-screen, lo schermo diviso. Anzi, la tenuta emotiva è così efficace che il film sembra perfino concludersi troppo rapidamente, con una soluzione un po' 'telefonata'. Ottima occasione per la neo-star Colin Farrell, che la parte vuole in scena dalla prima all'ultima inquadratura, e che riesce a reggerle tutte con la medesima efficacia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 28 giugno 2003) "Giocato su un buon ritmo di paura, sulla rincorsa dell'inconscio verso mete sconosciute, il film, girato nel 2001, in lista di attesa dopo l'11 settembre, è un originale esempio di denuncia moral-metropolitana. Merito di Joel Schumacher, che ha al suo attivo un 'Batman, 'Tigerland' ed altre metafore sui peggiori istinti della nostra vita con i suoi giorni di ordinaria follia: l'unità di luogo, tempo e azione fa del suo meglio per aizzare la suspense e condannare i peccati mortali. Provvisto di sorpresina finale, il film sta nell'occhio impaurito, espressivo, nel fascino di razza del 27enne irlandese Colin Farrell, il prototipo dell'uomo che vive di apparenza, conosce la paranoia generale e vive per noi un feroce contrappasso". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 28 giugno 2003)

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