Anno: 1996 Durata: 112 Origine: USA Colore: C
Genere:COMMEDIA
Regia:-
Specifiche tecniche:16 MM - TECHNICOLOR
Tratto da:-
Produzione:SCOTT MOISER E KEVIN SMITH (NON ACCREDITATO) PER VIEW ASKEW
Distribuzione:MEDUSA - MEDUSA VIDEO
Due giovani amici, Holden e Banky si stanno godendo il successo raggiunto come creatori del fumetto di culto "Bluntman and Chronic". Un giorno incontrano una collega, Alyssa, per la quale Holden prova subito un forte desiderio. I ragazzi si frequentano, e Holden ha la sorpresa di vedere che Alyssa ha tendenze omosessuali che manifesta apertamente. Tuttavia decide di frequentarla e di passare molto tempo con lei. Quando sente di non poterne più fare a meno, le dice di essere innamorato, e la cosa scatena irritate reazioni da parte di Alyssa. A poco a poco però anche Alyssa comincia a provare lo stesso sentimento, ma intanto Banky si sente male al pensiero di perdere l'amico e cerca di dissuaderlo. L'incomprensione allora prende il sopravvento. Holden e Alyssa si lasciano definitivamente. Si ritrovano tempo dopo, ad un salone di fumetti, e si salutano con affetto.
"Diretto da Kevin Smith, la giovane rivelazione del film 'Clerks', 'In cerca di Amy' dimostra che il regista della generazione video è cresciuto e si è socialmente alzato di grado, passando dai commessi ai fumettari. E' il terzo tassello della sua trilogia del New Jersey e l'ambiente omo è redatto con descrizioni delle intimità e delle ragioni non solo psicologiche. Sta proprio in questa voglia d sondare i mister della sensualità i pregio maggiore d un racconto atipicamente sentimentale, votato alla tolleranza ma dopo essere passato per le sorprese dell'amore. Tre attori, simpatia disinibiti, ci raccontano l'andata e ritorno dall'amicizia all'amore". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 20 settembre 1997) "Terzo tassello della trilogia del New Jersey dopo il fortunatissimo 'Clerks' e l'inedito (in Italia) 'Mallrats', 'In cerca di Amy' è il film di Kevin Smith più controverso e imbarazzante, ma anche il più sfiduciato. Negli Usa sia etero che omosessuali hanno storto il naso, ma forse è la misoginia più che latente dell'indipendentissimo regista a infastidire donne e gay. Funzionano benissimo le battute piccanti e lascive sul sesso, che l'hanno reso originale, fila meno liscia (ma forse è così che deve essere) l'impostazione della storia d'amore che tuttavia sbandiera l'irritante pregio di non essere falsamente libertaria e disinibita così come tanti film americani della 'generazione X' dove i gay son carini e impeccabili e i 'normali' maledettamente tolleranti". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 8 settembre 1997)
Incasso in euro