Il trionfo dell'amore2001

SCHEDA FILM

Il trionfo dell'amore

Anno: 2001 Durata: 107 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM (1:1,66); DOLBY SR

Tratto da:da una versione inglese di Martin Crimp della commedia di Marivaux "Le triomphe de l'amour"

Produzione:BERNARDO BERTOLUCCI - FICTION SRL - PICTURE COMPANY, MEDUSA FILM - ODEON PICTURES

Distribuzione:MEDUSA FILM

TRAMA

TRAMA BREVE Principessa di Sparta, Leonida siede sul trono che suo padre usurpò al padre di Agis. Per senso di giustizia, Leonida ha deciso di restituire trono e rango ad Agis. Anzi, dal momento che questi è decisamente un bel giovane, Leonida architetta un piano. Conquistare il cuore di Agis, farne il suo sposo, restituirgli ciò che gli spetta di diritto e salvare, allo stesso tempo, il suo rango. L'unico inconveniente è che il rampollo è stato allevato in una villa dal filosofo Ermocrate e dalla sorella Leontina con una devozione particolare per la Dea ragione (e dunque in disprezzo alle emozioni) e con un odio profondo per la principessa. Insieme alla fedele compagna Corinna, Leonida si traveste da uomo e si introduce nella tenuta con la scusa di abbeverarsi alla fonte del sapere di Ermocrate. TRAMA LUNGA Prima metà del 1700. In una carrozza in corsa due giovani donne si cambiano d'abito e si travestono da uomini: sono la Principessa Aspasia e Corinne, la sua dama di compagnia. La Principessa ha ereditato il trono usurpato da suo padre e che appartiene di diritto al Principe Agis, di cui é innamorata. Per questo è ora decisa a conquistare il cuore del ragazzo, a sposarlo e a restituirgli il trono. Ma Agis, educato ad odiare Aspasia, fin dalla nascita é stato nascosto in una villa isolata, sotto la protezione del filosofo Ermocrate e di sua sorella Leontina, zitella e scienziata. I due gli hanno trasmesso la teoria del rifiuto dell'amore. Aspasia dunque per raggiungere l'obiettivo dovrà vincere le resistenze dei due severi tutori. Si presenta alla villa con il nome maschile di Focione e fa di tutto per far innamorare di sè Leontina. Poi fa in modo che Ermocrate sappia che lei è in realtà una donna innamorata di lui. Così anche Ermocrate cade nella trappola e si dice pronto a ricambiarla. Ad entrambi Aspasia chiede di lasciare la villa. Fratello e sorella vanno in città convinti di sposarsi ma troppo tardi capiscono l'inganno. Intanto Aspasia rivela ad Agis di essere la principessa che lui odia, quindi gli cede il trono. Agis sembra irremovibile e le ordina di andare via. Ma quando Aspasia è sulla carrozza, lui la raggiunge e la ferma.

CRITICA

"Tra arlecchini, tricorni e frecce di Cupido, il testo di Marivaux scorre innocuo e distante; Mira Sorvino si muove con una certa grazia, a contrasto con un Kingsley in pieno trip gigionesco. Quel che viene da chiedersi è se ci fosse davvero la necessità di mostrare, di quando in quando, un pubblico moderno che assiste alla rappresentazione; e soprattutto, di mischiare il minuetto con stridenti accordi di chitarra elettrica". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 settembre 2001) "La Peploe spolvera con gusto aggiornato il mirabile copione mettendo in opera una regia a spron battuto, scattante, ariosa, memore dell'agrodolce Max Ophuls. La cornice è quella di uno spettacolo all'aperto in Toscana, dove ogni tanto si intravede il pubblico per ricordarci che siamo a teatro. Testo francese, protagonista americana, regia e interpreti inglesi, impaginazione italiana: poteva uscirne una bella confusione e ne è sortito invece uno spettacolo di grazia e bravura". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 6 settembre 2001) "Nel film della Peploe girato con una tecnica di tipo televisivo e destinato probabilmente al piccolo schermo, vediamo in azione le 'astuzie delle donne' (...) I soliti equivoci visti mille volte a teatro e riproposti con stile anonimo. Gli attori che pure sono di fama e paiono anche interessati a quello che fanno, da Mira Sorvino a Ben Kingsley a Fiona Shaw appaiono inferiori al loro standard". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 6 settembre 2001) "Tutto assai elegante, grazioso, verboso, con diversi ammicchi all'oggi e una voglia dichiarata di rendere esplicito il gioco. Ma senza che dall'unione di tanti talenti scocchi la scintilla che nel finale, oltre ai cuori, accenda le macchine futuribili di Fiona Shaw". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 settembre 2001) "'Il trionfo dell'amore' è uno di quei film da vedere, se passate davanti al cinema quando comincia a piovere e siete con una donna. Ma senza ombrello". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 6 settembre 2001)

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