IL TEMPO DEI LUPI2003

SCHEDA FILM

IL TEMPO DEI LUPI

Anno: 2003 Durata: 110 Origine: AUSTRIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:VEIT HEIDUSCHKA E MARGARET MENEGOZ PER BAVARIA FILM, LES FILMS DU LOSANGE, WEGA-FILM PRODUKTION

Distribuzione:BIM (2004)

TRAMA

In una assolata mattina Anna, suo marito Georges ed i loro figli Eva e Ben, arrivano nella loro casa di campagna convinti di poter, finalmente, trascorre un po' di tempo in relax. Ma di lì a poco, dopo un evento imprevisto, si renderanno conto che non è così. Senza acqua, luce, cibo e la possibilità di comunicare e di spostarsi, la loro vacanza comincia a trasformarsi in una piccola Odissea.

CRITICA

"A volergli dare un senso univoco, 'Il tempo del lupo' è una storia di formazione e santità. Vi si parla dei 36 saggi della parabola ebraica, citati da Borges: quelli che sulle spalle reggerebbero il peso del mondo. E Haneke aggiunge una leggenda spuria, di purificazione dei mali della Terra attraverso un sacrificio nel fuoco. Malgrado il suo conclamato pessimismo, questa volta il cineasta preferisce chiudere su una flebile speranza. Ma il film somiglia a una malacopia: mentre la sempre brava Huppert, protagonista all'inizio, viene inaspettatamente 'messa in castigo'". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 maggio 2003) "Al tedesco Haneke la musa non ha concesso il dono del sorriso. In 'Il tempo del lupo', titolo bergmaniano, vuol fare Bergman e mette in scena una metafora catastrofica a sfondo misticheggiante. (...) Fra orde di profughi affamati, in attesa di un treno che solo un miracolo farà apparire, Isabelle si perde nel mucchio e non ci permette di capire come mai si trovi coinvolta in un film che nulla può aggiungere alla sua gloria". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 21 maggio 2003) "Bruciano i fischi della stampa quando piovono su un film presentato al Festival di Cannes. Parte dunque male il cammino del 'Tempo dei lupi'. (...) Peccato perché il soggetto de 'Il tempo dei lupi' è interessante: il crollo della civiltà in Francia per cause che il film tace. (...) Haneke non vuol fare religione e nemmeno fantascienza e così non sfrutta il soggetto, suo, con un'adeguata sceneggiatura, sempre sua. Non brilla nemmeno nel dirigere gli attori: a metà del film la Huppert scompare dallo schermo e poi la dimensione corale non fa per il crudo intimismo hanekiano. E poi, per annunciare l'apocalisse ora, il regista austriaco non aveva evidentemente molti soldi". (Giorgio Gandola, 'Il Giornale', 21 maggio 2003) "Torna il regista de 'La pianista' e anche stavolta sorprende. (...) Niente di nuovo, ma in tempi di 'Kill Bill' questo cinema asciutto fa bene alla salute. Più metafisico e meno matematico che in passato, Haneke chiede allo spettatore di illuminare le zone d'ombra del racconto. Molto anni '70, con le star che si mischiano ad attori sconosciuti e bravissimi. Un film posseduto da una insensata voglia di ricominciare, con un finale sorprendente in cui anche i lupi dimostrano di avere un cuore. L'opera più ottimista di un grande pessimista." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 4 giugno 2004) "A mio avviso, smentendo il detto 'non c' è due senza tre', quando Michael Haneke si farà vivo per offrirle un altro film, Isabelle Huppert farebbe meglio a trovare una scusa. ?? vero che il regista le ha fatto vincere la palma a Cannes e altri premi con 'La pianista' (2001), ma a quale prezzo? Un sinistro ruolo di mantide sessuale, con situazioni a dir poco degradanti. E per 'Il tempo dei lupi' il prezzo pagato dall'attrice è stato ancora più oneroso: interminabili nottate in un ambiente campagnolo poco accogliente, botte di freddo e marce per il fango, disagi e tristezze. Se è dura per lo spettatore trascorrere due ore davanti a un tale contesto, figuriamoci la sofferenza dei malcapitati interpreti che hanno dovuto starci dentro due mesi. Mi pare impossibile che Isabelle, messa di fronte al risultato, non sia stata tormentata dal dubbio se davvero ne valeva la pena. Simili fantasmagorie apocalittiche, che potevano esercitare una vaga suggestione in tempi più tranquilli, oggi non scuotono nessuno. Per quanto riguarda la paura del futuro, basta e avanza il telegiornale. Se qualche brivido si può provare di fronte alle catastrofi iperrealistiche dei colossi americani come 'L'alba del giorno dopo', le apocalissi poveriste all'europea non riescono convincenti. E poi c'è da aggiungere che a Haneke, la Musa ha concesso vari doni, non quello dell'ironia. Sicché in 'Il tempo dei lupi', come suggerisce il titolo bergmaniano, si impegna tutto serio a scimmiottare un certo Bergman di 'La vergogna' allestendo una metafora misticheggiante te

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica