Il sole nero2007

SCHEDA FILM

Il sole nero

Anno: 2007 Durata: 104 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Krzysztof Zanussi

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:opera teatrale di Rocco Familiari

Produzione:EDELWEISS PRODUCTION, SBS-UGC (PARIGI)

Distribuzione:MIKADO

ATTORI

Valeria Golino nel ruolo di Agata
Lorenzo Balducci nel ruolo di Manfredi
Toni Bertorelli nel ruolo di Ispettore
Kaspar Capparoni nel ruolo di Salvo
Remo Girone nel ruolo di Anatomopatologo
Victoria Zinny nel ruolo di Filippa
 

SOGGETTO

Familiari, Rocco
 

MUSICHE

Kilar, Wojciech
 

MONTAGGIO

Freddi, Paola
 

SCENOGRAFIA

Rastelli, Alfonso
 

COSTUMISTA

Cardini, Sandra
 

TRAMA

Agata ha finalmente trovato il vero amore in Manfredi, il suo giovane marito. Ma il sogno si trasforma drammaticamente in incubo, e lei si trova costretta a scegliere tra il perdono e la vendetta...

CRITICA

"E fin dalle primissime inquadrature, una panoramica aerea del set dove si svolgerà parte del film per svelarne l'artificialità e la finzione, chiede allo spettatore di accettare un modo di far cinema che sembra appunto uscito dai lontanissimi anni Sessanta. Ogni scena, ogni ambiente e - lo si capisce man mano che prosegue il film - quasi ogni battuta e ogni personaggio sono un simbolo, un'idea, una metafora. (...) Resterebbe ancora un dubbio, forse capace di spiegare questa inusitata scelta di stile. Ed è il dolore e la fatica di mettere in discussione certi valori (spirituali, se non proprio religiosi) a cui il regista era rimasto fedele per decenni. Ed è curioso che proprio due registi spesso etichettati come cattolici, Olmi e Zanussi, abbiano sentito il bisogno quasi contemporaneo di sottolineare l'insufficienza di certe risposte di fronte alla gratuita del male del mondo, di fronte al dolore e alla sofferenza. Ma dove Olmi, con uno straordinario colpo d'ala, supera i limiti tradizionale della narrazione per aprirsi a una riflessione di altissima originalità, Zanussi finisce per ripercorrere strade decisamente scontate, senza mai trovare il coraggio di una scrittura e di una invenzione capace di scardinare le regole. Neppure nell'ultimo gesto di Agata, condannata (dal regista) a una casualità che contraddice tutto quello che aveva inseguito fino ad allora. Un marito è ucciso senza una ragione e la vedova rischia di farsi schiacciare dal dolore. Zanussi riflette sul Male del mondo ma le sue parole suonano false e fuori tempo." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 15 giugno 2007) "Il Male distrugge l'Innocenza e la Felicità, il suo delitto rimane senza castigo: può forse essere questo il significato simbolico della tragedia 'Sole Nero', tratta da un testo teatrale di Rocco Familiari ispirato a un episodio della cronaca siciliana, diretta da Zanussi nell'ambito dei suoi film morali ed emblematici, così diversi dai grandi film realistici come il penultimo 'Persona non grata'. (...) Lo stile semplice e solenne, i quadretti di genere e i gruppi orali di donne anziane in preghiera o a chiacchiera, evocano l'estetica della tragedia rusticana o dell'opera lirica." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa, 15 giugno 2007) "Zanussi, regista polacco di tradizione cattolica, attento esegeta cinematografico di temi difficili e seri, affronta di petto, adattando un dramma di Rocco Famigliari, il bene e il male, l'amore e la vendetta. L'ambizione è quella di rendere i valori di una storia esemplare nei modi di un realismo epico. I risultati non verificano sempre questo approccio. Molte sono le sequenze in cui i dialoghi, di cui si sente sempre la scrittura e il tentativo di dire, si infrangono sulla superficie realistica della rappresentazione. (...) Zanussi è regista serio e stimabile, ma questa volta si è preso troppo sul serio." (Dario Zonta, 'L'Unità', 15 giugno 2007) "Con 'Il sole nero' Zanussi racconta l'amour fou, ma anche la contrapposizione fra bene e male, lo squilibrio fra ricchi e poveri, il lutto, la vendetta. Si sa, quando si affrontano temi importanti, il ridicolo è in agguato. E al regista scappa la mano nella prima parte del film (20 minuti di sbaciucchiamenti e vocine fra i due innamorati sono tanti...). Valeria Golino salva baracca e burattini, regalando ad Agata tutta la sua bellezza e il carattere di una donna diversa dalla comunità alla quale appartiene, come in 'Respiro' e in 'Texas'. Ma non si crede nemmeno per un nano secondo a Victoria Zinny (la madre), tantomeno a Kaspar Capparoni (l'assassino)." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 15 giugno 2007) "Una tragedia greca, per struttura narrativa, ambientazione e anche per il coro insopportabile delle prefiche siciliane, dalle enormi, impossibili, ambizioni. Zanussi si produce in un film che ne sfoga le derive più cattoliche e integraliste, in una narrazione dai toni stridenti ed eccessivi, in cui tutto è poco credibile, dall'iconografia insistita ai dialoghi troppo letterali." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 15 giugno 2007)

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