Il sole anche di notte1989

SCHEDA FILM

Il sole anche di notte

Anno: 1989 Durata: 113 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:TECHNOVISION, PANORAMICA, 35 MM (1:2.35)

Tratto da:liberamente tratto dal racconto "Padre Sergio" di Lev Tolstoj

Produzione:FILMTRE, RAIUNO (ROMA); CAPOUL, INTERPOOL, SARA FILM (PARIGI); DIREKT FILM (MONACO)

Distribuzione:ISTITUTO LUCE, I.N.C. (1990) - RICORDI VIDEO, NUMBER ONE VIDEO

TRAMA

Proveniente dalla piccola nobiltà lucana, il giovane Sergio Giuramondo ha sognato fin da ragazzo di diventare il primo aiutante del re Carlo III di Borbone. Prescelto finalmente dal re fra una schiera di nobili aspiranti, Sergio dovrebbe ora migliorare la propria levatura, sposando, per disposizione dello stesso sovrano, la bella duchessina Cristina Del Carpio, e ne chiede ufficialmente la mano. Mentre però si avvicinano a quelle nozze "programmate", i due giovani s'innamorano veramente, e arriva per loro "il momento della verità". Ma, al contrario di Cristina che supera con la forza dell'amore la verità che Sergio le confessa, di aver cioè aspirato in un primo momento a quelle nozze per calcolo, spinto dall'ambizione, questi non sopporta la verità di Cristina, che gli confida d'esser stata per un anno l'amante del re, a motivo di una infatuazione adolescenziale. Ferito nel proprio orgoglio di primo in tutto e ad ogni costo, l'impulsivo giovane volta le spalle all'amore e alla carriera mondana e sceglie il convento "per collocarsi al di sopra di quanti l'avevano umiliato". Grazie a quella sua caparbia determinazione, trova all'inizio la forza di non reagire davanti ai potenti della chiesa e della politica. Spinto dalla medesima orgogliosa tensione alla perfezione assoluta, finisce eremita sul monte Petra, al posto di un confratello morto in fama di santità. Riesce a superare una prima tentazione della carne, tesagli da una spregiudicata gentildonna, Aurelia ricorrendo a un gesto di sovrumana violenza su se stesso. Mutilandosi un dito. Ed è la donna stessa, sconvolta da quel gesto, a spargerne la fama di santità. La solitudine di Sergio viene presto invasa da folle di pellegrini e di fanatici in cerca di miracoli, folle che lo assillano senza tregua, distogliendolo dall'austerità e dalla preghiera e trasformando l'eremo in una specie di pacchiano santuario, ridondante di ex-voto e di paccottiglia, con l'immancabile contorno da sagra popolana. Padre Sergio è ridotto allo stremo della resistenza fisica, e le sue risorse interiori tendono al disarmo. Finché un'apparentemente inoffensiva fanciulla semicieca e psicolabile, Matilda, che gli viene presentata dal padre perché la guarisca, ne demolisce agevolmente ogni difesa riuscendo a sedurlo. Fulminato dal crollo delle proprie eroiche presunzioni, Padre Sergio fugge dall'eremo, e, disperato si getta in un laghetto, riemergendone a fatica per puro istinto di sopravvivenza. Vagando in seguito senza pace, giunge presso le tombe gemelle di due anziani coniugi, che gli avevano chiesto in una visita all'eremo, il "miracolo" di poter morire insieme, e sembra trovare, in quell'esempio di umile fedeltà al quotidiano, benedetta dall'amore, la forza di mettersi come loro, sconosciuto e ignorato da tutti, a servizio degli ultimi, nell'umiltà di un cammino oscuro, lungo il quale, incontrare finalmente Dio, "il sole anche di notte", che i due semplici gli hanno affettuosamente augurato.

CRITICA

"Il capolavoro dei fratelli Taviani! Che avrà negli anni novanta, lo stesso spazio conquistato negli ottanta dalla Notte di san Lorenzo. Una ricerca del sublime, una riduzione da un testo letterario, Padre Sergio di Tolstoj, anche più intensa, sottile, profonda dell'originale, una rivisitazione del cinema in costume e del cinema romanzo che ancora una volta inventa nuovi percorsi, con approdi stilistici di perfezione assoluta. Il tema, in Tolstoj e nel film, è l'orgoglio: che vanifica la ricerca di Dio fino a quando, pagata a caro prezzo e sofferta, non viene a sostituirlo l'umiltà. Sobrio rigore, per la felicità dello stile che ad ogni episodio si veste di nuove proposte, per l'altezza dell'universo spirituale cui si tende e che alla fine ci viene svelato." (Gian Luigi Rondi, 'la Rivista del Cinematografo') "Con rispetto e discrezione i due registi trattano i riti religiosi o accennano a debolezze e vanità da cui anche persone di chiesa possono non essere immuni; o visualizzano ne l film il momento avvilente della caduta compiuta mentre sono descritte le contraddizioni di un personaggio combattuto da un perenne dramma interiore, tra "segni apertamente visionari, volti a suggerire, con una decisa tensione religiosa, non solo la ricerca dell'assoluto, ma l'aspra e dolorosa esplorazione dell'anima" alla quale il protagonista viene costretto dagli eventi, fino a fargli imboccare - vinto, ma salvato - la via dell'umiltà e dell'amore. ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 108, 1990). "Concepito con stile impeccabile, esattissimo nel gusto dell'immagine, fine nella scrittura "Il sole anche di notte" ci avvicina a Tolstoj applicandogli uno smalto italico e meridionalista. E' un film pressoché perfetto, un piccolo classico dove anche gli interpreti, a cominciare da Sands, imponente e intenso, sono lodevolissimi." (Tullio Kezich 'Il filmnovanta')

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