Il ragazzo invisibile2014

SCHEDA FILM

Il ragazzo invisibile

Anno: 2014 Durata: 100 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:FAMILY, FANTASY

Regia:Gabriele Salvatores

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:NICOLA GIULIANO, FRANCESCA CIMA, CARLOTTA CALORI PER INDIGO FILM CON RAI CINEMA, IN COPRODUZIONE CON FABIO CONVERSI, FULVIA MANZOTTI, MARTA MANZOTTI PER BABE FILMS E FASO FILM, IN ASSOCIAZIONE CON IFITALIA SPA, GRUPPO BNP PARIBAS E STING OCCHIALI BY DE RI

Distribuzione:01 DISTRIBUTION

ATTORI

Ludovico Girardello nel ruolo di Michele
Valeria Golino nel ruolo di Giovanna
Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Basili
Hristo Jivkov nel ruolo di Andreij Christo Jivkov
Noa Zatta nel ruolo di Stella
Assil Kandil nel ruolo di Candela
Aleksei Guskov
Filippo Valese nel ruolo di Martino
Enea Barozzi nel ruolo di Brando
Riccardo Gasparini nel ruolo di Ivan
Vernon Dobtcheff nel ruolo di Artiglio
Vilius Tumalavicius nel ruolo di Biondo
Vincenzo Zampa nel ruolo di Minnella
Diana Höbel nel ruolo di Professoressa Siani
Ksenia Rappoport nel ruolo di Yelena
 

MONTAGGIO

Fiocchi, Massimo
 

SCENOGRAFIA

Rabassini, Rita
 

COSTUMISTA

Chericoni, Patrizia

TRAMA

Michele ha 13 anni e vive in una tranquilla città sul mare. La sua esistenza è piuttosto ordinaria e le giornate scorrono senza grandi emozioni, tranne quado si tratta di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare e che sembra proprio considerarlo invisibile. Poi, un giorno, Michele fa una straordinaria scoperta che darà vita alla più incredibile avventura della sua vita: lui può diventare invisibile!

CRITICA

"Con un bel colpo di mano (e di spettacolo) sul realismo idealista che domina il cinema italiano come uno spettro dell'identità nazionale, Salvatores prova con coraggio e talento il fantastico d'avventura. Per ragazzi, ma l'adulto ci si accomoda. (...) Qualche maglia larga in una sceneggiatura esemplare è nella tradizione. Valeria Golino mamma poliziotta fa un po' Raidue. Ma il punto è un altro: tra i super problemi di Michele, la contaminazione biologica, le corse in bicicletta e la nave dei cattivi al porto vecchio di Trieste c'è un film ricco di Spielberg, Zemeckis e X-Men che non ha paura di essere italiano. Regia libera, effetti speciali al servizio, corrente filmica generosa. Aperto al sequel." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 19 dicembre 2014) "Con grande sintonia interiore di tempo, luogo, azione e musica, il regista sta sempre dalla parte dei ragazzi cui dedica un film terso, duplice, assai divertente, specie nella prima parte, accusando gli adulti, spesso non vedenti, di nequizia e imbrogli generazionali con l'aiuto di un ragazzino di promettente sensibilità, Ludovico Girardello, accanto ai volti ambigui di Fabrizio Bentivoglio e Ksenia Rappoport." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 dicembre 2014) "(...) un racconto di formazione dalle tinte quasi intimiste, incrociato a una storia fantastica con tanto di (ottimi) effetti speciali. Servito da un cast insolito e un poco azzardato (in testa Valeria Golino mamma poliziotta e Fabrizio Bentivoglio psicologo doubleface truccato da clone di Giorgio Strehler, forse in omaggio a Trieste) cui tocca l'arduo compito di fare da tessuto connettivo fra le due anime del film. Non era facile infatti tenere l'azione vivace e coerente senza sacrificare troppo le psicologie (e viceversa). L'altro film fantastico di Salvatores (il suo migliore), 'Nirvana', giocava sul 'glocal', sull'ibridazione, sulla riproposta-parodia dei codici del genere. 'Il ragazzo invisibile' è più incerto. Gli adulti vorrebbero più sentimenti. I ragazzi un'azione più complessa e strutturata. Bel dilemma. Il ghiaccio comunque è rotto. Staremo a vedere." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 dicembre 2014) "(...) il film di Gabriele Salvatores (...) si pone nella zona, poco frequentata dalle nostre parti, del 'fantasy adolescenziale': con protagonisti in età scolare, supereroi e supercattivi, però senza molto da spartire con 'Transformers' e similari cinecomic americani. In qualche modo Salvatores sembra rimettersi sulla strada fondativa di un possibile fantasy all'europea, già esplorata a suo tempo con 'Nirvana'; non disdegna gli effetti speciali, ma neppure intende farne il centro dello spettacolo. (...) 'Il ragazzo invisibile' è 'anche' un teen-movie (e con pregi di naturalezza piuttosto rari); è 'anche' un film di supereroi, ma non è solo questo. Non occorre nemmeno troppo scomodare il tema dell'invisibilità come metafora dell'adolescenza per apprezzare l'acutezza dello sguardo di Salvatores su quell'età della vita, cui il regista ha dedicato già una pattuglia di film a cominciare da 'Io non ho paura': un'empatia non condiscendente che di certo i più giovani sapranno cogliere. Neppure ingenua, però: anzi sapiente, quanto lo è lo studio delle inquadrature (nella fotografia di Italo Petriccione, che valorizza eccezionalmente Trieste ) angolate e 'tagliate' come nelle migliori tavole a fumetti. Detto ciò spiace un po' dover constatare che il film, delizioso per trequarti, tende a sfumare, nell'ultimo, un po' a coda di pesce. Stentando a trovare un finale, ne somma tre o quattro; e, soprattutto, perde ritmo quando si addentra nella parte più fantasy, con relative spiegazioni sui destini degli 'Speciali'. Incluso il finale (...) che potrebbe far pensare a una porta aperta su possibili seguiti." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 18 dicembre 2014) "La prima parte può divertire, la seconda, frenetica, può avvincere. Cito, fra i protagonisti, Fabrizio Bentivoglio. Si presenta con i buoni, poi si scopre che è un cattivo con ambiguità. Fra gli altri, Valeria Golino, una mamma trepida." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 18 dicembre 2014) "Con le dovute differenze, Gabriele Salvatores ha da tempo infilato una strada analoga a quella di Luc Besson che - prima di lui, e con più disinvolto cinismo - ha scelto di accostarsi al cinema di genere. Passando dal sci-fi 'Nirvana' al pulp 'Amnesia', Salvatores non ha tuttavia rinunciato a esprimere una corda autoriale che risuona quando sono in gioco tematiche adolescenziali. Come nel caso di 'Il ragazzo invisibile' (...). Salvatores conduce il racconto in una divertita chiave di fantasy che ogni tanto sul filo delle emozioni scivola nel realismo: una dicotomia non sempre calibrata che costituisce insieme la ricchezza e la debolezza del film." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 dicembre 2014) "Sorpresa delle sorprese: SaIvatores è un maestro del cinema fantasy. E non solo: che può tranquillamente competere con i blockbuster USA dei vari Spider-Man, Superman e Batman. Certo, in forma e budget ridotti (8 milioni) ma con altrettanta immaginazione, originalità e solidità produttiva. (...) Già forte di soggetto e sceneggiatura a tre teste (...), la regia di Salvatores e la sua indiscussa capacità di lavorare coi ragazzi hanno raffinato un prodotto con tutti i crismi per sfondare presso giovani, adulti, famiglie e single. Un film che si mette felicemente alla prova degli esperti del genere. Con finale da sequel." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 18 dicembre 2014) "Piacerà a chi segue da qualche anno (a partire da 'Io non ho paura') con rinnovato interesse il cinema di Salvatores e l'ha visto spaziare in vari generi (il dramma, il noir) senza mai deludere. Qui ha tentato il «cinecomic» (il filone dei super eroi). Senza troppa originalità, ma anche senza tediare (prima qualità per un film natalizio)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 dicembre 2014) "Ardito, temerario tuffo di Gabriele Salvatores nel fantastico. Uno strano film, godibile nella tenera (e buffa) prima parte e troppo pasticciato nella seconda." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 dicembre 2014) "Il fumetto c'è (Panini) ma questo vale per tutti i supereroi, anche se per quello protagonista del film di Gabriele Salvatores si è seguito un modello un po' diverso. Film e fumetto (c'è anche un libro, uscito per Salani in cui si amplificano alcuni aspetti dei personaggi nel film) fanno parte di un progetto multimediale dove il fumetto è una sorta di prequel al film. Soprattutto però Salvatores agli effetti speciali ha prediletto una dimensione fantasy intrecciata al romanzo di formazione, anche se a pensarci bene questo, in fondo, vale un po' per tutti i supereroi, almeno quelli che sfrecciano nei cieli dell'immaginario sul confine con l'adolescenza. (...) un quotidiano italiano una provincia senza grattacieli, in cui i ragazzini cercano un'impossibile alleanza tra loro. E questa è anche la parte che riesce meglio del film, quella che appare la più affine allo sguardo di Salvatores, regista che anche nei suoi film più fantascientifici - come 'Nirvana' - alla tecnologia ha prediletto la dimensione intima dei personaggi. A partire da qui, dai ragazzini appunto, il film, che poteva diventare una bella scommessa, rimane invece intrappolato nella sceneggiatura da «manuale» del cinema italiano (...) dove tutto-ma-proprio-tutto deve tornare e non solo per rispondere alle «regole» della serialità richieste dal genere. (...) II ragazzo invisibile annuncia un sequel - ma (...) fa parte del gioco - solo che nel loro svolgersi le situazioni vengono destituite di ogni credibilità fantastica. La narrazione procede per affastellamento, a una cosa segue l'altra fino a che, a un certo punto, si rischia di perdersi nei meandri (che fanno un po' fiction italiana) di complotti, esotismi, disastri nucleari, sopravvissuti, cattivissimi russi, amanti in fuga, bambini abbandonati, un padre cieco che sbuca al momento opportuno e congela la memoria collettiva, più citazioni varie a cominciare da 'Lasciami entrare'. So potrebbe aprire una digressione infinita sulla sceneggiatura nel nostro cinema, che forse meriterebbe maggiore aura e diversificazione. II problema è che la regia di Salvatores non sembra mai andarci contro, forse non può o non vuole, e così si ritaglia qualche interstizio, appunto, nel rapporto coi personaggi dei ragazzini, nella sfida dell'adolescenza, e in quel suo desiderio di un altrove che in fondo appartiene a tutti, ai ragazzini di più. E in un sentimento affettuoso con cui guida il suo protagonista, il Michele (Ludovico Girardello) verso la sua entrata nella vita in cui forse qualche superpotere è necessario, perché crescere fa sempre anche male. Con o senza costume." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 17 dicembre 2014)

Trova Cinema

Box office
dal 21 al 24 maggio

Incasso in euro

  1. 1. Gli anni più belli  1.196.456
    Gli anni più belli

    Quattro ragazzi, cresciuti nel centro di Roma ma con estrazioni sociali diverse, vedranno le loro vite evolvere in maniere e direzioni anche sorprendenti, tra delusioni e riscatti....

  2. 2. Bad Boys for Life  882.185
  3. 3. Il richiamo della foresta  680.273
  4. 4. Parasite  605.719
  5. 5. Sonic. Il film  499.216
  6. 6. Odio l'estate  264.761
  7. 7. Cattive acque  263.009
  8. 8. La mia banda suona il pop  240.521
  9. 9. Dolittle  123.234
  10. 10. Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)  121.947

Tutta la classifica