SCHEDA FILM

Il prato

Anno: 1979 Durata: 115 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, PSICOLOGICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICO, TELECOLOR

Tratto da:-

Produzione:GIULIANI G. DE NEGRI PER FILM 3

Distribuzione:CIDIF CAD

TRAMA

Avendo appena concluso gli studi e attendendo l'assegnazione di un posto come magistrato, Giovanni, che vive a Milano, viene mandato da suo padre Sergio a San Gimignano dove potrà seguire il passaggio di proprietà di una vecchia casa colonica e nello stesso tempo godersi una meritata vacanza. Il giovanotto incontra casualmente Eugenia, una laureata in antropologia che si è dovuta accontentare di un impiego burocratico presso il municipio di Firenze ma che cerca ugualmente una realizzazione personale dedicando il tempo libero al teatro nelle strade e nelle piazze della cittadina toscana. L'amore che nasce immediatamente tra i due non cancella quello della ragazza verso Enzo, al quale è legata già da quattro anni. Enzo, un perito agrario disoccupato, giunge poco dopo a San Gimignano per tentare una "comune" agricola che fallirà per le reazioni dei padroni. Il triangolo che così si è formato si dimostra precario dal punto di vista sentimentale e anche dal punto di vista professionale: Giovanni ha ottenuto il posto presso il Palazzo di Giustizia di Milano, ma vi annaspa irrequieto; Eugenia; viene osteggiata nel suo innocente lavoro di teatrante; Enzo; coinvolto in una sparatoria, vive nel timore di un arresto. Eugenia, allora, decide di andare in Algeria come insegnante presso la colonia degli Italiani; ed Enzo la seguirà per evitare le persecuzioni politiche. Giovanni, accorso in Toscana, si sente smarrito per le due partenze e, morso dal cane idrofobo di Eugenia, rifiuta le cure del padre e della madre Giuliana, accorsa al suo letto, e si lascia morire.

CRITICA

"Tre giovani su un prato. Quando nasce la speranza, quando ci si innamora sembra che la natura ci trasmetta un messaggio di felicità; quando le illusioni cadono, la natura diventa una bellezza insolente, anzi una spettatrice malata come noi. I tre giovani non resistono al confronto, il tradimento della natura simboleggia quello della storia; restano i più vecchi a meditare sul senso del loro fallimento, a trasformare in protesta la resa dei figli. Nella favola intitolata 'Il prato', che ha inaugurato la Mostra del Cinema, i fratelli Taviani tornano ai loro tormenti più schietti, dopo l'evasione edificante di 'Padre padrone'; tornano alla riflessione di 'San Michele aveva un gallo', anche se con l'impaccio e le incertezze che derivano dal dover congelare in una forma quasi classica la categoria sociologicamente viva ed equivoca dei cosiddetti 'giovani d'oggi'. Per questo conflitto narrativo (i Taviani amano gli avvenimenti proverbiali, non la cronaca) lo stile dei film non di rado si tende e soffre. L'estraneità e la finita oggettività dei due registi sembrano qualche volta sopraffatte d un'emozione più diretta; dietro gli sviluppi un poco lambiccati del racconto lo spettatore non tavianeo vede volentieri il ritratto di un nuovo sentimentalismo giovanile, una fede perduta nelle ragioni del proprio cuore che rende una generazione più autentica e più debole di quella che l'ha preceduta." (Stefano Reggiani, 'La Stampa')

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Incasso in euro

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    Gli anni più belli

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