Il portaborse1991

SCHEDA FILM

Il portaborse

Anno: 1991 Durata: 95 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Daniele Luchetti

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:ANGELO BARBAGALLO E NANNI MORETTI PER SACHER FILM - EIDOSCOPE PRODUCTIONS ROMA - BANFILM PARIS

Distribuzione:TITANUS DISTRIBUZIONE (1991) - VIDEOGRAM, TITANUS DISTRIBUZIONE VIDEO, NUMBER ONE VIDEO, BMG VIDEO (NUMBER ONE)

ATTORI

Silvio Orlando nel ruolo di Luciano Sandulli
Nanni Moretti nel ruolo di Cesare Botero
Giulio Brogi nel ruolo di Francesco Sanna
Silvia Cohen nel ruolo di Moglie di Botero
Angela Finocchiaro nel ruolo di Irene
Anne Roussel nel ruolo di Juliette
Renato Carpentieri nel ruolo di Sartorio
Antonio Petrocelli nel ruolo di Polline
Dario Cantarelli nel ruolo di Carissimi
Gianna Paola Scaffidi nel ruolo di Adriana
Graziano Giusti nel ruolo di Sebastiano Tramonti
Guido Alberti nel ruolo di Carlo Sperati
Lucio Allocca nel ruolo di Remo Gola
 
 

MONTAGGIO

Garrone, Mirco
 

COSTUMISTA

Barbera, Maria Rita

TRAMA

Luciano Sandulli è professore di lettere in un liceo del sud: ancor giovane e senza altezzosità, è affabile e bonario con gli studenti, che gli sono affezionati. Abita una vecchia casa dalla splendida architettura, ma in condizioni disastrose, perchè il modesto stipendio non gli consente quel minimo di manutenzione che la renderebbe meno precaria, né tanto meno di provvedere ai necessari restauri. Deve infatti arrotondare le poche entrate, accettando di scrivere libri, articoli e rubriche varie a nome di uno scrittore piuttosto noto, ma al momento in crisi. Forse proprio per la qualità non banale di quegli scritti, Sandulli viene scoperto dal Ministro Cesare Botero, che lo convoca e gli propone di trasferirsi a Roma: dovrà scrivere i discorsi e i vari interventi pubblici del Ministro e le sue dichiarazioni ai giornali e alle varie emittenti. Sandulli esita, anche perchè dissuaso da Irene, la fidanzata, insegnante a Bergamo, ma finisce per accettare. A tutta prima Roma gli piace: trova simpatici i collaboratori del ministro, specie la graziosa Juliette, e confortevole l'alloggio che gli viene assegnato. Ha pure l'impressione che il giovane ministro sappia quello che vuole, e sia determinato a svecchiare, modernizzare, rifondare: questi sono infatti i suoi termini ricorrenti. Così Luciano riesce a svolgere il proprio compito con sincera convinzione, in sintonia col capo e gli diventa ben presto indispensabile. Persino i furtivi "compensi extra" che or l'uno or l'altro dello staff del ministro gli danno a suo nome, pur con riluttanza e imbarazzo vengono da lui accettati. Ma piano piano qualcosa gli si confonde dentro e lo rende incerto e dubbioso: ha libero accesso alle più severe biblioteche e riceve in dono una costosa automobile; è sorpreso dall'inatteso trasferimento a Roma di Irene e addirittura trasecolato alla notizia che la sua vecchia casa fatiscente tanto amata, è dichiarata monumento nazionale e verrà restaurata a spese dello Stato. Ma ciò che più lo sconcerta è scoprire gradatamente furbizie, inganni, trucchi elettorali, comportamenti spregiudicati del capo: il segretario particolare, Polline, viene arrestato per una serie di truffe; il vecchio consigliere Tramonti viene in malo modo estromesso ed umiliato da Botero per cui l'anziano collaboratore viene colto da malore mortale. Botero è stato al centro di brogli elettorali, scandali, compromessi di ogni genere, strumentalizzazioni sfacciate, ricatti, riscossioni di tangenti in cambio di favori, soprusi ed ingiustizie ai danni di parecchie persone. Luciano, nonostante i privilegi di cui gode, è disgustato e fa lega con Francesco Sanna, un irriducibile giornalista che da tempo cerca di incastrare Botero. Scopre che costui per essere eletto, dieci anni prima, ha corrotto varie persone per manomettere le schede elettorali. Poi gli capita di dover coprire la relazione intima del ministro con la bella Juliette, abbandonata semiviva da Botero a pochi metri dal pronto soccorso, perchè lui non deve esporsi. Come compenso, il ministro gli fa avere di soppiatto i temi della maturità per i suoi liceali, per tenerselo buono: è così affezionato ai suoi ragazzi e così li potrà aiutare. Luciano, ormai consapevole del cinismo, della falsità e della spregiudicatezza di Botero gli invia una lettera piena di insulti e con Sanna cerca di impedire che Botero venga rieletto. Tutto è inutile poichè lui viene cacciato dallo staff di Botero, Irene vede revocato il suo trasferimento ed è costretto ad assistere all'ennesimo trionfo del ministro che stravince sugli avversari (con i soliti mezzi) e si fa promotore (ironia suprema!) di una politica aperta e leale. E' la goccia che fa traboccare l'onestà latente di Luciano, che telefona ad uno dei ragazzi la scorrettezza del ministro, con l'ingiunzione di farla sapere agli altri, e gli altri agli altri, a tutti i liceali d'Italia, smascherando il perbenismo cinico del capo. E poi sfascia la bella automobile-dono a colpi di mazza, sforzando l'ira tanto a lungo repressa.

CRITICA

"Pur non dicendo cose nuove "Il portaborse" si snoda con scioltezza persino amabile, malgrado la trama articolata e i numerosi personaggi secondari, sostenuto dalla recitazione lievemente stilizzata e da un montaggio sapientemente calibrato." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale') "Il racconto risulta prevedibile, ma l'interpretazione di Nanni Moretti lo riscatta dal principio alla fine. Non basta, forse, a salvare tutto il film, ma induce di certo a vederlo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo') "Nanni Moretti impersona con gran sottigliezza la mescolanza di attrazione e repulsione, d'intelligenza e amoralità del suo personaggio, così nero da apparire quasi mitizzato." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa') "Il plot di 'Il portaborse' è intrigante e, nonostante qualche passaggio ingarbugliato soprattutto nel finale, bene esposto. Il film pur ben fatto, pur onesto nelle motivazioni di fondo, dà come l'impressione di zoppicare." (Francesco Bolzoni, 'L'Avvenire') "Il limite del 'portaborse', un film ben diretto e ben recitato, sta in un'indignazione ovviamente sacrosanta e tutta via poco produttiva sul piano dello spettacolo originale." (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero')

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