Il piccolo diavolo1988

SCHEDA FILM

Il piccolo diavolo

Anno: 1988 Durata: 101 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMICO

Regia:Roberto Benigni

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:-

Produzione:MARCO BERARDI PER YARNO CINEMATOGRAFICA, MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER CECCHI GORI GROUP, TIGER CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA - VIVIVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO, L'UNITA' VIDEO - BLU RAY: CECCHI GORI HOME VIDEO (2010)

ATTORI

Roberto Benigni nel ruolo di "Giuditta", il piccolo diavolo
Walter Matthau nel ruolo di Padre Maurizio
Nicoletta Braschi nel ruolo di Nina
Stefania Sandrelli nel ruolo di Patrizia
John Lurie nel ruolo di Cusatelli
Franco Fabrizi nel ruolo di Monsignore
Giacomo Piperno nel ruolo di Uomo sul treno
Paolo Baroni nel ruolo di Saverio, il pretino
Annabella Schiavone nel ruolo di L'indemoniata
John Karlsen nel ruolo di Padre confessore
Flavio Bonacci nel ruolo di Controllore
Stefano Antonucci nel ruolo di Familiare dell'indemoniata
Bruno Vetti nel ruolo di Padre del pretino
Mirella Falco nel ruolo di Madre del pretino
Germana Di Giannicola nel ruolo di Donna del citofono
Massimo Bianchi nel ruolo di Il podista
Roberto Corbiletto nel ruolo di Direttore dell'hotel
Vito Passeri nel ruolo di Maître al ristorante
Bianca Maria Borraccetti nel ruolo di La presentatrice
Totò Onnis nel ruolo di Carabiniere
 

MUSICHE

Lurie, Evan
 

MONTAGGIO

Baragli, Nino
 

SCENOGRAFIA

Annichiarico, Antonio
 

COSTUMISTA

Buti, Aldo

TRAMA

Don Maurizio, un sacerdote americano turbato perché si è innamorato di una donna, viene chiamato a compiere un esorcismo. Davanti ai suoi occhi, dal corpo dell'indemoniata - Giuditta - una grassa parrucchiera, fuoriesce un diavoletto nudo che insiste nel continuare a farsi chiamare come la donna che lo ha ospitato. "Giuditta", dispettoso e burlone, non ne vuole sapere di lasciare la Terra per tornare nel regno degli inferi, perché gli sembra un luogo troppo divertente per essere abbandonato così presto. Don Maurizio, che si sente responsabile, parte al suo inseguimento, cercando di riparare ai guai del maldestro "Giuditta". Un giorno, però, a bordo di un treno, il piccolo diavolo conosce Nina, se ne innamora all'istante e, barando, riesce a strapparle la promessa di una notte d'amore. La sua ingenuità e la sua ignoranza in fatto di sesso faranno in modo che non potrà godersi il premio e, forse, anche Nina non è chi dice di essere...

CRITICA

"A conti fatti, però, 'Il piccolo diavolo' si dichiara una collanina di gags che procede per accumulo, percorsa da un filo molto gracile, una commedia degli equivoci che si sviluppa un po' verbosamente intorno a frequenti doppi sensi, manca di certezza nel ritmo ed è di breve fiato narrativo. Come già si sospettava, il Benigni regista è dunque al servizio del Benigni attore, sempre impagabile, più che d'una storia ben architettata. Matthau gli fa da spalla con l'autorevolezza e la simpatia che sappiamo, ma nonostante gli sforzi dei protagonisti e dei comprimari (fra i quali sono Nicoletta Braschi nella parte di Nina, il John Lurie venuto da 'Daunbailò' in quella d'un falso germanista, e appunto la Sandrelli) l'operina resta troppo campata in aria, e qua e là troppo tirata in lungo, per collocarsi almeno fra i nonsense sofisticati o gli scherzi irriverenti e inverecondi. Persino il fotografo Robby Müller, venuto da Bogdanovich, Wenders e Jarmush, non sembra averla presa molto sul serio..." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 15 ottobre 1988) "Anche se, come sempre in tutto quello che fa Benigni al cinema, tra le pieghe dell'azione e nei toni e nei modi continuano a farsi avanti quelle sue predilezioni per il nonsense che son sempre stati alla base di ogni sua parodia; con punte, questa volta, in un surreale ritenuto sempre furbescamente a misura d'uomo (o di diavolo). Qui, queste predilezioni, sono soprattutto presenti in Benigni attore: in quel suo costante affidarsi, per i gioiosi disagi del protagonista in mezzo agli uomini, a dei candori ora stralunati ora perfino patetici di grande vitalità, con una gamma ricchissima di colori. Gli dà la replica, come esorcista, Walter Matthau, meno mascherone del solito ed anzi con delle componenti umane adesso, molto nitide e schiette. Di sfondo, troppo di sfondo, Stefania Sandrelli. La diavolessa in missione segreta, però, non è lei, è Nicoletta Braschi. Che c'era già in 'Down By Law'." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 21 ottobre 1988) "Costruito da Benigni per Benigni su una sceneggiatura un po' vaga, il film va benissimo (cioè resta riconoscibile e attribuibile) finché batte lo stile colloquiale, lo stile-non-stile che ha fatto la fortuna di altre apparizioni di Benigni ('Non ci resta che piangere'), va meno bene quando chiama in causa Matthau. L'attore americano non è un comico, e un sagace interprete di commedia ha bisogno di un testo, di battute di un copione preciso. Con Matthau in scena la commedia ha come un freno; quando Matthau è letteralmente dimenticato (perché se n'è andato dal set?), il film fa con leggerezza le sue giravolte surreali e metafisiche, e non ci importa nulla di essere a Taormina o a Timbuctu. Che Matthau ricompaia in un finale appiccicato conta ancor meno, basta che Benigni sia libero di andarsene per la sua strada, saltabeccando come Chaplin, richiamato alla sede centrale nel modo migliore, attraverso una diavola." ('La Stampa', 21 ottobre 1988)

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