IL PATTO DEI LUPI2001

SCHEDA FILM

IL PATTO DEI LUPI

Anno: 2001 Durata: 120 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:AZIONE

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:LE STUDIO CANAL+ TF1 FILMS PRODUCTIONS - DAVIS FILMS - DAVIS FILMS - ESKWAD - NATEXIS BANQUES POPULAIRES IMAGES - STUDIO IMAGE SOFICAS

Distribuzione:01 DISTRIBUTION - DVD UNIVERSAL (2002)

TRAMA

TRAMA BREVE Basato sulla storia vera della Bestia del Gevaudan che terrorizzò la Francia nella metà del 18° secolo. Inviati speciali del Re di Francia, un giardiniere del Re ed il so seguito, arrivano nella regione del Gevaudan, al centro della Francia, per scoprire qualcosa di questa bestia che attacca donne e bambini. In seguito il Cavaliere di Fronsac cercherà di sconfiggerla, ma la prima battaglia sarà quella contro l'ignoranza e la superstizione. Accanto a lui ci saranno un'aristocratica, una prostituta e Mani, un indiano Mohawk da lui conosciuto in America. TRAMA LUNGA Francia, 1766, durante il regno di Luigi XV. I contadini della regione di Gévaudan sono in preda al terrore. Nelle campagne avvolte dalla nebbia una bestia si aggira infuriata. Uccide donne e bambini e le fa a pezzi. Si organizzano squadre per seguire le sue tracce, ma tutto sembra inutile. Il re, sempre più preoccupato, invia sul posto Gregoire de Fronsac, scienziato illuminista e studioso di omicidi. Gregoire, accompagnato da Mani, un indiano taciturno e atletico, comincia a girare, a far domande, a chiedere informazioni. Molti tacciono, ad aiutarlo ci sono il giovane marchese d'Apcher, aristocratico illuminista, Sylvia, cortigiana di origine italiana, e Marianne, la ragazza di cui Fronsac si è innamorato. Proprio durante un incontro tra i due a casa della balia di Marianne, la bestia fa irruzione e, attraverso mosse impreviste, mette Fronsac in grado di capire che si tratta di un leone con una spessa corazza sopra che agisce per ordine di un misterioso personaggio. Nelle ricerche successive, Mani muore, colpito da un proiettile che utilizza solo Jean-François de Morangias, conte di Moncan. Alla ricerca del conte, Fronsac viene arrestato, Sylvia va a trovarlo e, con il veleno, lo elimina. Prima gli ha raccontato che la Bestia, animale portato dall'Africa, é uno strumento di cui si serve la Setta dei Lupi con a capo il locale curato Sardis e Jean Francois per tenere sotto terrore e superstizione il popolo e prolungare il potere temporale dei religiosi minacciato dai nuovi illuministi. Intanto Jean Francois cerca di possedere Marianne con la violenza, anche dopo aver saputo che si tratta di sua sorella. Marianne dovrebbe essere eliminata ma, durante la cerimonia della Loggia del potere, arriva Fronsac, che non era morto, perché Sylvia è in realtà un agente del re. Moncan e la belva sono eliminati. Fronsac e Marianne, partono insieme per l'Africa, e il marchese d'Apcher ha il compito di raccontare anni dopo questa vicenda, proprio mentre infuria il terrore rivoluzionario.

CRITICA

"Opera abile, intrigante di Christophe Gans, con un cast formato anche da Vincent Cassel, Samuel le Bihan, Emilie Duquenne. (...) Un film davvero stimolante e, a tratti, anche sensuale". (Giovanna Grassi, 'Il Corriere della Sera', 7 dicembre 2001) "Monica Bellucci, in una parte non certo da protagonista, è la massima bellezza d'un film francese in cui recita pure suo marito Vincent Cassel (...) Produttivamente (costumi, scenografie, ambienti, orrori sanguinosi, clima storico) il film è impeccabile, per il resto è abbastanza improbabile". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 30 novembre 2001) "Storia vera, film fantastico: un mix acrobatico di western, arti marziali ed effetti digitali ambientato vent'anni prima della Rivoluzione francese, con nobili in parrucca, marchesine ritrose e un guerriero irochese che volteggia come bruce Lee (...) Gans governa con fermezza e vero divertimento le molte anime del suo film-monstre. I nobili di provincia, con le loro tare e le loro trame; le sfide e i duelli, più kung-fu che cappa e spada; le inevitabili parentesi galanti, che coinvolgono Monica Bellucci e Emilie Dequenne. Aggiungete un montatore di Hong Kong, un operatore danese, e la formula è completa. Visti gli incassi, in Francia e ora in Italia, c'è da giurare che sarà replicata". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 novembre 2001). "Non convince tutta questa montagna spettacolare, a volte davvero avvincente, per partorire un topolino sociale. Forse la cosa migliore è non pensarci e 'spararsi' il film, come dicono i ragazzi. La Bellucci è l'ago della bilancia tra erotismo romantico e grand-guignol. La bestia di Gévaudan è tra noi?". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 30 novembre 2001)

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