SCHEDA FILM

Il patrigno

Anno: 1986 Durata: 90 Origine: USA Colore: C

Genere:HORROR, THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:JAY BENSON PER INCORPORATED TELEVISION COMPANY (ITC)

Distribuzione:ARTISTI ASSOCIATI (1987) - IMAGE, IMPACT VIDEO

TRAMA

Jerry Blake, piazzista di graziose villette, ha il culto della famiglia e la mania della casa e dell'ordine. Egli vive con la moglie Susan e la sedicenne Stephanie, una ragazza un po' irrequieta, che la donna ha avuto dal precedente marito. In realtà l'uomo, malgrado il suo accattivante sorriso, è un malato, un pericoloso psicopatico. Sotto il nome di Morrison infatti, poco più di un anno prima ha massacrato la propria famigliola, né mai la polizia è riuscita a trovare la benché minima traccia. Ci prova Jim Olgive, fratello della moglie assassinata, ancora sconvolto solo a pensare al raptus del cognato e all'orrore di quella strage di innocenti. Convinto com'è che quello continui a vivere nella zona, Olgive per qualche lieve indizio è certo che il folle si è rifatto una nuova e regolarissima vita, mentre non si sente di escludere che un altro massacro sia possibile. Stephanie, che diffida pur inspiegabilmente di lui, il giorno in cui il proprio psicanalista viene barbaramente ucciso (solo per aver chiesto telefonicamente a Jerry un incontro, per parlargli di alcuni problemi della ragazza), accentua i suoi sospetti sul patrigno. Poi la situazione precipita: Jerry si sta preparando a mutare ancora una volta i connotati, individuando altrove una casa e una giovane madre di famiglia. Ma prima intende uccidere Susan e la figliastra. Olgive ormai lo ha scoperto, ma, arrivato a casa...

CRITICA

"'Stepfather - Il patrigno' di Joseph Ruben (è il regista di 'The Sister in Law' con John Savage e 'Dreamscape' con Max von Sydow), racconta l'agghiacciante storia di un uomo, un americano tipo, benpensante, metodico. Bravissimo è Terry O'Qinn, attore di cinema e di teatro (ha recitato sui palcoscenici della off-Broadway della Broadway classica, anche accanto a Faye Dunaway) nella parte dell'assassino che riesce a mascherare quasi perfettamente la sua pazzia.(...) Il film (la sceneggiatura è dello scrittore Donald E. Westlake che ha firmato, tra l'altro, 'Tiro al piccione' 'Gli inafferrabili cinque'), un thriller, un giallo in cui la suspense è creata dalla tensione psicologica, dalle prevedibili mosse del padre-assassino e non dallo scorrer del sangue. E in attesa di uccidere 'per amore' la seconda moglie e la figliastra, meticolosamente già prepara la sua terza identità. Riuscirà il piano? E' un giallo, quindi non si racconta il finale." ('Il Giornale' , 3 settembre 1987) "Ricordate lo sguardo allucinato di papà Nicholson alle prese con il labirinto dell'istituzione familiare in 'Shining' di Stanley Kubrick? Era armato di accetta e nutriva intenzioni niente affatto pacifiche nei confronti della consorte e del figlio. 'Stepfather' (ossia il patrigno) rievoca quel genere di incubo dietro i velati congegni di un thriller sociologico. Bersaglio della provocazione, dunque, la figura del padre, simbolo feticcio perennemente in crisi del way of life americano.(...) Diretto da Joseph Ruben e interpretato da Terry O'Quinn (per l'appunto nello stile Nicholson), 'The Stepfather' è cinema artigianale affascinato dalla follia del personaggio ma troppo preoccupato di dettagliare le tesi con qualche spiegazione di troppo. Quando invece, abbandona il troppo detto, il film scivola verso le forme del thriller." (Fabio Bo, 'Il Messaggero' , 4 settembre 1987) "Raramente si era visto un film più ferocemente anti-familiare di questo, diretto dal newiorchese Joseph Ruben, conosciuto (poco) da noi per 'Dreamscape', thriller fantascientifico con Max Von Sydow e un ragazzino dai poteri paranormali.(...) Al di là della perfetta scansione narrativa, ben sostenuta dalle prove convincenti, misurate, di Shelley Hack (ex-Angelo di 'Charlie') e dalla giovane Jill Schoelen, 'Stepfather' entusiasma per la straordinaria coerenza tematica (l'orrore nascosto in un padre di famiglia inappuntabile), che diventa spavento per immagini della miglior qualità. Molte morti, anche violente, ma non un solo fotogramma di truculenza gratuita, non giustificata dal racconto. E una ambientazione middle, ossessiva nelle sue casette linde tutto giardinetto curato e torta nel forno, che raramente è stata così personaggio." (Gabriele Porro, 'Il Giorno' , 4 settembre 1987)

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