Il passaggio del Reno1960

SCHEDA FILM

Il passaggio del Reno

Anno: 1960 Durata: 120 Origine: GERMANIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO, GUERRA

Regia:André Cayatte

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.37)

Tratto da:-

Produzione:HENRY DEUTSCHMEISTER, JOSEPH BERCHOLZ, EDOUARD GIDE PER FRANCO LONDON FILM, LES FILMS GIBÉ, UFA, JONIA FILM

Distribuzione:GLOBE

ATTORI

Charles Aznavour nel ruolo di Roger
Nicole Courcel nel ruolo di Florence
Georges Rivière nel ruolo di Jean
Cordula Trantow nel ruolo di Helga
Georges Chamarat nel ruolo di Il fornaio
Jean Marchat nel ruolo di Michel Delmas
Alfred Schieske nel ruolo di Fritz Kessler
Benno Hoffmann nel ruolo di Otto
Betty Schneider nel ruolo di Alice
Colette Régis nel ruolo di Madre di Alice
Henri Lambert nel ruolo di Louis
Lotte Ledl nel ruolo di Lotte
Ruth Hausmeister nel ruolo di Frau Kessler
 

MUSICHE

, Louiguy
 

MONTAGGIO

Lewin, Borys
 

SCENOGRAFIA

Clavel, Robert

TRAMA

Nella primavera del 1940 l'esercito francese è travolto dalle armate di Hitler; lunghe file di prigionieri francesi sono avviate in Germania: sul ponte che attraversa il Reno si incontrano per caso due francesi tra loro molto diversi per condizione ed idee: Jean Durrieu, brillante giornalista e convinto interventista, e Roger Balland, un pasticcere senza ambizioni. I due vengono mandati in una fattoria dove Roger fa amicizia coi proprietari mentre Jean ha in mente solo la fuga. Quando Jean riesce a fuggire in Inghilterra, Roger si adatta sempre meglio alla vita del paesetto tedesco, dove l'esistenza si fa sempre più dura, ma tutti gli sono amici. Nel frattempo è anche divenuto per Helga, una ragazza rimasta sola, l'unico sostegno ed aiuto. Dopo la liberazione, a Parigi la vita ha ripreso un ritmo normale: Jean è di nuovo accanto a Florence ed è divenuto il direttore del suo giornale. La situazione si fa per lui difficile quando si scopre che Florence è stata una spia dei tedeschi. Jean decide di dare le dimissioni per rimanerle accanto, ma la donna ben presto si allontana. Anche Roger è tornato a Parigi, ma sua moglie non gli dimostra alcun affetto e lui decide quindi di ritornare nello sperduto villaggio tedesco, dove per la prima volta nella sua vita ha sentito di essere utile a qualcuno.

CRITICA

"Il film, condotto con abile mestiere, alterna a brani drammaticamente efficaci e a pregevoli notazioni psicologiche momenti più stanchi e confusi, dove il tema e soprattutto le intenzioni dell'autore, sembrano disperdersi in incertezze di ritmo e fratture di racconto. La recitazione è, in genere, impegnata. Buona la fotografia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 48, 1960)

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