SCHEDA FILM

IL PADRE DELLA SPOSA 2

Anno: 1995 Durata: 108 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:ISPIRATO AI PERSONAGGI CREATI DA FRANCES GOODRICH E ALBERT HACKETT

Produzione:NANCY MEYERS

Distribuzione:BUENA VISTA INTERNATIONAL (1996)

TRAMA

La vita scorre tranquilla per George Banks, ormai rassegnato ad aver "perso" la figlia adorata, sposa felice "dell'usurpatore" Bryan Mac Kenzie. Scosso dalla notizia che la figlia Annie lo sta per rendere nonno, in un trasporto di giovanilismo si tinge i capelli, rifiuta una scappatella al semaforo con una disinvolta guidatrice, ed invece si concede una scappatella domestica (visto che il figlio adolescente Matty è fuori casa) con la moglie Nina. Poi decide per un rinnovamento totale e vende la casa ad un arabo, che gli offre una sostanziosa quantità di denaro se la libera entro dieci giomi. Con Nina si trasferisce dai genitori del genero, con il problema dei due cani doberman con i quali non ha un rapporto idilliaco e che lo costringono a dormire sul pavimento. Ma il destino gli prepara un duplice agguato: la figlia di Annie aspetta un bambino, il che lo pone davanti al problema di sentirsi nonno; anche Nina aspetta un pargolo, e così avrà un figlio ed un nipotino della stessa età. Mentre Nina è felice, George dà segni di insofferenza, tanto che la moglie lo allontana costringendolo a farsi ospitare dalla figlia. In una crisi di nostalgia per la vecchia casa, che l'arabo vuol demolire, la ricompra, e fa pace con la moglie offrendole la recuperata magione. Le due puerpere vi si installano, e il tuttofare Frank Eggelhoffer già organizzatore del matrimonio di Annie, arreda la camera del nascituro. I due parti devono avvenire quasi contemporaneamente, e George, sempre pronto ad intervenire, incapace di dormire e sfinito dai continui falsi allarmi di Annie, viene impasticcato da Frank proprio nel momento cruciale, e così il bizzaro ma generoso factotum deve trascinarlo per i piedi fino all'automobile e guidarla con qualche rischio fino all'ospedale, dove i lieti eventi sono pilotati dalla giovane ed efficiente dottoressa Megan Eisenberg invece del ginecologo di famiglia, con grande sconcerto iniziale di George che poi si arrende dinanzi all'efficienza della giovane. Il nipotino è un bel maschietto e una nuova figlia si affianca così alla figlia Annie, che dovrà seguire però il marito a Boston. George si consola pensando a quando giocherà a basket con la piccola nel campetto dietro casa.

CRITICA

Lo spunto di "Il padre della sposa 2" è tale da dar luogo a scenette divertenti che, potendo contare sulla simpatia di Steve Martin - il tipico americano all'antica - e la bravura di Diane Keaton - molto a suo agio nei panni della mammina adorabile, abilissima nel preparare torte di mele ma pronta, quando ci vuole, a tirar fuori le unghie -, Charles Shyrer anima con disinvoltura. Il regista e la sceneggiatrice non si sono, però, limitati a copiare, ad ammodernare un vecchio soggetto. Pur lavorando sull'usato, hanno immesso nel modello ritocchi non banali, arricchendolo con osservazioni non usurate. Senza, tuttavia, mai strafare, mai volere andare oltre lo spettacolo, appunto, domenicale. In questo metodo, probabilmente, sta la forza della serializzazione all'americana. La trovata paradossale (ma neanche troppo) che fa di due prossimi nonni anche dei genitori di un bebé si innesta su un tessuto psicologico abbastanza attendibile. Le reazioni del padre George, della mamma Nina e della figlia Annie (il piccolo Matty viene lasciato abbastanza fuori di scena) non sono immaginate a tavolino. Ma, direi, vengono controllate su quanto va succedendo intorno a noi. Dove capita che, logorandosi il fisico meno di un tempo, si può restare giovani, avere un figlio sui cinquant'anni (come avviene in casa Banks) e parlar tanto di camere dei bambini, ostetriche e lieti eventi. E cavarsela, se non alla perfezione, senza neppure troppo nervosismo. (Avvenire, Francesco Bolzoni, 7/2/96) Dopo il remake dell'omonimo film di Minnelli con Spencer Tracy, Joan Bennet e Elizabeth Taylor (girato nel 1991), Il padre della sposa 2 è, allo stesso tempo, un sequel (anche Minnelli diresse un seguito: Papà diventa nonno). "Dunque, un film "concepito" in vitro e generato sugli standard, che esibisce forsennatamente la doppia paternità, sia nella materia del contendere sia nella sua genesi poroduttiva. Ennesima, leziosa e un po' inquietante digressione sulla sessualità disordinata della generazione del baby boom post-bellico (cui anagraficamente appartengono sia la Keaton, sia Martin, sia Clinton), Il Padre della sposa 2 si preoccupa soprattutto di aggiornare la morale (e la famiglia), sondando un po' prosaicamente, un po' con finta spregiudicatezza, territori ancora inesplorati e accidentati. Da registrare la conferma di Kieran Culkin (somigliantissimo fratellino del più celebre Macaulay) e di Martin Short nei panni flamboyant del decoratore gay (ma anche lui, in fondo, un po' papà). Suggerimenti e idee per l'inevitabile terzo capitolo: "Papà diventa nonno; bisnonno e trisavolo", "Il padre della sposa 3: prenatal o gerovital". (Il Messaggero, Fabio Bo, 4/2/96) "Bravo Steve Martin (doppiato da Michele Kalamera), che è meno gigione del solito, a tradurre lo sconvolgimento portato nella sua vita dalla duplice condizione di nonno e papà per la seconda volta, anche se quando appare gli ruba spesso la scena lo straordinario Martin Short nel ruolo di un eccentrico amico di famiglia, che parla una lingua incomprensibile. Shyer amministra senza guizzi particolari il collaudato repertorio di gag frenetici e situazioni comiche. Ma "Il padre della sposa 2", che del vecchio film conserva la struttura di monologo-confessione, sconta paradossalmente proprio l'aggiornamento dello schema: erano più motivati i disagi e le paure di Spencer Tracy, che interpretava George nel dittico di Minnelli, che quelli di Steve Martin. Nella società americana contemporanea molti cinquantenni come lui vivono senza problemi una seconda "gioventù" e la stessa Diane Keaton, magra e giovanile, perché dovrebbe sentirsi già nonna? (Il Mattino, Alberto Castellano, 8/2/96) Ispirandosi alla lontana a Papà diventa nonno del 1951 con Spencer Tracy, gli sceneggiatori Charles Shyer e Nancy Meyers, rispettivamente regista e produttrice, ne hanno attualizzato lo spunto ai nostri tempi: in cui la paura di invecchiare è nevrotica e in cui si partorisce persino a 60 anni. La commediola è fragile ed inconsisten

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