SCHEDA FILM

Il matrimonio

Anno: 1953 Durata: 64 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:FERRANIACOLOR

Tratto da:atti unici: "L'orso", "Il pranzo di nozze", "Una domanda di matrimonio" di Anton Cechov

Produzione:FILM COSTELLAZIONE

Distribuzione:CEI INCOM (1954) - AVO FILM

TRAMA

Il possidente Lomov si reca dal suo medico curante per chiedergli la mano di sua figlia Natalia ma strada facendo si ferma a bere un bicchierino con Smirnov. Costui, uomo burbero che odia profondamente le donne, parlando del matrimonio, ne mette in rilievo i lati negativi e i suoi discorsi fanno tanta impressione a Lomov, che questi quasi rinuncerebbe al suo proposito. Con Natalia le cose non vanno del tutto lisce perché ancora prima che Lomov le abbia parlato di matrimonio, i due incominciano a bisticciare e per rimetterli in carreggiata ci vuole l'intervento del padre che chiarisce a Natalia le intenzioni di Lomov. Intanto Smirnov che va in giro per cercare di farsi pagare dai debitori, giunge in casa di una bella giovane vedova, Elena Ivanovna Popova, il cui marito gli doveva dei denari. La sua arroganza irrita la donna che gli dà uno schiaffo. Smirnov la sfida a duello ed Elena accetta la sfida, ma Smirnov è già vinto in precedenza. Il duello non ha luogo e i due si sposano. Gli Smirnov e i Lomov sono invitati ad una festa nuziale. Per dar lustro alla festa, la madre della sposa s'è data da fare per avere tra gl'invitati un generale; ma sul più bello un capitano a riposo che s'è fatto passare per generale confessa il suo inganno e viene cacciato. Quando giungono gli Smirnov, gli sposi sono già partiti.

CRITICA

"Molto importante sul piano di pittura - intendendo questo come qualcosa di vivo, di impegnativo e di rievocativo - l'esperienza di Antonio Petrucci nel film 'Il matrimonio'. Questo gusto per la pennellata delicata e precisa già l'avevamo notato in alcuni suoi felici documentari a colori (...). 'Il matrimonio' trae spunto da Cechov per sfruttare il colore in senso rievocativo ed ambientale: si trattava di dar vita ad una cittadina della vecchia Russia (...) ispirandosi alla pittura dell'Ottocento, ma soprattutto a certi film sovietici ambientati nel mondo della farsa." (Edoardo Bruno, 'Filmcritica', 34-35, maggio 1954)

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