Il Flauto Magico di Piazza Vittorio2016

SCHEDA FILM

Il Flauto Magico di Piazza Vittorio

Anno: 2016 Durata: 83 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, MUSICALE

Regia:Fabrizio Bentivoglio|Mario Tronco

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:ISABELLA COCUZZA, ARTURO PAGLIA PER PACO CINEMATOGRAFICA, DENIS FRIEDMAN PRODUCTIONS IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione:PACO CINEMATOGRAFICA (2019)

ATTORI

Violetta Zironi nel ruolo di Pamina
Petra Magoni nel ruolo di Regina della Notte
Awalys Ernesto Lopez nel ruolo di Tamino
Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Sarastro
Pap Yeri Samb nel ruolo di Papageno
Sylvie Lewis
Omar Lopez Valle nel ruolo di narratore
Carlos Paz
Houcine Ataa nel ruolo di Monostato
Raul Schebba nel ruolo di sacerdote
Ziad Trabelsi nel ruolo di messaggero
Cristina Chinaglia nel ruolo di dama
Ashai Lombardo Arop nel ruolo di dama
Emanuele Bultrini nel ruolo di chitarrista
Nina Pitolli nel ruolo di Pamina bambina
 

MONTAGGIO

Spoletini, Marco
 

SCENOGRAFIA

Fiorito, Lino
 
 

EFFETTI

Rizzo, Corrado

TRAMA

Siamo a Roma, Piazza Vittorio: una grande piazza rettangolare che si sviluppa attorno a un giardinetto pubblico. E' il tramonto e Omar, un addetto armato di fischietto e cappellino d'ordinanza, si appresta a chiudere i cancelli che separano il giardino dal resto della piazza. Attende l'uscita degli ultimi frequentatori e chiude il cancello con catena e lucchetto. Inizia così questo Flauto Magico, immaginando l'opera di Mozart reinterpretata da tutte le culture musicali di Piazza Vittorio. Così le vicende e i personaggi si trasformano, arricchendosi e sintetizzando tradizioni culturali molto distanti. Persino la musica esce trasformata da questo incontro, allontanandosi dall'originale e diventando "Il Flauto Magico" secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio: dal reggae alla classica, dal pop al jazz, la musica dell'OPV spazia attraverso tradizioni e culture musicali di tutto il mondo, rispecchiando i background molto distanti dei singoli musicisti e dando vita a incontri e sincretismi musicali unici. Tutto accade all'interno dei giardini della piazza durante l'orario di chiusura serale. I giardini si animano come per magia e i papà, gli operai, le babysitter, i bambini che nella prima scena erano semplici avventori del parco si trasformano ora in principi, maghi, regine, sacerdoti.

CRITICA

"(...) Immersa in una nebbiolina violacea durante le fasi notturne o dentro un giallino chiarore diurno, ogni volta scenari sorprendenti talvolta iperrealisti, che rimandano «alle tecniche del teatro barocco e lirico europeo, con le sue macchine teatrali e i suoi trucchi artigianali, fondali dipinti e arredi poveri di cartapesta, da armonizzare visivamente con l'aiuto delle moderne tecniche cinematografiche», con una tenera artigianalità anche nell'impiego degli effetti visuali e negli sfarzosi colorati costumi (sublime il cappello bicorno stradecorato di Papageno) e scenografie tropicali o lunari. La vicenda si dipana con talismani e medaglioni, coreografia acrobatiche di gruppo (sulla falsariga di un videoclip artistico) e danze arabeggianti, sguardi seducenti negli ascensori e trappole lungo il cammino, insomma il felice incontro di culture antiche e tradizioni diverse, in questo inno all'amore universale e alla gioia di vivere, dedicato ai migranti di tutto il mondo con l'iscrizione in epigrafe sotto la Statua della Libertà." (Flaviano De Luca, 'Il Manifesto', 20 giugno 2019) "(...) Si ha l'impressione che la versione filmata non aggiunga molto allo spettacolo, operazione dall'aria simpatica ma un po' sempliciotta, con alcuni numeri piacevoli e che in fondo andrebbe vista dal vivo." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 20 giugno 2019) "(...) Orchestra multietnica, che pare fatta per un cast geograficamente eterogeneo: Tamino è cubano, Papageno senegalese, Monostato tunisino. A tenere alto il tricolore il sorprendente Fabrizio Bentivoglio, nel ruolo dell'ambiguo Sarastro. Chi l'avrebbe detto che accanto al riconosciuto talento c'è anche una voce, è il caso di dirlo, flautata?" (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 20 giugno 2019)

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