IL DECALOGO 51988

SCHEDA FILM

IL DECALOGO 5

Anno: 1988 Durata: 57 Origine: POLONIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:-

Produzione:TELEWIZJA POLSHAW (WARZAWA) SENDER FREIES BERLIN (BERLINO)

Distribuzione:MIKADO FILM (1990) - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, L'UNITA' VIDEO

TRAMA

Per le vie di Varsavia, un ventenne inquieto e disoccupato, Jacek, commette atti di vandalismo e poi uccide un tassista. Arrestato, Jacek viene difeso d'ufficio da Piotr, un giovane avvocato che, al proprio debutto davanti al tribunale ed in linea con le idee da sempre professate, cerca di evitargli la pena di morte prevista dall'ordinamento giudiziario dello Stato. Ma questo delitto e le circostanze di esso, oltre che la sua efferatezza, non consentono ad Jacek alcuna clemenza. Alla brutalità di quel crimine assurdo e feroce s'accompagna l'eccesso di una morte per impiccagione dapprima comminata e poi diligentemente preparata dai suoi esecutori. Scoprendo troppo tardi che Jacek era un giovane traumatizzato a causa della tragica morte della piccola sorella perchè investita da un trattorista ubriaco (questo avvenimento aveva causato innegabili disturbi nella personalità del proprio assistito) al giovane avvocato non resta che manifestare la sua furiosa protesta contro questo modo violento e crudele d'intendere e di applicare una giustizia punitiva da parte degli uomini.

CRITICA

" Il film è alto e lacerante, così come lo sono il grido e la protesta del giova ne avvocato contro la pena di morte, un problema che s'impone ad ogni ordinamento statale e giudiziario con la inesorabilità dei corsi e ricorsi storici." (Segnalazioni Cinematografiche, vol.109, 1990 ) "I dieci film di 'Dekalog' sono stati progettati fin dall'inizio come un netto ripiegamento sull'individuale e sull'interiorità, cancellando praticamente 'tutto ciò che anche solo alla lontana aveva a che fare con la politica, tutto ciò rientra nel concetto di Repubblica Polacca'. Breve film sull'omicidio (1987) riguardava il comandamento 'Non uccidere' e trattava con impressionante lucidità e sconvolgente verismo il tema della pena di morte, della sua discutibile legittimità morale e sociale. Un giovane sbandato uccide un tassista e, nonostante l'appassionata difesa di un avvocato civilmente impegnato, viene condannato a morte e impiccato. Il film non prende esplicitamente posizione sul pro e sul contro, ma semplicemente mostra con freddezza chirurgica - come già a suo tempo 'L'impiccagione' di Oshima - la fenomenologia dell'omicidio legale, accostandolo formalmente alla dinamica dell'assassinio puro di cui quell'omicidio è l'inevitabile conseguenza repressiva." (Gian Carlo Bertolina, 'Attualità Cinematografiche')

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