SCHEDA FILM

IL COLORE DELL'ODIO

Anno: 1989 Durata: 96 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:-

Produzione:DANIA NATIONAL FILM, VIDI, NATIONAL CINEMATOGRA-FICA

Distribuzione:MEDUSA DISTRIBUZIONE - DELTAVIDEO

TRAMA

Figlia di un armatore di pescherecci a Fiumicino, Miriam è l'amante del giovane Rashid, figlio di padre siciliano e madre marocchina, da una decina di anni in Italia ed ora al lavoro alle dipendenze del padre della giovane donna. Il giorno in cui un diplomatico arabo viene ucciso ad un semaforo davanti al Ministero degli Esteri, l'autista crede di riconoscere in Rashid l'assassino. Rashid si nasconde nel sottobosco di Roma e dintorni ed è braccato dalla polizia, mentre Miriam - che pur potrebbe fornirgli un alibi, affermando che al momento dell'attentato l'uomo era con lei nell'alloggio di un amico - non rivela ciò e si mette alla disperata ricerca dell'amante, tra mense e sordidi dormitori. Finalmente i due si incontrano: Rashid è preda di un senso di colpa verso Allah e la propria cultura (che è quella legata alla madre ed ai ricordi di infanzia), e non desidera altro che di tornare in Africa. Miriam lo comprende e, poichè è decisa a seguirlo, gli amanti ricorrono ad un losco trafficante (Vito, detto "Il siciliano"), che per un pò di milioni fornirà loro i passaporti. Versando lei un anticipo, spacciando lui nel frattempo bustine di droga per incarico di Ahmed (suo compatriota e amico, che a Roma ha fatto buoni affari e che dichiara di volerlo aiutare), sempre rubando macchine per spostarsi, la coppia in fuga passa alcuni giorni, mentre il cerchio della polizia si fa più stretto. Tornati infine alla periferia di Fiumicino, Miriam vuota una notte la cassaforte paterna e, dato appuntamento al "siciliano", minacciandolo con la rivoltella dell'amante ottiene i due passaporti. Poi torna nella cadente baracca dove Rashid si è rifugiato, ma qualcuno li ha denunciati - forse lo stesso Vito - poichè la polizia arriva e Rashid, che è uscito sparando, cade ucciso nell'inevitabile scontro a fuoco sulla battigia coperta di rifiuti.

CRITICA

" Malauguratamente, accanto a momenti e situazioni di realismo e di cronaca inoppugnabile, il lavoro si perde in accenti da melodramma, mentre la narrazione cede all'impatto di note emotive, indubbiamente sincere, che risultano tuttavia convenzionali e perfino banalizzanti." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 109. 1989)

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