Identit?2003

SCHEDA FILM

Identità

Anno: 2003 Durata: 87 Origine: USA Colore: C

Genere:HORROR, POLIZIESCO, THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:COLUMBIA PICTURES CORPORATION, KONRAD PICTURES

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR ITALIA

TRAMA

Dieci persone sono costrette a rifugiarsi in un motel nel deserto a causa di una tempesta: si tratta di Ed, un autista di limousine di una star degli Anni '80 isterica, una donna investita dall'autista e sanguinante insieme a suo marito George e al loro figlio silenzioso, di un poliziotto, Rhodes, con un omicida al seguito, di una ragazza squillo, Paris, di una coppia di sposi novelli, Ginny e Lou. Il sollievo per aver trovato un rifugio, si trasforma presto nella presa di coscienza che quello non è il più sicuro dei luoghi. Col passare del tempo la tempesta non si placa e la maggior parte di loro viene uccisa. I pochi superstiti capiscono di essere stati attratti in quel posto da una forza sconosciuta che ha segnato il loro destino.

CRITICA

"Che cosa hanno in comune un serial killer condannato a morte e dieci persone bloccate in un motel dove avvengono strani omicidi? 'Dieci piccoli indiani', poi thriller psicologico che rivisita 'Doppia personalità' di De Palma. Bella sceneggiatura di Michael Cooney. Mangold è un autore che ama sporcarsi le mani con il cinema di genere. Ottimi John Cusack e Ray Liotta". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 20 giugno 2003) "Per entrare in sintonia con l'incubo, aiutati da un inizio infantil-patologico-classico, bisogna accettare che sia tutto un imbroglio, che ogni personaggio si porta dietro un difetto e un segreto, qualcosa da proteggere e qualcosa da nascondere. In unità di luogo, sangue e azione, nel claustrofobico motel a due stelle, si muovono con la necessaria isteria e la coscienza del Male, attori di bella presenza psicologica come John Cusak, Ray Liotta, Amanda Peet, Rebecca de Mornay, Alfred Molina". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 21 giugno 2003) "Malgrado la macchinosità della spiegazione, comunque, la suspense funziona, l'unità di luogo è opprimente come si conviene, le ricette di macelleria abbastanza inventive, il cast piuttosto ricco e (almeno per la prima parte) non ci si annoia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 giugno 2003) "I fan della Christie gongolano (e 'Dieci piccoli indiani' viene esplicitamente citato), ma la forza del film di Mangold ('Ragazze Interrotte') sta proprio nel mettere il pilota automatico per 75 minuti, spargere spudoratamente tracce dappertutto e cullare lo spettatore nell'illusione di aver capito tutto. L'unico vero indizio è il titolo". (Paola Piacenza, 'Io Donna', 28 giugno 2003)

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