I giochi dei grandi2004

SCHEDA FILM

I giochi dei grandi

Anno: 2004 Durata: 105 Origine: CANADA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:John Curran

Specifiche tecniche:35 MM, PANAVISION

Tratto da:i racconti "We Don't Live Here Anymore" e "Adultery" di André Dubus

Produzione:FRONT STREET PRODUCTIONS, RENAISSANCE FILMS

Distribuzione:BIM (2005)

ATTORI

Mark Ruffalo nel ruolo di Jack Linden
Laura Dern nel ruolo di Terry Linden
Peter Krause nel ruolo di Hank Evans
Naomi Watts nel ruolo di Edith Evans
Sam Charles nel ruolo di Sean Linden
Haili Page nel ruolo di Natasha Linden
Jennifer Bishop nel ruolo di Sharon Evans
Jennifer Mawhinney nel ruolo di Audrey
Amber Rothwell nel ruolo di Lauren
Jim Francis nel ruolo di Joe Ritchie
Marc Baur nel ruolo di Idraulico
Meg Roe nel ruolo di Ragazza Lollipop
Patrick Earley nel ruolo di Jim
 

SOGGETTO

Dubus, Andre
 

SCENEGGIATORE

Gross, Larry
 

SCENOGRAFIA

Devenyi, Tony
 

COSTUMISTA

Stano, Katia

TRAMA

Due coppie di coniugi, Jack e Terry Linden e Hank ed Edith Evans, passano molto tempo insieme. Jack e Hank insegnano nello stesso college e si vedono spesso dopo il lavoro e Terry e Edith sono grandi amiche. Tuttavia, quelli che sembrano ménage perfettamente riusciti nascondono problemi di varia origine che porteranno i quattro a confrontarsi con una serie di tradimenti e disastri emotivi...

CRITICA

"Nevrosi, cinismo, calcolo perverso, gioco sadomaso con sensi di colpa e pulsioni autodistruttive da crisi dei 40 incipiente? O forse, più semplicemente, confusione morale, tempesta ormonale, pochezza umana e anche cinematografica, come prova la regia piatta e datata di questo thriller dei sentimenti che ha qualche guizzo di verità nella sceneggiatura (anche grazie a un certo Tolstoj...). Ma sconta un cast decisamente ineguale (eccellenti Ruffalo e la Watts, gli amanti, modesti e meno credibili come personaggi i coniugi traditi). E mostra la corda nel rapporto con i figli, sfocato e improbabile, una vera cartina di tornasole. I bambini ci guardano, lo sappiamo dai tempi di De Sica. Se gli autori se ne ricordano solo quando gli fa comodo, è segno che qualcosa non va." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 aprile 2005) "'I giochi dei grandi' promette d'inserirsi nella scia del recente e notevole 'Closer', ma alla prova dello schermo si rivela insufficiente un po' su tutti fronti. (...) Lontano dalle sfacciate atmosfere sessantottine alla 'Bob & Carol & Ted & Alice' e, appunto, dall'impietosa autopsia del desiderio di 'Closer', il regista John Curran crede a torto di arroventare il thrilling incollandosi ai protagonisti con un passo claustrofobico e uno stile piatto e datato. Innanzitutto gli attori risultano tutt'altro che carismatici, con l'emergente Ruffalo di 'In the Cut' sprovvisto del necessario magnetismo sessuale, Krause che non conferma le doti esibite nel serial 'Six Feet Under', la Dern grottescamente sopra le righe e la pur eccellente Naomi Watts costretta a sorreggere alla meno peggio una pressione drammaturgica che non esplode mai. È questo, in fondo, il problema principale di un film sproporzionato rispetto alle lodevoli ambizioni: il gioco sadomaso è sviluppato con freddezza notarile, le motivazioni psicologiche sono solo abbozzate, il cinismo dei singoli non si rispecchia in un quadro societario e lo strisciante moralismo spegne il fuoco degli annessi quiz erotico-sentimentali. Forse l'eccesso d'intellettualismo nuoce alla sceneggiatura che affastella troppi temi - le logiche del matrimonio, la ricerca della felicità, la routine della fedeltà, la crisi dei quarant'anni ecc. - e li scarica su di una regia sommersa dalle sue complesse correnti emozionali." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 23 aprile 2005) "Versione country, meno trendy e snob di 'Closer': scambio di coppie scontente di provincia, gli Evans e i Linden, che si tradiscono no stop. Il film del giovane vecchio John Curran, impostazione teatrale, per intellettualizzare i conflitti mette in squadra Tolstoj, i capi famiglia sono proff le signore patiscono il casalingato. Il lungo, doppio, costante tradimento, con amplessi tra i boschi e sveltine in macchina, provoca imbarazzanti sensi di colpa, confessioni e ritrattazioni. Sensualmente vincono Naomi Watts e il macho baffuto Mark Ruffalo, mentre Laura Dern sembra la zia lunga di Giamburrasca ma Peter Krause, tipo distinto cecoviano, si accontenta. Tre bambini li guardano e imparano." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 aprile 2005)

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