I duellanti1977

SCHEDA FILM

I duellanti

Anno: 1977 Durata: 95 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:AZIONE, DRAMMATICO, GUERRA

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.66)

Tratto da:racconto "The Duel" di Joseph Conrad

Produzione:ENIGMA - SCOTT FREE PRODUCTIONS (NFFC)

Distribuzione:CIC - L'UNITA' VIDEO

TRAMA

A Strasburgo, nel 1800, mentre Napoleone è Console, il tenente Gabriel Féraud ferisce gravemente in duello il nipote del sindaco e il gen. Treillard incarica il tenente Armand d'Hubert di notificare al collega gli arresti domiciliari. D'Hubert compie il suo dovere mentre Féraud si trova nel salotto di Madame de Lionne; ne provoca l'ira e una sfida a duello. Vincitore, Armand si trova invischiato in un codice d'onore che lo vuole o assassino o cadavere., D'Hubert vorrebbe chiudere la partita, Anche perché è legato sentimentalmente ad Adèle, ma, come gli dice un amico, l'unica via d'uscita sarebbe di ottenere una promozione essendo proibiti i duelli tra ufficiali di diverso grado. Stranamente i due, trascinati dalle campagne napoleoniche, si trovano nel 1801 ad Augsburg, nel 1806 a Lubecca, nel 1812 in Russia, nel 1814 a Tours e nel 1816 a Parigi, di pari passo capitani, colonnelli, generali. Dopo la Restaurazione, essendosi sposato con Laura, Armand D'Hubert si trova in grado di intervenire a favore dell'avversario - bonapartista anche durante i Cento Giorni - e impedirne segretamente l'esecuzione capitale. Féraud lo raggiunge e lo sfida nuovamente. Questa volta Armand lo riduce alla propria mercè e, condannandolo a vivere, rompe finalmente la catena che lo legava ad uno stupido codice di malinteso onore.

CRITICA

"Premiato come opera prima a Cannes '77, questo film da una parte ripresenta l'interessante scrittore polacco-inglese Joseph Conrad (1857-1924), non per la prima volta sfruttato dallo schermo (es. "Lord Jim") e da un'altra parte segna l'esordio lusinghiero del 39enne R. Scott, già scenografo della BBC e brillante autore di 'spots' pubblicitari. Il lavoro si impone più per le scenografie e le minute ricostruzioni dei costumi dell'epoca che non per profonde visioni critiche delle pagine storiche cui allude. Molto simile al famoso 'Barry Lindon' di Kubrick per la stupenda fotografia, ne è del tutto diverso per interessi. Favola morale, questo film è un dramma di un uomo, Armand d'Hubert, che dalla fatalità viene contro voglia trascinato a un doppio replicato duello: quello contro l'irriducibile Féraud e quello contro il 'Codice d'onore militare che personalmente trova irrazionale, crudele, disumano. Non manca, inoltre, l'accenno alla lotta interiore che il protagonista si trova a dover compiere per non scendere al livello dell'animalesca animosità del rivale. La condanna del regista per il duello è chiarissima nell'insieme della sua opera. " ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 84, 1978) "Ricordiamo a questo proposito (il duello) la posizione tradizionale della Chiesa cattolica: il duello è condannato in nome del 5 comandamento di Dio: 'Non uccidere'. Il duello implica un 'accordo preventivo' per regolare un conflitto tra 'due singoli'; non si confonde né con la 'rissa' che sorge spontanea né con lo 'scontro singolare', organizzato allo scopo di evitare un maggiore spargimento di sangue (David e Golia - gli Orazi e Curiazi). Il duello non può fare appello alla 'legittima difesa' che presuppone una ingiusta aggressione e la necessità di respingerla 'immediatamente'. Dai tempi del Concilio di Trento, la Chiesa riprova 'questo uso detestabile e scomunica chiunque prende parte a un duello o lo favorisce o lo permette sulle proprie terre, sia esso principe, re o imperatore'. Pio IX, nella Bolla 'Apostolica sedis' ne fa una scomunica riservata al Sovrano Pontefice e incorsa ipso facto da 'coloro che si battono in duello o semplicemente lo provocano o l'accettano; tutti i loro complici, coloro che aiutano o favoriscono i duellanti che assistono al duello di proposito inteso, che lo permettono o non lo impediscono potendolo' . Il Codice di Diritto Canonico (art. 2351) ha conservato le medesime pene e precisa che si deve rifiutare la sepoltura ecclesiastica ai duellanti morti in duello o in seguito alle ferite ricevute, a meno che prima di morire non abbiano dato segno di pentimento (art. 1240, 1 e 4)." (Pierre D'André, "Roc", n. 39, 1977) "Un prodotto di alta qualità che rinfresca il cuore e gli occhi. " (Michel Perez, 'Les Nouvelles Littéraires') "A prima vista 'I duellanti' sembra essere stato realizzato con le cadute di 'Barry Lyndon' e de 'La marchesa d'O'. Ma Ridley Scott ha preso il meglio dell'uno e:dell'altro, vale a dire che il suo film possiede e la qualità letteraria di quello di Rohmer e la bellezza plastica di quello di Kubrick" (Philippe Tesson, 'L'express')

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