I buchi neri1995

SCHEDA FILM

I buchi neri

Anno: 1995 Durata: 97 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:ALLEGORICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA

Tratto da:-

Produzione:AURELIO DE LAURENTIIS PER FILMAURO

Distribuzione:FILMAURO - FILMAURO HOME VIDEO

ATTORI

Iaia Forte nel ruolo di Angela
Vincenzo Peluso nel ruolo di Adamo
Marinella Anaclerio nel ruolo di La muta
Manuela Arcuri nel ruolo di Adelaide
Anna Avitabile nel ruolo di La Favorita
Maurizio Bizzi nel ruolo di Chirone
Eduardo Capuano nel ruolo di Un pescatore
Lorenzo Crespi nel ruolo di Adelmo
Mario Caruso nel ruolo di Gennaro
Tosca D'Aquino nel ruolo di Donna dei panni
Renata Di Martino nel ruolo di Madre della sposa
Marco Di Tivoli nel ruolo di Sposo
 

SOGGETTO

Corsicato, Pappi
 

SCENEGGIATORE

Corsicato, Pappi
 
 

SCENOGRAFIA

Corsicato, Pappi
 

COSTUMISTA

Corsicato, Pappi

TRAMA

Il giovane Adamo torna al suo paese sulla costiera in Campania: sua madre è morta, ma a lui poco o nulla importa (i due si sono visti l'ultima volta quando Adamo aveva sette anni). Adelmo, un amico d'infanzia, gli offre presso una sua piccola impresa di trasporti un modesto lavoro (portare alla discarica quintali di banane marcite). Su una strada della campagna assolata, Adamo conosce Angela, una prostituta che esercita la sua "attività" ad un bivio con altre quattro giovani donne. Anche perchè egli l'ha salvata da un cliente, fra i tanti di passaggio, che tentava di rubarle la borsetta, Angela si innamora di Adamo il quale è un inveterato onanista e guardone. Per lui il colmo del piacere, standosene nascosto fra le stoppie riarse, è quello di spiare Angela nei suoi amplessi con vari clienti e costei scopre le stesse voluttuose sensazioni seguendo la masturbazione di Adamo e credendo di avere con lui quel rapporto completo che invece nei fatti non si realizza mai. Dopo che Adamo si è avvicinato ad Adelaide, sorella di Adelmo, rimasta incinta del fidanzato che si è dileguato, viene arrestato per omicidio. Angela si rifiuta di aiutarlo in quanto questo significa mentire una volta di più a se stessa. Improvvisamente su di una collina non lontana si è posato un uovo gigantesco: una delle prostitute - muta - ricomincia a parlare; un'altra (ritardata nel fisico e nella mente) constata l'arrivo del suo primo ciclo mestruale; per la terza (tenacissima mittente di ben sette lettere al fidanzato in galera) finalmente giunge la sospirata risposta; la quarta, una monca, recupera le sue mani. E in più avvengono altri eventi singolari: una gallina dalle piume rossicce (Angela ne è atterrita inspiegabilmente) è diventata tutta bianca e in una visione della solfatara di Pozzuoli Angela appare, emettendo vapori bianchi e caldissimi dal proprio organo genitale, con Adamo che appare e scompare, fumigante lui pure, in una delle grotte. Niente miracoli, ovviamente, solo una fantastica "rigenerazione" per tutti.

CRITICA

"Scritto e diretto da Pappi Corsicato, qui in veste anche di compositore e scenografo, I buchi neri è un film ricco di metafore (non sempre limpide), solfureo, denso di finzioni e insieme di verismo, surreale nelle visioni e nei personaggi. Un'opera bella, ammirevole, intrigante: dove tutto è possibile e una gallina può assurgere al simbolo di generazione e di eternità. Si passa dalla fantascienza alla mitologia, dai dischi volanti ai fiumi dell'Ade. Un gioco leggero, ma non solo, di un estroso e grande talento visivo." (Vittorio Spiga, 'Il Resto del Carlino', 10 ottobre 1995). "'I buchi neri' si impone come un film importante, magari ancora immaturo per gli squilibri narrativi ma ricchissimo di spunti sia colti sia popolari, visionario, molto bello. Merito soprattutto di una protagonista strordinaria: Iaia Forte. Un'attrice finalmente ribelle allo stereotipo psico-drammatico della carineria, dominante nel cinema italiano." (Oscar Iarussi, "La Gazzetta del Mezzogiorno", 12 ottobre 1995) "'I buchi neri' di Pappi (Pasquale) Corsicato, 35 anni, napoletano, già autore di 'Libera', mette da parte denuncia sociale e disperazione meridionale per narrare con realismo fantastico non l'amore borghese romantico, carnale o sentimentale, ma l'amore primigenio che dà vitalità gioiosa e cambia la visione del mondo; per immergersi in una pre-civiltà o post-civiltà in cui lo sguardo d'una gallina può ispirare terrore superstizioso e lo stellato cielo notturno può trasmettere messaggi, nel sonno si può sognare di amare sottacqua e sulla spiaggia possono apparire (come in Improvvisamente l'estate scorsa) torme di ragazzi sfernati, cattivi e ridenti. Magari la ricerca del Mito è sommaria, magari lo stile insegue il primo Pasolini o il Buñuel messicano: ma che piacere un film-italiano-di giovane-regista per niente convenzionale né claustrofobico, interessante, divertente, inquietante, e recitato benissimo da quell'attrice di gran qualità che è Iaia Forte. (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 13 ottobre 1995)

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