Hysteria2011

SCHEDA FILM

Hysteria

Anno: 2011 Durata: 95 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, ROMANTICO

Regia:Tanya Wexler

Specifiche tecniche:ARRICAM LT/ARRICAM ST, 35 MM , SUPER 35 (3-PERF), DCP

Tratto da:-

Produzione:HYSTERIA FILMS LTD, BEACHFRONT FILMS, INFORMANT MEDIA, BY ALTERNATIVE PICTURES ET DELUX PRODUCTIONS

Distribuzione:BIM (2012)

ATTORI

Maggie Gyllenhaal nel ruolo di Charlotte Dalrymple
Hugh Dancy nel ruolo di Mortimer Granville
Jonathan Pryce nel ruolo di Dott. Robert Dalrymple
Felicity Jones nel ruolo di Emily Dalrymple
Rupert Everett nel ruolo di Lord Edmund St. John-Smythe
Ashley Jensen nel ruolo di Fanny
Sheridan Smith nel ruolo di Molly The Lolly
Kim Criswell nel ruolo di Sig.ra Castellari
Elisabet Johannesdottir nel ruolo di Sig.ra Pearce
Kate Linder nel ruolo di Lady Cherwill
Corinna Marlowe nel ruolo di Lady Perrigott
Leila Schaus nel ruolo di Tess
Jules Werner nel ruolo di Jack
Gemma Jones
 
 
 

MONTAGGIO

Gregory, Jon
 

SCENOGRAFIA

Becher, Sophie
 

COSTUMISTA

Ede, Nic
 

TRAMA

Mortimer Granville, brillante medico della Londra del 1880, trova un impiego presso il Dottor Dalrymple, specializzato nel trattamento dei casi di isteria femminile. Le terapie a cui l'illustre medico sottopone le sue pazienti sono tanto efficaci quanto scandalose: si tratta di un "intimo massaggio manuale" , utile a combattere la repressione sessuale imperante in quell'epoca. Mortimer impara velocemente l'innovativo metodo terapeutico guadagnandosi ben presto la stima di Dalrymple, fino a ottenere la mano della figlia minore del dottore, Emily, una ragazza dall'indole mite e rispettosa delle regole, tutto l'opposto di sua sorella Charlotte, femminista ante litteram e convinta sostenitrice dei diritti delle donne e dei più deboli. Purtroppo, la pratica quotidiana del 'metodo' provocherà in Mortimer forti dolori che metteranno a rischio la sua brillante carriera ma poi, una geniale intuizione di Lord Edmund St. John-Smythe - nobile amico fraterno di Mortimer e appassionato di nuove tecnologie - gli farà venire in mente un'idea irresistibile: il risultato sarà una nuova pratica medica che provocherà sensazioni forti nelle sue pazienti. Il nuovo prodotto riscuoterà un enorme successo e, allo stesso tempo, l'amicizia con Charlotte farà risvegliare in Mortimer nuovi sentimenti e farà riemergere gli ideali per cui aveva deciso di intraprendere la strada della medicina.

CRITICA

"Applausi e risate per 'Histerya', il film (in gara) della regista americana Tanya Wexler che racconta la nascita del vibratore. (...) Siamo dalla parte opposta all'erotismo solitario di 'Irina Palm', il film che impegna la protagonista (Marianne Faithfull) con una mano sola. Ma se lì si fa sesso a pagamento per soli uomini, questa deliziosa commedia in costume tratta un argomento apparentemente scabroso con l'eleganza di un film di James Ivory." (Valerio Cappelli, 'Il Corriere della Sera', 28 ottobre 2011) "Tutto sta nel tocco, nello stile, nell'ironia, insomma nella classe. L'argomento di questa commedia inglese purosangue, datata Londra 1880, è l'invenzione del vibratore elettromeccanico. (...) Sembrerebbe un tema grossolano, invece il clan tutto femminile che ha realizzato il film sa essere spiritosamente elegante, (...). L'idea vincente di Tanya Wexler, regista americana nota fra gli indipendenti, è proprio quella di aver trainato su un soggettino scabroso letto in chiave femminista anche il lato del volontariato contro una classe borghese immune da ogni pietà. (...) Maggie Gyllenhaal, già campionessa di sado maso in orario d'ufficio ma anche Tata Matilda, sorride e fa sorridere con simpatia rara in un film dal dècor molto british professionale. Il massaggio intimo è pudicamente nascosto, solo intuito nella mano con l'unguento e negli occhi sgranati di adorabili ladies carenti di affetto: basta avere sense of humour. E' il lato il contraltare di 'Irina Palm' con cui il nostro eroe condivide un'ovvia tendinite che non c'entra col tennis, è un prologo alla storia di Sigmud, Jung e la Spielrein. I momenti di piacere son chiamati «parossismi» e ne è campionessa una ex prostituta ora cameriera bella presenza offresi, la spiritosa Sheridan Smith: e con quel magico piumino si arriva a tre parossismi in cinque minuti." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 24 febbraio 2012) "Quando il facsimile è confezionato nel modo di 'Hysteria' di Tanya Wexler (...) è un vero spasso. Il cinema inglese spesso gioca con se stesso, con le sue costanti culturali, si cita e si rinnova all'infinito nella riscrittura di romanzi e ambientazioni ottocentesche, ma questo film pur di produzione inglese e lussemburghese (c'è anche Arte) è cinema americano indipendente e femminista, di un gusto scatenato e militante. (...) Poiché siamo in epoca vittoriana, il tutto viene fatto con grande professionalità, decoro e riserbo ma soprattutto con il senso del guadagno, la base per cui i popoli protestanti sono ben accetti da dio e vanno dritti in paradiso. L'elemento guastatore è miss Charlotte Dalrymple. (...) Non c'è bisogno di dire che in tutto questo panorama scorre fertile l'ombra di Cronin e della sua Cittadella, tra necessità di clientela bene e assistenza ai bisognosi. Ma il colpo di scena avviene quando convergeranno con lampo di genio l'abilità meccanica del Lord e i crampi alla mano del giovane medico assorbito dal superlavoro e verrà alla luce il nuovo congegno capace di «far raggiungere il parossismo» alle pazienti in pochi minuti. La storia è basata su fatti autentici e il film, ha dichiarato la regista, è stato accolto con un certo imbarazzo negli Usa, dove l'oggetto in questione fu pubblicizzato nei cataloghi fin dal 1920 (ma in Alabama ne è tuttora vietata la vendita)." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 24 febbraio 2012) "Da un blando spunto trasgressivo nasce un film blandamente provocatorio e in fin dei conti blandamente divertente. In 'Hysteria' - visto e sin troppo applaudito all'ultimo festival di Roma - sulla scorta, a suo dire, di dati storici reali, la regista Tanya Wexler sviluppa in forma di commedia ammiccante e mai volgare l'invenzione di un ingegnoso strumento ancora oggi non del tutto rinomato e sdoganato: il vibratore a batterie. (...) La satira di costume, rivolta contro le barricate sessuofobiche erette dalla morale vittoriana e la pretenziosa e inefficiente scienza medica tutta purghe e salassi nonché applicata col sorriso sulle labbra alla nascita del primo sex toy della storia, non va, però, al di là dell'innocua curiosità, anche perché il film s'incanala ben presto sulla strada della commedia romantica per tutti. Si ride e si sorride volentieri, ma ciò che fa abbassare il livello di 'Hysteria' non sono le inevitabili approssimazioni scientifiche, bensì la piattezza del ritmo e la monodimensionalità dei caratteri che escludono in pratica un'autentica possibilità di scandalizzare qualcuno o demistificare alcunché." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 24 febbraio 2012) "Commedia britannica tratta da una storia vera, ma largamente romanzata e immersa in un bagno di humour inoffensivo. (...) Resi gli onori all'assenza di volgarità con cui affronta il soggetto, non si può dire che 'Hiysteria' sia un capolavoro di divertimento. Fortuna che c'è il valore aggiunto di Rupert Everett, spiritoso nella parte di un barbuto proselita dell'elettricità. Si consiglia di non lasciare la sala con troppa fretta: la gag migliore è in coda ai titoli." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 24 febbraio 2012) "Ben curato nell'ambientazione d'epoca e recitato da un eccellente gruppo di attori britannici che include Jonathan Pryce e Rupert Everett, il film resta sulla superficie delle tematiche affrontate giocando più sul registro della commedia romantica che su quello della satira di costume, ma far ridere con leggerezza sulle paradossali conseguenze di un'ottusa sessuofobia resta comunque un bel risultato." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 24 febbraio 2012) "'Hysteria', una commedia sull'uomo che inventò il vibratore, riesce a ricreare sorprendentemente bene quel contesto in cui il parossismo isterico (l'orgasmo) era considerato un oggetto di studio della professione medica e, allo stesso tempo, accantonato come qualcosa di diverso dal piacere. Anche se il film è una commedia in costume piuttosto convenzionale, la sceneggiatura coglie in modo delicato e intelligente alcuni aspetti di un'epoca di profonde contraddizioni. (...) Anche se parla molto di masturbazione, il film non indugia sulla sessualità, ma cerca di dare un quadro di un periodo storico irritante." ('Internazionale', 24 febbraio 2012) "Piacerà a chi da anni reclamava per il sesso diritto di cittadinanza nella commedia inglese. Nel cinema e nel teatro britannici, per decenni l'eros non ha avuto cittadinanza. O ne ha avuta troppa. Passando continuamente dall'abbottonatissima 'piece' salottiera alla farsa becera sui lattai, tassisti, idraulici super arrapati. Niente sesso come normale pratica quotidiana al centro della vicenda. 'Hysteria', ambientato non casualmente negli anni di Freud, rimette il piacere fisico al centro della partita. Con humor e vivacità tipicamente anglosassone. Accostando argutamente suffragette e signore privilegiate. Le prime reclamano il diritto al voto, le seconde all'orgasmo (è emblematico che per entrambe le categorie l'uomo giusto sia il probo dottor Granville).Lo spunto è simpatico, i personaggi vivaci, ma gli sviluppi sono anche troppo prevedibili. Per fortuna a portarli avanti è una talentuosa giovane narratrice, Tanya Wexler, figlia di Haskell Wexler portentoso direttore della fotografia di 'Qualcuno volò sul cuculo'. Papà sapeva fotografare ma non raccontare (...). Tanya tiene lunghe le redini del divertimento fino all'ultimo. E dirige benissimo gli attori." (Giorgio Carbone, 'Libero', 24 febbraio 2012) "«Non denigrare la masturbazione, è sesso con qualcuno che amo!»: a dar retta a Woody Allen, la regista Tanya Wexler deve peccare di autostima. Back in the days, il suo 'Hysteria' elogia le good vibrations del vibratore, ma tra frizzi e prurigini l'orgasmo latita e il climax è della furbizia. (...) Sia chiaro, i motivi per riderci su ci sono, a partire dalla Regina Vittoria e altre vegliarde vestitissime e a gambe larghe in cerca di un po' di sollievo. La follia femminista di Maggie Gyllenhaal è travolgente, le extravaganze di Everett danno nell'occhio, ma finisce qui: drammaturgia meccanica, humour a manovella e trasgressione pastorizzata. Vibra bene chi vibra ultimo?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 24 febbraio 2012)

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