Ho ucciso Napoleone2015

SCHEDA FILM

Ho ucciso Napoleone

Anno: 2015 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Giorgia Farina

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:ANGELO BARBAGALLO PER BIBI FILM, CON RAI CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION

ATTORI

Micaela Ramazzotti nel ruolo di Anita
Libero De Rienzo nel ruolo di Biagio
Adriano Giannini nel ruolo di Paride
Iaia Forte nel ruolo di Gianna
Thony nel ruolo di Enrica
Elena Sofia Ricci nel ruolo di Olga
Monica Nappo nel ruolo di Filippa
Bebo Storti nel ruolo di Fanelli
Pamela Villoresi nel ruolo di Cecilia
Tommaso Ragno nel ruolo di Gabriele
Erika Blanc nel ruolo di Clelia
Luce Caponegro nel ruolo di Eleonora
Chiara Conti nel ruolo di Daniela
Tobia Hoesl nel ruolo di Hanz
Maddalena Crippa
Milena Vukotic
 

MUSICHE

Farri, Andrea
 
 

SCENOGRAFIA

Zera, Tonino
 

COSTUMISTA

Barbera, Maria Rita

TRAMA

Nel giro di ventiquattrore la vita di Anita, single e brillante manager in carriera, viene spazzata via da un uragano di guai. Il lavoro, l'amore, il futuro, tutto in macerie nel giro di un giorno. Anita si ritrova seduta sull'altalena di un parco giochi licenziata in tronco e incinta del suo capo, suo amante clandestino, sposato e padre di famiglia. Ma Anita è come un sofficino congelato, per conservarsi si è fatta fredda, glaciale. Senza scendere a compromessi, pretende che tutto torni come prima, il suo lavoro, la sua vita, la sua libertà di single senza figli. E perché questo accada è necessario ordire un piano di vendetta raffinata e senza scrupoli. Ma a volte accade che anche il piano perfetto vacilli di fronte all'imprevisto, soprattutto se l'imprevisto ha le sembianze di un timido e goffo avvocato di nome Biagio. Nel frattempo Anita cresce, la sua pancia cresce e cresce dentro di lei la capacità di aprirsi al mondo e scongelare il sofficino che ha messo al posto del cuore. Quando la sua bambina nascerà, Anita sarà una persona diversa.

CRITICA

"Strizzata nel tailleur da donna manager, salda sui tacchi vertiginosi delle scarpe fetish, pettinata come la strega di Biancaneve, Micaela Ramazzotti, nei panni della vendicatrice Anita, conduce la danza macabra di 'Ho ucciso Napoleone', commedia nera con risate, diretta da Giorgia Farina (...) ancora una volta, la solidarietà tra donne vince su tutto. Senza quella, nessun tacco 12 potrà mai avere la meglio in un mondo di uomini pavidi, scialbi, arrivisti." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 26 marzo 2015) "Il secondo lungo di Giorgia Farina ricalca l'essenza del primo, 'Amiche da morire', ove già comparivano sorte di 'Kill Bill' denoantri. Se l'intreccio è valido e a suo modo sapiente, la scrittura si aggroviglia sui personaggi, specie sul mutante e poco plausibile Libero De Rienzo, fornendo una commedia altalenante che dopo un discreto inizio si tinge di prevedibilità, più per 'meccanismo' che per contenuti. Ramazzotti, ancora incinta, buca lo schermo di consueta bravura." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 26 marzo 2015) "Dopo il brillante esordio con 'Amiche da morire', Giorgia Farina si conferma regista ricca di talento, anche cimentandosi con un genere difficile come il grottesco. E Micaela Ramazzotti, di essere una delle migliori attrici italiane." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 26 marzo 2015) "(...) una commedia complicata, confusa tra parodia e stilismo, con un pasticcio di personaggi e intrighi per fare Wertmüller o totoismo elegante. Ci sono gli attori, non le persone, come succede spesso nello sketch per il cinema travestito da film che da gennaio a maggio, implacabilmente, va in sala con implacabile conformità alla inattaccabile mediocrità dei risultati. Né meglio né peggio qui, dalla regista del tutto-donne 'Amiche da morire'." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 27 marzo 2015) "Giorgia Farina (...) ha realizzato (...) per il grande schermo «Amiche da morire», un film interessante, inconsueto, in cui, attenta alla definizione dei personaggi, coniugava i tempi, i canoni della commedia di costume con quelli del giallo. E insolita appare anche la sua nuova «fatica», 'Ho ucciso Napoleone', di cui ha scritto con altri il soggetto e la sceneggiatura e in cui con disinvoltura passa dai toni della commedia a quelli del thriller, sfiorando quelli del dramma. Fra personaggi piuttosto stereotipati (...). In questo racconto, diviso in due parti (descrizione di un ambiente, dei personaggi che vi operano e di una vendetta), dalle svolte narrative non sempre chiare e con un finale abbastanza insensato, Giorgia Farina conferma la sua propensione per l'universo femminile (...). Un universo tratteggiato con incostante incisività, avanzando notazioni (alcune poco convenzionali) sui problemi delle donne che lavorano, sulla sfera degli affetti e sulla famiglia come istituzione e non mancando di dare indubbio risalto alla irresponsabilità dei maschi, alla meschinità dei loro comportamenti. Nonostante alcuni punti deboli, alcune forzature, Giorgia Farina ha firmato comunque con 'Ho ucciso Napoleone' (titolo non poco allusivo) una commedia diversa, ha ignorato le ritrite situazioni e gli abusati personaggi della commedia leggera italiana, grazie al ruolo centrale affidato a un nuovo personaggio femminile(...)." (Achille Frezzato, 'L'Eco di Bergamo', 1 aprile 2015)

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