Hell Bound - Hellraiser II - Prigionieri dell'inferno1988

SCHEDA FILM

Hell Bound - Hellraiser II - Prigionieri dell'inferno

Anno: 1988 Durata: 90 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:HORROR

Regia:Tony Randel

Specifiche tecniche:PANAVISION, PANORAMICA, 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR

Tratto da:romanzo di Clive Barker

Produzione:FILM FUTURES, NEW WORLD PICTURES, TROOPSTAR

Distribuzione:FAGLE PICTURES (1989) - MULTIVISION, FONIT CETRA VIDEO - DVD E BLU-RAY: KOCH MEDIA (2012)

ATTORI

Ashley Laurence nel ruolo di Kirsty Cotton
Imogen Boorman nel ruolo di Tiffany
Kenneth Granham nel ruolo di Dr. Philip Channard/Channard Cenobita
William Hope nel ruolo di Kyle MacRae
Doug Bradley nel ruolo di Pinhead/Capitano Elliot Spencer
Clare Higgins nel ruolo di Julia Cotton
Angus MacInnes nel ruolo di Detective Ronson Angus McInnes
Oliver Smith nel ruolo di Sig. Browning
Sean Chapman nel ruolo di Zio Frank Cotton
Bradley Lavelle nel ruolo di Agente Kucich
James Tillitt nel ruolo di Agente Cortez
Wilde Barbie nel ruolo di Cenobita
 

SOGGETTO

Barker, Clive
 

SCENEGGIATORE

Atkins, Peter
 
 

MONTAGGIO

Marden, Richard
 

SCENOGRAFIA

Buchanan, Mike
 

COSTUMISTA

Wildgoose, Jane

TRAMA

La giovane Kirsty è ricoverata in una clinica psichiatrica, sotto le cure dello psichiatra e chirurgo dottor Channard. Lei ha di continuo visioni terribili, collegate con il ricordo della perdita del padre, tradito dalla matrigna Julie con il cognato Frank, morti anch'essi. Precedentemente la ragazza aveva scoperto non solo la tresca, ma che Julie aveva evocato dagli Inferi l'amante assassino, e che costui si era ricostruito un corpo vivente con i tessuti degli uomini attirati da Julie in una sinistra abitazione. In più i due possedevano una magica scatola cinese, che consentiva di penetrare appunto agli Inferi, dove i trapassati si aggiravano praticando torture e piaceri. Ora sono proprio tali spiriti demoniaci - i Cenobiti - a sconvolgere la mente di Kirsty. Il guaio è che Channard possiede anche lui ben tre scatolette cinesi identiche...

CRITICA

"La fantasia di Randel e, soprattutto, il talento degli autori di effetti speciali (Bob Keen e Geoff Portass), si sono sbizzarriti nella creazione di una scenografia alla Fritz Lang, evocata, però, con espliciti riferimenti alla letteratura gotica. E' vero che la regia è abbastanza creativa, riscattando e smussando gli angoli più scioccanti dell'infausta rappresentazione; ma talvolta si ha la sensazione di un eccesso nella ricerca del particolare orrido. Si inseriscono in questo secondo versante del racconto, ad esempio, il risveglio di Julia, il suo abbraccio di mummia (poveraccio, quel dottore...), le aggressioni alle due ragazzine, le quali, infine, si avviano, libere e felici, fuori dall'infernale clinica che ha ospitato i loro incubi. La fosca fotografia è firmata da Robin Vidgeon ed è assai funzionale al clima horror di una saga che, a quanto sembra, sollecita l'interesse del pubblico." (Gregorio Napoli, 'Il Giornale di Sicilia', 8 Aprile 1989) "Incubi: di tutti i tipi. Voi immaginate: e accade. Se c'è qualcosa che non avete immaginato e accade è la parte migliore del film. Ma questo, rispetto alla prima puntata di Clive Barker, è piuttosto raro. Corpi: a brandelli, a pezzettini, senza braccia, attraversati da spilloni, vestiti di organi e basta, muscolosi a cielo aperto (si sconsiglia la visione a chi deve entrare in una clinica chirurgica). La scheda non può restituire l'effetto sorpresa, quasi sempre prevedibile. Randel, che aveva montato il primo e più equilibrato (si fa per dire) episodio, ora dirige una produzione sempre dell'autore primigenio Barker. Qualche spezzone visualizza ciò che non avete mai osato ricordare dei vostri sogni. Per il resto concedeteci una sospensione in una parolina: mah!" (Silvio Danese, 'Il Giorno', 14 Aprile 1989) "Riappaiono i grovigli d'erotismo e d'orrore tipici di Barker, ed attraverso il gioco del cubo e le sue amplificazioni, scenografiche, i labirinti e gli strapiombi geometrici che attirano Kirsty e Tiffany, si snodano illusionistiche, stuzzicanti allusioni ai mondi astratti in cui il pensiero, il sogno o la droga, possono catturare ed annientare il corpo, i desideri. Ma questi ingredienti più originali restano sopraffatti da una paccottiglia da luna-park del terrore in cui non mancano neanche i clown ghignanti. La regia lascia balenare qualche felice intuizione figurativa, ma è probabilmente travolta dall'obbligo di confezionare in fretta il sequel d'un film fortunato al botteghino." ('Il Mattino', 22 Aprile 1989)

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